giovedì 22 gennaio 2009

In MALATTIA e in povertà

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, gennaio 22, 2009

Premessa:

sono consapevole di essere una donna fortunata. Mio marito si è impegnato a starmi accanto per tutta la vita quando aveva solo 22 anni. Mio marito mi ama a tal punto da preferire una serata a fare gli scemi per il centro di Bologna piuttosto che uscire con gli amici e per fortuna ha degli amici intelligenti che rispettano questo suo cambiamento di vita. Mio marito fa tutto (o quasi) ciò che gli chiedo, SE glielo chiedo. Svuotare la lavatrice e stendere i panni, pulire casa insieme a me una volta a settimana, prepararmi la cena se sono stanca. Ama venire insieme a me in centro per fare shopping, se non altro per sbirciare nel camerino mentre mi svesto e faccio la Jessica Rabbit della situazione davanti allo specchio. E' un amante altruista e non si sottrae alle riunioni parentali fatte di litigi e discussioni varie. Mi ama e non ne ho mai dubitato un solo secondo dall'ormai lontano 25 marzo 2005.


Premessa 2:

In cambio di tutto ciò, io mi sono trasformata nella donna meno rompiballe della terra. Qualsiasi sia la caricatura della donna rombiballe disegnata in film, sketch comici, chiacchiere tra amici e tristi e ormai sorpassati stereotipi, io sono l'esatto opposto. Non sto ad elencare tutto quello che faccio per mio marito, dal chiamarlo la mattina e fargli trovare la colazione pronta, al mettergli in ordine l'armadio, stirargli i vestiti, lavargli le mutande, accontentarlo nelle sue e nostre fantasie, essere sempre desiderabile e piegarmi sempre a chiedergli scusa pur di far pace, di chinque sia la colpa del litigio.

Ma soprattutto, mio marito è una persona libera. Libero di uscire se e quando gli pare, libero di occuparsi dei suoi hobby, libero di saltare le pulizie di casa per continuare un suo brano, libero di rimandare i lavori di casa per mesi e mesi, libero di tornare a casa stanco dal lavoro, approfittare della mia assenza per stravaccarsi sul divano e lasciarmi un casino incommensurabile in salotto. E' libero di veder sua moglie tornare a casa all'una di notte dopo aver provato col gruppo e trovarla con le lacrime agli occhi per un dolore lancinante alla pancia. E' libero di starsene assonnato sul divano in attesa di capire cosa debba fare per poi avvicinarsi a lei, indeciso sul come comportarsi, e chiederle "ti dispiace se vado a dormire"????


Detto ciò, è dura per me non lamentarmi di alcuni suoi comportamenti, pur non facendogli mancare la certezza che io LO AMO e SONO FELICE solo con lui. Mi chiedo se è normale che in qualsiasi modo io cerchi di esprimere la mia opinione riguardo a qualsiasi cosa possa darmi fastidio, lui mi accusa di accusarlo. E' il cane che si morde la coda. Ma d'altra parte non è lecito, ad esempio, chiedersi se il fatto che io stessi male fisicamente e lui se ne fosse tranquillamente andato a dormire possa stare a significare che non sono poi così tanto importante per lui? E' quantomeno lecito chiederselo o devo per forza ritenermi una rompiballe o incontentabile?
OK. Lo ammetto, un pò sono rompiballe. Forse è scritto nei nostri geni....avere bisogno di costanti certezze da parte dei nostri uomini!!

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