mercoledì 25 febbraio 2009

“questione di pelle”

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, febbraio 25, 2009 5 commenti

 

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E per rimanere in tema:

 

 

- Prego signorina s’accomodi, mi dica, come posso aiutarla?

 

- bhè dottore, basta guardarmi in faccia, ho una pelle problematica, sensibile, secca, spenta…insomma se si potesse fare qualcosa…

 

- prego, si accomodi sul lettino. Mmm…incredibile sembra più ruvida al tatto che alla vista.

 

Allora, guardi lei ha solo qualche piccola impurità e alcune macchie solari sotto la cute che però si vedono poco per via delle lentiggini, le do un bel trattamento da portare avanti per un mese, crema da viso per il giorno, tonico purificante all’acido glicolico per la sera e una maschera purificante da applicare una volta a settimana. Brucerà un po’, ma è sebo-equilibrante ed aiuta ad eliminare le impurità.

 

(driiiiiiiiiiiiiiin)

 

- mi scusi un attimo signorina, vado ad aprire.

C’è un ragazzo che dice di essere suo marito, lo faccio entrare?

 

- si si, è andato a parcheggiare la macchina ma confermo che è con me.

 

- allora iniziamo a scrivere le creme da comprare…

 

- ah grazie…ma per queste rughette qui intorno agli occhi?

 

- signorina non sono rughette, ma se si sente tirare le do anche una crema per il contorno degli occhi da applicare al mattino. Allora mi dice la sua età per cortesia così la inserisco nel sistema?

 

- 31

 

- ah, ma sembra molto più giovane tant’è che pensavo scherzasse quel ragazzo lì fuori quando ha detto di essere suo marito….mi scusi s l’ho chiamata signorina fino ad adesso…

 

- ma si figuri, anzi continui a non chiamarmi signora la prego!! Ma dice davvero riguardo all’età? Insomma si riferisce anche alla pelle??

 

- certo, immagino che se lo sarà già sentito dire molte altre volte

 

- in realtà non ricordo, si e no, ecco non lo so, sono in un momento in cui mi vedo davvero male

 

- guardi signora, non si faccia tanti problemi. Io le do questa cura che le farà scomparire le impurità sottocutanee, la crema darà una buona idratazione alla pelle e vedrà che fra un mesetto si sentirà meno in crisi. E’ giovanissima, le garantisco che ha ancora tempo prima di sentirsi vecchia.

 

- grazie dottore, allora ci vediamo fra un mese. Grazie ancora.

 

(saliti in macchina)

 

- amore?

 

- dimmi

 

- non so come, ma ho meno rughe stasera

 

- ah davvero?

 

- si, forse per il cambiamento di temperatura? Forse perché mangio meglio? Bho, che strano…

 

- certo amore, fammi indovinare. Per caso il dottore ti ha detto che le vedi solo tu le rughe?

 

- no ha detto solo che sembro più giovane e che devo smettere di farmi dei problemi ma…cosa c’entra?? Le rughe stranamente stasera non si vedono, è come quando vai dal dottore per un forte mal di pancia che hai avuto per una settimana e poi entri nel suo ambulatorio e non hai più nulla.

 

Scusa che cosa stai pensando? Che era tutto frutto della mia immaginazione?

 

- no no, assolutamente no. Anzi, è proprio tutto vero. Ieri sembravi mia nonna, oggi invece hai il viso di un neonato.

Se vuoi ti porto un attimo dall’otorinolaringoiatra così forse il setto nasale ti si raddrizza in un attimo…

 

 

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NOTA: torno a ripetere che potete sempre fare una donazione cliccando su DONAZIONE qui sulla colonna a sinistra della pagina…….

lunedì 23 febbraio 2009

Killing me softly

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, febbraio 23, 2009 8 commenti

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Invecchiare. Chi non teme questo naturale evento della specie umana?

Io ne ho una paura fottuta. E’ vero che, come ripetuto troppe volte, dentro mi sento ancora una fanciulla sedicenne, ma la corteccia esterna che avvolge questa creatura, dice ben altro. Le prime rughe, il corpo meno tonico, i capelli più spenti. Ora vi direte…seeee, ma hai solo 31 anni! Ebbene 31 anni o no, ho dovuto prendere coscienza del fatto che ORA è giunto il momento di prendermi cura di me. Basta junk food, basta dolciumi vari e snack pomeridiani, basta con la vita sedentaria e con la pigrizia da divano - letto, letto - divano.

 

E io che pensavo di cavarmela con le attività fisiche domestiche, con qualche giro di roller intorno al palazzo (ieri ho fatto 15 minuti e pensavo di aver fatto un’ora dal fiatone che avevo!). Io che pensavo che bastasse essere serene dentro per apparire belle fuori! Eh no! Infatti, se è vero che il DNA la dice lunga sull’invecchiamento di una donna, è anche vero che mia madre mi ha trasmesso sì la capacità di dimagrire ed ingrassare alla velocità della luce, ma mi ha anche tramandato aimè la sfiga di una pelle lentigginosa, sensibile, secca e più esposta all’invecchiamento cutaneo.

 

Ho cercato negli anni vari rimedi in creme, cremine e pasticche multi-vitaminiche e anti-radicali liberi per frenare il processo già visibile a 20 anni delle rughette intorno agli occhi, dei solchetti intorno alla bocca diventati ormai vere e proprie crepe. Ma nulla da fare. La natura continua a fare il suo corso.

 

Ho smesso di tingermi i capelli e di sottoporli a continui trattamenti di decolorazione e ri-colorazione, ho smesso di piastrali, ho preso la decisione di lasciarli crescere naturali, avendo la fortuna di provenire da una stirpe esente dai capelli bianchi prematuri (si pensi che mia madre ha quasi 60 anni e non ne ha uno solo). Eppure, li tocco e sono secchi, meno elastici. E mentre realizzo, mi prende l’ansia. L’ansia di invecchiare troppo in fretta.. Come se la giovinezza del mio animo fosse inversamente proporzionata a quella del mio corpo.

