domenica 21 dicembre 2008

L'uomo e le macchine....

Pubblicato da Micha Soul alle domenica, dicembre 21, 2008


Tre anni fa, mio marito entrava in casa mia e di mio fratello con una valigia e un sacco a mano.


Ad aspettarlo,un decalogo per una buona convivenza a tre, stilato da me e mio fratello che non so quale divinità induista gli sia apparsa in sogno per convincerlo che era la cosa giusta da fare. La convivenza a tre intendo, non il decalogo.

Non è un segreto ormai che mio fratello non prese affatto bene la mia relazione nascosta con uno dei suoi più cari amici. Non mi rivolse parola per quasi un mese e non fu facile fargli capire che non era la solita avventura, la solita storia di sesso, l'ennesimo colpo di testa di una sorella sentimentalmente squilibrata. Infatti, non fui io a convincerlo ma mio padre che con poche parole riuscì a farci riappacificare: "figlio mio, fallo per tuo padre, forse questa volta tua sorella ha messo la testa a posto".


Mio fratello chiaramente temeva di perdere un amico. Ma superata questa paura doveva superarne un'altra: l'intrusione di un altro essere di sesso maschile nella sua vita ,24 ore su 24. La convivenza a tre.


Bhè, c'è da dire che sia io che mio fratello abbiamo alcune manie da veri psicopatici, ed è soprattutto vero che colui che diventò ben presto mio marito aveva creato il suo habitat ideale in mezzo a mutande aggomitolate e abbracciate a palline di polvere, finestre chiuse e sigillate...questo perché sua madre oramai si era resa all'evidenza di avere in casa un animale più che un uomo.


Con noi le cose dovettero cambiare.


Grazie al decalogo in questione mio marito in pochi mesi divenne un ottimo collaboratore domestico. Le pulizie venivano fatte in tre, separando le zone della reggia delimitata in 50 mq.

A lui lasciavamo per ovvie ragioni solo la sala (10 mq), il suo compito era quello di spolverare perfettamente ogni minimo angolo e qualsiasi oggetto contenuto fra quelle 4 mura. A spolverare era diventato bravissimo, aveva addirittura imparato che esistono angoli della casa che non si vedono ma ci sono e che vanno scovati e privati della polvere che tanto amano e attirano.

Purtroppo però, ad un certo punto della nostra convivenza, da donna un pò capricciosa e incontentabile quale sono, mi è venuta la fantastica idea di esprimergli il mio disappunto per la sua mancanza di iniziativa nei confronti del resto delle attività necessarie nell'ambito casalingo.

Per la prima volta pronunciai davanti a lui la parola LAVATRICE.

Gli spiegai con fare dolce e delicato che quel cubo bianco munito di oblò non era solo un soprammobile moderno su cui appoggiare bagno schiuma, asciugamani, cruciverba nonché il sederino della sottoscritta durante una delle nostre effusioni amorose, ma serviva soprattutto a fargli trovare i suoi indumenti puliti nell'armadio. In tono sempre dolce ma tremante di nervosismo lo informai che gli indumenti non finivano nella lavatrice per voleve divino o per telecinesi o ancor peggio perché muniti di vita propria. Con serietà e secchezza nella voce gli dissi che una volta finito il lavaggio e la centrifuga -che non è un sistema di vibrazione creato dall'inventore dei sex toys!!- i panni puliti ma sempre bagnati e depositati sulle pareti interne dell'oblò, devono essere stesi su appositi stendini perché nell'arco di un paio di giorni possano essere piegati e pronti ad un nuovo uso.


Quella nostra conversazione dev'essergli rimasta impressa perché dopo una settimana, una sera che tornai dal lavoro qualche ora dopo di lui, LUI mi aspettava davanti alla porta della nostra camera con un sorriso a 32 denti e gli occhi che brillavano dalla felicità. leggevo in quella contentezza la certezza di impressionarmi e di ricevere "qualcosa" in cambio.

Entrai nella camera incuriosita, vidi lo stendino ed alcuni panni stesi con quel tocco di ingenuità maschile. Rimasi un istante a pensare come diamine avesse potuto stendere quei panni se né io né mio fratello avevamo messo in moto la lavatrice quella mattina, in attesa di aggiungerne altri la sera stessa e avviarla. Nooo!! era davvero riuscito da solo a scegliere il programma per i capi da lavare? aveva davvero trovato il detersivo ed era ralmente riuscito a chiudere ed aprire quell'oblò che solo una mano femminile riesce a dominare?? davvero??? stavo sognando????ma.......ma.....amore......com'è...com'è possibile? com'è possibile che i panni......che i panni sono già asciutti?????????????


In un istante mi crollò addosso un muro di pietre taglienti che troncarono ogni mio briciolo di speranza quando lui con tono interrogativo e confuso mi rispose:


"ma...erano nella lavatrice, io li ho solo stesi".




(amo davvero tanto mio marito e in sua difesa dico che è un artista, sì, è l'unica scusante che ho...poi dai, aveva 22 anni...!!! e non è mai colpa solo dei figli...ehm...)


....

4 commenti on "L'uomo e le macchine...."

Marco on 21 dicembre 2008 alle ore 21:52 ha detto...

ciao,
però ci ha provato, non è poco.

i programmi della lavatrice li fanno a prova di maschio, sono indecifrabili.

ciao
follerumba

Pupottina on 21 dicembre 2008 alle ore 21:58 ha detto...

grazie dell'invito a leggerti...
ahahahahahahahah
simpatico il tuo maritino che ha trovato la soluzione sbagliata per far asciugare i panni se prima non li lava.... ahahahahah davvero comico....ma sì, bisogna essere comprensiva....

buon inizio settimana

ariapura on 22 dicembre 2008 alle ore 09:16 ha detto...

BUONGIORNO SOUL!
IN QUESTI GIORNI IL MIO PC STARA' A RIPOSO, PERCIO' NE APPROFITTO PER FARTI I MIEI PIU' SINCERI AUGURI DI BUON NATALE!
CON L'AUGURIO CHE TU POSSA TROVARE SOTTO L'ALBERO QUELLO CHE SOGNI DI PIU'
TI ABBRACCIO

Schizzo on 22 dicembre 2008 alle ore 21:06 ha detto...

ahahahahahahahahahahahahah
fantastici!!!!!

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