 

Allora mi dico che forse è un segno, che forse è tempo di crescere dentro per ringiovanire fuori, cosicché prima o poi le due realtà di sovrapporranno annullandosi e rendendomi splendida splendente.

E quindi vai con l’ennesima lista dei buoni propositi, che spero di rispettare almeno per i prossimi…mmmm…12 anni? No scusate, smetto di mentire a me stessa. Diciamo.. 12 mesi? Mmm…se mi conosco bene diciamo 6….

 

Insomma, intanto stilo la lista e poi vediamo se mi sembrerà convincente:

 

1) far sparire dal mio vocabolario e dalla mia vita il concetto di :

- merendine della macchinetta sotto il mio ufficio: addio twix, mars, addio mio caro Galac bianco, addio mie care patatine fonzies

- brioche alla crema del bar sotto casa il quale a causa di questa mia nuova vita da donna “sana”, andrà in fallimento!

 

- pane che accompagna la pasta, pane che accompagna la carne, pane pane e sempre pane.

 

- malattia da divano (prometto di toccare il sofficissimo e ampissimo divano di casa col mio popò solo dopo le 22.00.)

 

- malattia da pc (prometto di dedicare al pc una sessione serale massima di 20 minuti)

 

- McDonalds e burger king (e ora cosa faccio con il loro abbonamento speciale per clienti speciali alias consumatori assidui e habitué del locale?)

 

2) introdurre nel mio vocabolario e quindi nella mia vita il concetto di:

- frutta (e non solo le banane): sarà dura iniziare a 31 anni e riprendere quello che lasciai in sospeso durante la mia adolescenza. Iniziare ad amare tutta la frutta ed in particolare le mele (a 16 anni per mangiare uno spicchio ci impiegavo 20 minuti, mentre gli altri 3 si rinsecchivano piano piano e finivano nel piatto di mia madre che pur di non buttar via niente, li mangiava così, praticamente marroni).

- verdura (e possibilmente non solo l’insalata “già pronta da condire”): ho già dato un’occhiata sul web e devo dire che ci sono verdure di cui non conoscevo nemmeno l’aspetto….

 

- acqua: ebbene sì, devo forzarmi di bere questi dannatissimi 2 litri al giorno. Non so come, visto che una bottiglia da due litri dura sulla mia scrivania una settimana e che a casa bevo solo durante la cena. Su questo punto chiedo il vostro aiuto….esiste un metodo per riuscire a mandar giù due litri senza fare quella smorfia da “oddio non ce la faccio più, non riesco a mandarla giù”?? MI hanno parlato di tisane…poi ho sentito la parola finocchio, carciofo ecc ecc , allora penso che prima dovrò riuscire a mettere in pratica il punto sulla verdura, e poi questo sulla tisana alla verdura, a meno che bevendo 2 litri di tisana al finocchio io non unisca i due punti di cui sopra! Qualcuno/a può delucidarmi a tale proposito?

 

- sport: Bene. A noi due, caro DVD di Claudia Schiffer. Sei rimasto impolverato per così tanto tempo che mi chiedo se il lettore riuscirà ancora a leggerti o se mi ci vorrà la pazienza di scaricare i codec del 2005! Adesso io e te ci costringeremo ad incontrarci almeno una volta a settimana su in camera mia, e tu cara Claudia, dovrai dare il tuo meglio per dissuadermi dal fare una piccola pausa stendendomi sul letto. Certo Claudia, potrei spostare questo incontro nel soggiorno ma sarei troppo vicina alle merendine…hai ragione! Le merendine saranno rimpiazzate dalla frutta.

 

Come vuoi tu Claudia, basta che tu mi faccia dono del tuo girovita.

- sport bis: Poiché una lezione di aerobica a settimana, anche se a far da personal trainer ho al mio fianco la biondissima top-model, non sembra poter tonificare tutto ciò che c’è da tonificare, chiedo aiuto ai pattini. Pregandoli di non farmi prendere mai, nemmeno una mezza volta, una sola musata per terra. In cambio di questa promessa, io li farò roteare per almeno mezz’ora tre volte a settimana.

 

Ecco, non so come, quando e dove troverò il tempo e il coraggio di rispettare questi buoni propositi, considerando che ho atre attività da portare avanti, considerando che ho un marito che non sarebbe particolarmente contento di cenare con verdure alla griglia ogni sera e che non penso mi troverebbe molto interessante se mi baccasse in tutina a saltare come una scema davanti ad un plasma nel quale Claudia Schiffer, per niente sudata e con un gran sorriso, vi fa sentire tremendamente vecchia.

 

Ora ci rifletto bene, intanto cerco un modo per ridurre l’acquolina che mi si sta formando in bocca da quando la mia collega ha tirato fuori dal cesto il suo pasto e me l’ha messo sotto il naso chiedendomi, ne vuoi un po’?

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3) aggiungo un ultimo punto: uccidere la mia collega.

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venerdì 20 febbraio 2009

F. D. M.

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, febbraio 20, 2009 8 commenti

E' entrare alla coop a 10 km da casa tua con l'intento di fare la spesa causa desolazione di un frigo più vuoto di quando l'hai comprato. Almeno all'epoca c'era il foglietto delle istruzioni..

E' prender due piccoli cesti a rotelle, uno per te e uno per lui e riempirli di generi ortofrutticoli vari (non prima di aver accuratamente pesato e incartellinato tutto) fino a farli strabordare.

E' baciarvi fra gli scaffali del supermercato (questa è una nostra costante che ci insegue da ormai 4 anni), fare gli idioti e vedervi puntati gli occhi incuriositi della gente e andarne pure fieri!

E'girare mano nella mano trainandovi i due cesti e, sprovvisti di una lista che avrebbe senz'altro facilitato la vostra impresa, fermarvi nel bel mezzo dei reparti a parlare di tutt'altro mentre la piccola parte ancora sana di neuroni cerca disperatamente di farvi tornare in mente cosa diavolo siete venuti a fare lì!

E' arrivare alle casse e non voler fare la fila, optare per le nuovissime casse automatiche che tanto non sa usare ancora nessuno.

E' rendervi conto che sono dedicate solamente a chi ha un massimo di 15 articoli e decidere quindi di separarvi e di usarne due.

E' vedere tuo marito che mentre tu sei praticamente alla fase finale dell'acquisto, non ha ancora capito che prima di iniziare a passare gli articoli tramite il codice a barre sullo scanner di lettura ad infrarossi, deve selezionare la lingua italiana sul display.

E' avere un Asiatico dietro di te che ti viene vicino e ti chiede se può passare prima lui cha ha solo due articoli e tu gli spieghi che ormai stai per pagare e lo pregi affinché si metta buono buono in fila ad aspettare!

E' prendere il portafoglio, aprirlo e renderti conto che non c'è il bancomat.

E' girarti verso tuo marito, ancora al quinto articolo da scannerizzare e guardarlo paonazza mentre gli dici "amore, non trovo il bancomat...dammi il tuo".

E' tuo marito che ti risponde "ma cazzo, te l'avevo detto che ho lasciato il portafoglio a casa"!

E' sentire il panico salire, è vedere i 4 sacchetti pieni vicino alla tua cassa automatica con la pseudo-assistente straniera che ti dice "signora, qui ancora tu devi pagare!".

E' risponderle con fare nervoso "eh, ho capito, ma non trovo il bancomat!! me l'avranno rubato!" mentre ti appare un flash di te che lo lasci da decathlon qualche giorno prima e ti daresti un pugno in faccia da sola.

E' vedere la fila che si allunga sempre più, è sudare freddo, è prendere tuo marito da parte e lasciare tutto lì, i suoi articoli ancora nel cesto, i tuoi sacchetti pieni per terra la straniera che ti guarda incazzata.

E' discutere con tuo marito sulla prossima mossa, su come calmarsi e prendere in mano la situazione e mentre cerchi di tornare in te, la straniera ti dà una pacchetta sulla spalla, tu ti giri e lei ti allunga i guanti e la sciarpa che avevi dimenticato nella cesta vuota.

E' defilarti mentre la cassiera si distrae un attimo intenta a raccogliere le vostre cose e a chiamare una sua collega per aiutarla a togliere di mezzo tutto quel casino.

E' sparire sotto gli occhi di tutti quelli che pochi minuti prima vi guardavano incuriositi e con un velo di invidia, perché siete una
bella giovane coppia affiatata...
è pensare a che Figura Di Merda c'avete fatto, mentre salite in macchina, destinazione Mc Donalds. Lì almeno, i 15 euro nel portafoglio vi basteranno.

giovedì 19 febbraio 2009

La risposta in un film da oscar

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, febbraio 19, 2009 9 commenti


Questo blog inizialmente è stato concepito per parlare di me stessa, del mio percorso di vita con mio marito, di musica e di quanto le parole possano scuotere l'anima.
Mi ero promessa di non parlare di politica, né di affrontare tematiche di attualità, e ancor meno di dare la mia opinione su polemiche di varia natura sbandierate già abbastanza dai media.

Ma questa piccola eccezione è d'obbligo. Vorrei parlarvi della mia indignazione nei confronti di chi si spaccia per uno psicanalista da quattro soldi, parla di Freud e racconta la storiella (secondo lui a lieto fine) del suo amico gay guarito dalla "frociaggine".
Poi ci penso e mi dico meglio non andare avanti perché chiunque abbia anche solo un briciolo di buon senso penserà che questo testo si commenta da solo:


LUCA ERA GAY
INTRO:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo,

1° STROFA:
Luca dice: prima di raccontare il mio cambiamento sessuale volevo chiarire che
se credo in Dio non mi riconosco nel pensiero dell’uomo che su questo
argomento è diviso, non sono andato da psicologi psichiatri preti o scienziati sono andato nel mio
passato ho scavato e ho capito tante cose di me
mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle
sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni
mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo ma i a parlare stava fuori
tutto il giorno per lavoro io avevo l’impressione che non fosse troppo vero
mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre
disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere
mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità
delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa

RITORNELLO:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo

2° STROFA:
sono un altro uomo ma in quel momento cercavo risposte mi vergognavo e le
cercavo di nascosto c’era chi mi diceva “è naturale” io studiavo Freud non la
pensava uguale
poi arrivò la maturità ma non sapevo che cos’era la felicità un uomo grande mi
fece tremare il cuore ed è lì che ho scoperto di essere omosessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era e io credevo fosse amore si
con lui riuscivo ad essere me stesso poi sembrava una gara a chi faceva meglio
il sesso
e mi sentivo un colpevole prima o poi lo prendono ma se spariscono le prove poi
lo assolvono cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini per
non tradire mia madre

2° RITORNELLO:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo ,

SPECIAL:
Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci
tradivamo io cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità
poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che non c’entrava niente lei mi
ascoltava lei mi spogliava lei mi capiva ricordo solo che il giorno dopo mi
mancava
questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guarigione
caro papà ti ho perdonato anche se qua non sei più tornato
mamma ti penso spesso ti voglio bene e a volte ho ancora il tuo riflesso ma
adesso sono padre e sono innamorato dell’unica donna che io abbia mai amato

RITORNELLO FINALE:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo



Oltre a trovare il suddetto testo stilisticamente banale, concettualmente stupido, infantile ed ignorante, non concepisco e condanno la possibilità data al suo autore di recitarlo in mondovisione nel contesto di una manifestazione nazionale cui unico scopo dovrebbe essere quello di rappresentare e premiare la migliore canzone Italiana gareggiando tra le canzoni più rappresentative di questo paese fatto d'amore, di sole, di pasta e mandolino...
Non dico che dovremmo aspettarci l'ennesimo brano strappalacrime, l'ennesima ballade giorgiana, l'ennesima canzonetta napoletana, benvengano le novità, la ricerca di sonorità attuali e qualitativamente più mature, benvengano i testi particolari, le figure retoriche (ma non la retorica), benvenga l'ironia e la leggerezza per dar spazio alle qualità vocali di un interperete.
Ma questo brano no. Non è accettabile.

Perchè? molti di voi si chiederanno "ma cosa c'è di male?" cosa c'è di male???

Bene, la risposta l'avrete con questo film, che io consiglio vivamente a TUTTI.

In programmazione nelle sale questa settimana e speriamo anche la prossima. Non cercatelo nel Multisala vicino a casa vostra, troppo pieno di film davvero di gran spessore quali Italians, ex e compagnia bella. Lo troverete nei cinema di una volta, di quelli nascosti in stradin isolate nel centro della vostra città.

Questo film , diretto da un regista del calibro di Gus Van Sant (vedi Will Hunting - Genio ribelle a altri film che troverete in questa filmografia), è involontariamente una risposta al brano di Povia. Una risposta che non lascia spazio ad altri commenti.

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martedì 17 febbraio 2009

Piccole donne crescono

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, febbraio 17, 2009 4 commenti

Ditemi che non sono pazza. Ok, ammetto di non essere del tutto normale, di avere la sindrome di Peter Pan, di esser sempre stata un maschiaccio, anche sotto questo mio aspetto che non lascia ombra di dubbio sul mio genere di appartenenza, di non comportarmi esattamente come ci si aspetterebbe da una "donna ormai fatta", già entrata a far parte del gruppo degli "-anta".

Ditemi che anche voi da bambini avevate una, dieci, mille passioni, dal cantante preferito, al gruppo del cuore, al personaggio di Beverly Hills 90210 di cui cercavate il poster nel "Cioè" di ogni mese. Che anche voi sguazzavate in quella libertà che solo i momenti di gioco con i vostri amichetti potevano regalarvi, dal gioco dell'elastico, al salto con la corda, al vostro sacchettino pieno di biglie di varie dimensioni e dai colori simili agli occhi di un felino, da giocarvi durante l'ora della ricreazione, con l'aria di sfida di chi sa quante lacrime verserà se toccherà a lui perdere quella piccola sfera contenente tutta la magia che solo un bambino può riconoscervi..

Ditemi cha anche voi tornavate a casa con una nota sul diario, che vostra madre vi sgridava e due minuti dopo vi ritrovavate in cortile a giocare a pallone con il vicino, o nel giardino a giocare a nascondino, intorno all'isolato sulla vostra bicicletta...a respirare aria di libertà incontaminata ed incondizionabile.

Ecco, io trovavo la pura essenza di questa sensazione di leggerezza quando indossavo loro:
i miei pattini.

A sette anni me ne regalarono un paio che si allacciava alla scarpa. Una vera e propria arma di autodistruzione per chiunque osasse provare a domarla. Stare in piedi su quegli attrezzi equivaleva a stare in equilibio su 8 biglie, lasciate scivolare su un parquet cosparso di cera d'api.
Mi ci vollero mesi di lividi sul posteriore, mesi di cadute che non poche cicatrici lasciarono sulle mie magrissime gambe, mesi di posture comiche da far invidia a Charlie Chaplin.

Finché un giorno, eccomi glissare sul piazzale del giardino, in equilibrio, ginocchia leggermente piegate (avevo finalmente scoperto la legge fisica del baricentro), braccia in avanti per poter afferrare il primo appiglio che mi si sarebbe presentato davanti e mi avrebbe dato finalmente la possibilità di frenare. Sì, perché quei pattini non erano dotati di quel bozzolo gommoso che oggigiorno troviamo sui pattini a rotelle classici chiamato FRENO. All'epoca frenavi tuffandoti a terra nemmeno tu fossi uno stant-man, o ancora peggio spiaccicandoti contro il muro esterno di casa, spesso e volentieri composto da pareti ruvide e dalla superficie appuntita.

A dieci anni ero ormai un'abile pattinatrice. Certo, le mille altre attività in cui mi cimentai con costanza pari al mio rendimento scolastico (a voi il beneficio del dubbio) quali pallavolo, basket, nuoto, non permettevano un mio costante allenamento sui miei "amici a quattro ruote" ma bastavano quelle lunghe domeniche in cui mia madre ci portava al Bois de la Cambre (uno dei boschi più belli e conosciuti di Bruxelles) dandomi la possibilità di pattinare per ore ed ore sulla pista appositamente costruita, dal pavimento liscio e dal diametro incommensurabile per una bambina così piccola (in senso di età s'intende, poiché a 10 anni ero già la SIGNORINA più alta della classe; molto tempo prima dello sviluppo adolescenziale di tutto il resto della classe che poi divenne più alto di me).

Se chiudo gli occhi lhjioorhnòbòjkgi ok, scusate, li riapro.

Dicevo, se potessi chiudere gli occhi scrivendo, rivedrei mia madre lì, seduta ad un tavolino della Crêperie, sorseggiando la sua tazza di cioccolata calda, mentre lo scapolo del tavolo di fianco cerca di rubarle una parola o due (e spesso ci riusciva), mio fratello sulla sua biciclettina a perdersi per i mille vialetti del bosco allontanandosi sempre più, fin quando mia madre si alzava dal tavolino, urlava il suo nome e lui tornava indietro seguito da venti bambini di cui era diventato leader indiscusso.

Io pattinavo, spesso portavo con me il mio walk-man e potevo fare lo stesso giro antiorario per cinque ore consecutive, con qualche sosta coca-cola o the al limone. Ai miei piedi uno scarponcino azzurro, rosa e nero, ruote di plastica fucsia e sulla mia faccia il sorriso della pura e semplice felicità.

Questi miei nuovi pattini a rotelle versione stivaletto (penso il più apprezzato tra i mille regali di Natale ricevuti in vita mia) mi seguivano ovunque, in Italia durante le vacanze estive (dove li sfoggiavo alla Mazzanta a Vada (LI), e nella strada sotto casa dei miei nonni.
Li portavo giù in Puglia dai parenti di mio padre ma lì aimé non vi erano piste di pattinaggio e le strade non si prestavano a tale attività.

Mano a mano che i tempi difficilissimi dell'adolescenza (maledetta adolescenza) si avvicinavano, i miei pattini subivano la solitudine e l'abbandono. Le quattro ruote infatti stavano per essere accantonate in seguito alla mia scoperta di uno scarponcino ben più leggero e affascinante: il pattino da ghiaccio.
Andava di moda in quel periodo a Bruxelles andare a pattinare sul ghiaccio il venerdì sera, in una pista adiacente ad una tra le più grandi strutture sportive della metropoli.
Il venerdì e il sabato sera, intenti a rimorchiare e a farci rimorchiare a suon di musica house e commerciale, eccoci tutti in pista.

Col tempo i miei pattini sono rimasti sepolti sotto altre nuove passioni, musica, teatro, danza, ragazzi, trucco, moda, viaggi. Quella custodia di pastica contenente i miei scarpoincini misura 35 è andata persa con i vari traslochi, ha vissuto la trasformazione di una bambina in donna e il duro percorso e i cambiamenti che la vita riserva ad una famiglia composta da 4 persone.

La sorpresa.
Qualche mese fa la carrambata tra me e i miei pattini. Cercando in scatoloni polverosi varie foto di classe da mettere su facebook, ho ritrovato lei, la custodia contenente i miei amici d'infanzia inseparabili. Non vi nascondo che non sono riuscita a trattenere le lacrime. Io lì seduta in una cantina, ad abbracciare una coppia di pattini a rotelle. Ho provato anche ad infilarli, sì, così per sfizio, a volte sembra che il mio piede si adatti a qualsiasi piccola misura (avete presente
quei piedi che portano il 35 ma anche il 37?? ecco questi sono i miei!), ma aimé eccomi di fronte all'innegabile verità di non aver mai indossato i miei pattini con la con la consapevolezza che sarebbe stata la nostra ultima volta . Chissà, forse è stato meglio così, averli abbandonati inconsapevolmente.


Poi un sogno.
Venerdì notte sogno e al risveglio ricordo tutto. Sogno di comprare un paio di roller, la versione adulta dei miei pattini a rotelle, li sogno neri con sfumature fucsia, sogno di infilarli e correre, pattinare per le strade di Bologna, con l'aria nei capelli e quella sensazione di libertà che solo i miei ricordi potevano riconoscere.

Il richiamo.
Sabato mattina mi alzo, mi vesto, dall'emozione non mi trucco e copro la stanchezza con occhiali scuri, esco di casa, prendo la macchina e arrivo davanti a Decathlon. Parcheggio, entro quasi con affanno e mi ritrovo davanti al reparto per gli skater, i pattinatori e per i rollerbladers. Prendo due, tre, quattro paia di pattini, quelli classici (due coppie di ruote su due file) e i roller in-line (4 ruote in una fila centrale). E' stata dura la scelta fra quelli classici e più vicini ai miei ricordi e quelli di ultima generazione....ma è anche giusto che l'essere umano impari, almeno in alcuni ambiti, ad adattarsi alle novità.


Infilo il primo paio e provo a farci qualche metro. Giusto il tempo per i miei neuroni assonnati di capire che mi trovo su otto rotelle di plastica ed eccomi a slittare tra gli scaffali del decathlon sotto gli occhi incuriositi e divertiti dei bambini....

Ne ho comprato un paio nero con sfumature di color fucsia, sono tornata a casa con un sorriso particolarmente fresco ed infantile che mio marito giura di non aver mai visto sul mio volto prima d'ora.
Ho passato tre ore di sabato e due di domenica a pattinare sotto casa, ieri ne sentivo già la mancanza poiché tornata a casa dal lavoro era già troppo buio e quindi oggi, bhè, oggi......

(ditemi che non sono pazza, ditemi che anche voi l'avreste fatto.....)

...mi sono portata i pattini al lavoro e sono tornata bambina per un'ora, durante la pausa pranzo.


E chi se ne frega se i miei colleghi mi hanno presa per una squilibrata. Consiglierei a chiunque di recuperare un pezzo d'infanzia dagli scaffali polverosi della memoria e di risvegliarlo, restituirgli la vita e far sì che diventi parte del proprio presente. E' una sensazione di ritrovata appartenenza, di completezza, di leggerezza.
Oggi per un istante...mi è quasi parso di sentire il profumo della Crêperie del Bois de la Cambre.....

domenica 15 febbraio 2009

amore

Pubblicato da Micha Soul alle domenica, febbraio 15, 2009 6 commenti

Una panchina sotto ad un portico, lui la sta aspettando. E' il 25 marzo, l'aria è fresca e primaverile, i colori sono luminosi ed accesi. Hanno appuntamento alle 18.00 ma lui è lì già da dieci minuti. Sa quanto lei ami la puntualità. Ormai la conosce da un paio d'anni, la sorella di uno dei suoi più cari amici. Con lei ha scambiato poche parole, molti sguardi, ha conviviso sbornie e palchi, ha parlato di musica e ha discusso sulle loro affinità e differenze in ambito musicale, l'ha fatta ridere, l'ha involontariamente incuriosita con il suo carattere introverso e i suoi testi sofferti. Sorride pensando alle volte in cui prima di andarsene da casa sua, davanti agli altri lei nel salutarlo tentava di rubargli un bacio quando nessuno guardava. Ride quando pensa alla risposta del suo amico quando incredulo gli rivelava quel beffardo tentativo..."lei cerca di baciarti in bocca? ahahah, ma valà vez!!". Sospira pensando a quelle riunioni in cui tutti e quattro sedevano intorno ad un tavolo per parlare della promozione del disco, dei prossimi progetti, di compiti da dividere. Qualla volta in cui lei si assentò per cinque minuti con la scusa di andare in bagno e a lui arrivò quel sms... "ti salterei addosso". Gli manca il respiro quando pensa all'imbarazzo nel leggere quel messaggio davanti al fratello di colei che in quel momento desiderava con tutto se stesso.
Eccola. Oddio quant' è figa, ma che ci faccio qui? no, no, devo parlarle e dirle che non si può proprio fare, è una pessima idea, suo fratello chiude con tutti e due, il futuro del gruppo rischierebbe di essere compromesso, magari vuole solo un'avventura, sì, potremmo anche solo scopare una sera e poi...e poi cosa?? e poi come la guardo dopo e come guardo suo fratello?? se lui lo sapesse finirebbe a botte...senza contare che lei è innamorata di un altro, è appena uscita da una storia difficile, da una convivenza, ma cosa vuole da me? perché sono qui? poi è una donna, cazzo, io non ho la minima idea di quanti uomini abbia avuto e di quante ne abbia viste, ha 27 anni, cinque più di me, ha viaggiato, si è laureata quando mi sono diplomato...quante me ne ha raccontate di quegli anni passati all'università, lei stessa mi ha rivelato di essere difficile, di stufarsi facilmente, di averne combinate di tutti i colori, ha convissuto con un quarantenne, e so che pensa ancora a lui... insomma tutte cose che mi fanno impazzire ma da qui non ne esco intero...ma sì dai, alla fine avrà bisogno di svagarsi un pò, beviamo un bicchiere o due e poi la riporto a casa e amici come prima"

Si salutano, lei lo prende a braccetto e si dirigono verso via del Pratello, scelgono un localino a caso, si siedono ed ordinano la prima birra, poi la seconda, un bicchiere di vino, un secondo...ordinano le friselle al pomodoro e ridono perché lei riesce ad ungersi anche il mignolo...sono lì seduti e parlano, si divertono e raramente riescono a guardarsi negli occhi per più di cinque secondi...affrontano qualsiasi argomento, parlano della loro infanzia, di aprono, si commuovono, iniziano a conoscersi meglio e sono felici di riuscire a parlarsi con così tanta naturalezza. Il tempo scorre ma tutto sembra andare avanti a rallentatore, la temperatura un pò troppo alta, la testa piena di bollicine, le mini-vertigini del buonumore regalate dal vino, una seconda passeggiata, un terzo localino, eccoli seduti davanti ad un portone della piccola via bolognese, a pochi passi gente che brinda, festeggia, urla, balla, un via vai di giovani dai capelli dai mille colori... eccoli guardarsi negli occhi per più di cinque secondi, lei ammette che è meglio lasciar stare, che non è cosa, lui risponde che è perfettamente d'accordo, che sarebbe una stupidaggine, che lei ha solo bisogno di schiarirsi le idee, di chiudere definitivamente con una persona che l'ha annientata, deve ritrovare la sua sicurezza, non nel letto dell'ennesimo capriccio, ma nelle sue capacità, nella sua autostima e mentre lei parla lui la guarda e non resiste, le dice che è bellissima e lei ricambia lo sguardo, risponde timidamente con un grazie, due secondi di silenzio e le loro bocche si incontrano.

Ora sono sposati da due anni e mezzo. Hanno comprato una casa insieme, condividono la loro passione per la musica, litigano animatamente e poche ore dopo fanno pace, ogni tanto escono come quella prima sera, bevono, ridono e si divertono. Subiscono lo stress della quotidianità e la sopprimono con week-end passati tête à tête in baite di montagna o nei bed and breakfast dei più bei paesini Italiani da scoprire insieme...

Ieri era San valentino, lui cantava in un centro sociale, lei a casa disegnava l'armadio a muro per l'antibagno.

Dedico questa storia d'Amore all'uomo che mi ha resa felice nonché una donna finalmente sicura di sè , a colui il quale è riuscito a migliorarmi, a completarmi, a mettermi in gioco. Chissà che non possa dare un pò di speranza a chi nell'amore non ci crede più. A chi non crede nelle favole. Non sono in grado di dare consigli o di creare l'ennesima rubrica che dà le mille risposte su come essere felicemente sposate. Posso solo testimoniare con la mia piccola grande storia d'amore. Nata con impulso e tenuta in vita con intelligenza. Con la consapevolezza che non sarà mai del tutto facile e che nei momenti di crisi quel che conta è ripensare a quei cinque secondi in cui i nostri occhi si sono guardati, parlati, trovati e capiti.

venerdì 13 febbraio 2009

Istruzioni per l'uso

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, febbraio 13, 2009 3 commenti
Ho visto cose che voi umani non potreste mai nemmeno lontanamente immaginare.

Più che vedere, ho sentito.

Ho sentito voci delicate, voci forzate, voci nasali e voci rauche.

Ho sentito il genio nella voce delle persone che sono nate per trasformare in note le loro emozioni. Ho sentito voci banali, di quelle voci intonate, anonime e senza personalità.

Ho sentito la verità di una passione modulata da un vibrando ineccepibile, ho assorbito la tristezza da coloro i quali mi usano per rinascere, per esprimere la loro vera essenza, quella che solo io riesco a cogliere. Ho sentito note piegate e ferite fino a far sanguinare il mio involucro, ho sentito note calde, potenti, perfette nei loro acuti e nelle loro cadute sospirate.

Ho anche sentito mani. Mani sudate ed inesperte, mani tremolanti ed insicure. Mani calde e delicate, con quella loro abilità nel sapermi sorreggere con la leggerezza ed estetica di chi ha rispetto per la mia emotività.

Mani ruvide e disperate, di quelle mani che mi stringono sempre più forte, a mano a mano che la voce aumenta di volume e gli stumenti sembrano impazziti.

E ho sentito labbra, labbra sottili e timide che temono il mio contatto, labbra morbide e succose che si appoggiano su di me avidamente, aliti nervosi e pestilenziali, aliti freschi e inodori.

Amo essere ciò che sono, amo scoprire l’essere umano attraverso la voce della sua anima, mi piace esser conteso per le mie caratteristiche che mi rendono unico nel mio genere, il mio aspetto, le mie qualità tecniche, la mia resistenza al tempo e la mia efficacia; amo aver il potere di espandere un messaggio e di rendere potente colui il quale il messaggio me lo sussurra all’orecchio.

Ho solo una cosa da chiedere, umilmente, a capo chino, senza voler risultare pretenzioso….un piccolo favore in cambio dei miei servizi, delle volte in cui per ore ed ore mi tocca sopportare utenti poco pratici e ancor meno piacevoli……


Vi prego signori, premete quel tastino OFF prima di staccarmi la spina!


giovedì 12 febbraio 2009

Singletudine (LUI)

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, febbraio 12, 2009 5 commenti

Se fossi single
Abiterei in un bilocale con qualche amico che non conosce il significato della verbo "urlare" e non sa cosa vuol dire lo sbattimento. Il rito della pulizia domenicale non sarebbe altro che una danza irregolare di 3 uomini che non sanno bene cosa fare e perchè lo fanno.

Se fossi single
Avrei ancora una Fiat Punto scassata e sporchissima pronta ad ogni serata che come sinonimo porta guerriglia, e nonostante le scosse e le tirate sarebbe ancora viva..
la mia punto mcloud.

Se fossi single
Avrei pochi vestiti, ma questi avrebbero la facoltà di farsi scegliere nella maniera piu antiestetica che esista, costruendo abbinamenti al limite della follia, ma riconoscendo nella mia figura una parvenza di originalità e soprattutto facendo trasparire un menefreghismo totale riguardo al giudizio della gente.

Se fossi single
Mi sveglierei la mattina come di consueto in stato comatoso , ma con la piccola importantissima libertà di trattare male chi mi pare, insultare i deficenti in macchina, guidare come un pazzo, e scambiare insulti con il resto del genere umano, specialmente maschile, perchè sì sul momento ci si odia, ma è una cosa che al mattino serve ad entrambi.

Se fossi single
Nel week-end sarei un inguaribile ubriacone romantico, di quelli che sanno che la notte è giovane, e che con l'alcool in corpo hai buone attenuanti se abbracci qualcuno, se urli frasi senza senso, se canti a squarciagola le canzoni di Pappalardo stonandole, se torni a casa ad orari improponibili compromettendo la giornata seguente... compromettendo? nulla è compromesso nella vita da single.

Se fossi single
Lo sport si ridurrebbe a partite di calcio di dubbia durata su campi che non si sono più imbatutti in un tagliearba dalla fine della seconda guerra mondiale. E noi a passarci la palla con l'agonismo di 10 mufloni strafatti di droghe che tutto possono, tranne il farti correre a ritmi sostenuti.

Se fossi single
Ogni critica del mondo mi scivolerebbe addosso data l'innata consapevolezza di essere io nel giusto e tu lo stolto, in ogni caso avrei l'incredibile libertà di mandarti a quel paese senza doverne subire le inutili conseguenze.

Se fossi single
Approfitterei d'ogni donzella, se più di una alla volta ancora meglio, che mi si presenti ogni volta che scendo da un palco dopo una performance da superrapper, e godrei dell'immensa autostima che dà il fatto di passare una serata con lei che a malapena sa il tuo vero nome, ma che è realmente innamorata di come scrivi e del personaggio che sei.

Se fossi single
Andrei a dire in giro che sono sposato perchè si cucca di piu.

Se fossi single
Andrei a fare le vacanze con amici che come me vogliono stare solo lontani da tutto e da tutti, con la prerogativa fondamentale di fare della notte una compagna di viaggio in più, ritrovandoci quindi all'andata con un biglietto per una località balneare, e al ritorno ancora meno abbronzati di prima.

Se fossi single
Anche se non lo amo guarderei un sacco di partite di calcio.

Se fossi single
Mangerei ad orari improponibili, ridendo del fatto che sono una persona davvero disorganizzata.

Se fossi single
Goderei del mio disordine perchè anche se appare come tale riesco sempre a trovare quello che cerco.

E' sempre bello pensarsi da soli, soprattutto quando vivi la tua vita a contatto costante con un'altra persona, che non sempre è cosi godibile. Ma spesso ci dimentichiamo che quando eravamo soli sì, forse facevamo piu cose, ma erano più che evidenti alcune lacune affettive che vengono colmate solo con la "A" maiuscola di amore...

quel vento che ti accarezza il viso quando sei triste e che t'accarezza il portafoglio quando è triste lei.

mercoledì 11 febbraio 2009

Singletudine (LEI)

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, febbraio 11, 2009 5 commenti


se fossi single
mi ritroverei con un debito in banca che nemmeno Tronchetti Provera riuscirebbe a far meglio
se fossi single
avrei il frigorifero sempre vuoto e l'asse da stiro sarebbe trasformata in un oggetto ornamentale moderno
se fossi single
abiterei in un bilocale con due amici gay e uscirei di casa ad ogni ora vestita da vamp manco abitassi a Camden Town
se fossi single
il mio cellulare suonerebbe ininterrottamente e se un giorno dovesse capitarmi di uscire di casa con la batteria scarica mi dispererei manco fossi marco masini
se fossi single
cercherei l'uomo della mia vita nei posti in cui è impossibile trovarlo perché alla fin fine meglio rimanere single
se fossi single
ogni mese pregherei di non essere incinta
se fossi single
avrei un lavoro che mi piace anche se con contratto a progetto
se fossi single
urlerei solo per dire ai miei due coinquilini di abbassare la musica
se fossi single
non riuscirei ad uscire di casa struccata e avrei un taglio di capelli personalizzato per ogni stagione
se fossi single
probabilmente mi troverei ogni mese in un paese diverso, avrei un amante in ogni paese e alla fine mi renderei conto che l'Italia resta comunque il più bello del mondo e non me ne lamenterei ogni santissimo giorno
se fossi single non guarderei mai la TV
se fossi single seguirei corsi di cucina orientale, suonerei l'armonica, mi iscriverei a lezioni si ballo latino-americano e mi struscerei al maestro cubano con un fisico da paura, prenderei un attestato per diventare maestra di Yoga, imparerei a lavorare a maglia e conoscerei a memoria tutti i locali di Bolognaì....
..........

Ho iniziato a scrivere questo post con l'intenzione di chiudere dicendo che poiché sono sposata tutto ciò di cui sopra rimane solo una lontana e inafferrabile fantasia e che poiché sono innamorata pazza, lui vale più di ogni altra cosa e alla fine forse non sarei stata felice come lo sono ora...e bla bla bla bla bla e ancora bla....

Eppure a mano a mano che stilavo questa lista mi veniva da pensare una cosa sola .....

ma come mi è venuto in mente di scrivere un post del genere???? Si può essere più masochiste di così???????!!!!!

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giovedì 5 febbraio 2009

POST-IT

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, febbraio 05, 2009 6 commenti


C'è nessuno???? ok, sto mettendo giù le armi e ho le mani alzate...ora al mio tre vengo verso di voi, non farò scherzi e se vorrete potrete ascoltarmi....







uno ......due ..................tre

Sono sopravvissuta alla mia stessa guerra. L'angelo contro il diavolo, gli ormoni contro la ragione, la donna contro l'infante. Vi chiedo di perdonare un mio momento di impeto, di impulsività.

C'est comme ça. Sono una donna, con i miei alti e bassi. E lo ammetto, sono una grandissima rompiballe durante il periodo premestruale. E' un qualcosa che non riesco a controllare. Mi prende dallo stomaco, sale fino ai mille neuroni impazziti e dico stronzate, faccio stronzate, consapevole di pentirmi molto presto di qualsiasi mia mossa o parola.


La vittima numero uno di questa carneficina non può che essere il mio povero marito (approfitto del post per ricordarvi che sulla colonna di sinistra troverete un pulsantino tramite il quale potrete effettuare una donazione per la salvaguardia dell'uomo paziens). Infatti, se da una parte cerco di contenermi sul lavoro, con gli amici (già son pochi, ci mancherebbe pure che mi sfogassi con loro) e con i genitori (pensate che sarei così poco furba da dar loro un pretesto per farmi la morale e cercare trasformare il mio esaurimento da abbassamento di progesterone in una vera e propria depressione?), LUI e solo LUI diventa il capro espriatorio del mio malessere, anzi, come direbbe l'infante che è in me "il capo ispiratorio" ovvero colui che ispira la mia rottura di palle.

Succede soprattutto quando lui è al volante e io, seduta alla sua destra, con fare sbuffoso, annoiato, triste, malinconico, e molto, molto irritabile, estremamente irritabile, rischio di scatenare litigi degni della guerra dei Rose.
Basta una qualsiasi scintilla, una minuscola, praticamente impercettibile ragione per inacidire l'aria che fino a quel momento sapeva di pace e di tranquillità, di rosa e di vaniglia.

Il telefonino che squilla e lui che risponde. La distanza di sicurezza che non mantiene. Il dosso che non ha visto. Per forza, si è dimenticato di mettere gli occhiali! basta anche solo un suo consiglio che puzza di critica. "Ti stanno venendo vero?"............................


ti stanno venendo vero?


ti stanno venendo vero?

ti stanno venendo vero?


Io non sono una donna violenta e non amo particolarmente alzare la voce ma nella maggior parte dei casi, arrivati a questa frase, finisco per tirar fuori i termini avvocato, valigia, divorzio, bastardo, ti odio.


Chiaramente, entrambi sappiamo che LUI ha ragione, che un essere disgustoso si è impossessato di me, che mi sto trasformando nel mostro di Lockness (che ha anche un nome: si chiama "madness"), siamo entrambi coscienti del fatto che la ragione si è presa le sue consuete ferie mensili e le mie poche risorse umane rimaste hanno deciso di assumere a tempo determinato un lavoratore iperattivo ed incazzoso.

Ma ieri sera amici miei ho avuto un'illuminazione e penso di aver trovato la soluzione a tutto.

Il POST-IT.

Ho deciso che da ora in poi, a partire dal ventesimo giorno del ciclo, inizierò ad andare in giro munita di blocchi enormi di post-it. E così, quando in macchina saliranno quelle mitragliate di frasi dallo stomaco e non mi sarà possibile fermarle, invece di farle proseguire dalla mente alla bocca, verranno deviate in direzione della mano cosicché la mano muoverà il pennarello nero ed inizierà a scrivere frasi brevi, concise, instintive....quasi fossero piccoli frammenti di un elettrocardiogramma impazzito.


"se rispondi a quel telefonino ti ammazzo" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"è inutile che dici dimmi in fretta che sto guidando" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto



"tanto sai bene che la persona dall'altra parte ti dirà qualcosa di importante" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto



"e tu farai domande e alla fine ci starai cinque minuti di fila" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto



"Non puoi semplicemente NON rispondere o dire ti chiamo dopo" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto



"e poi mettere giù subito??" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto



"d'altra parte hai degli amici deficenti" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto



"attentoooo" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"guarda che le strisce pedonali servono ai pedoni per passare" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"non per aspettare il momento in cui NON rischieranno di essere messi sotto" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"da uno come te" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"che palle" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"non mi chiedere cosa c'ho" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"non ho niente" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"ho solo avuto una giornata di merda" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"voglio partire e non tornare più" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"non ti sei nemmeno fatto la barba stamattina" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"sempre con ste sigarette" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"mi nausei" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

"questa macchina è lurida" stacco il post-it e lo appiccico sul cruscotto

.....

Dal canto suo, mio marito osserva una donna che scrive su post-it gialli fosforescenti, lo fa con ardore e poi li attacca davanti a sé. Lui parla, si soffia il naso, fuma una sigaretta ed intanto lei prende appunti....La trova sexi nel suo modo di ricordarsi quali siano le cose da fare o da comprare. Nel suo immaginario lei sta scrivendo le mille posizioni sessuali che vorrebbe sperimentare stanotte. E con quanta cattiveria!

La cosa lo diverte e lo incuriosisce...ammazza quanto scrive! alcuni post-it sono pieni zeppi ,la scrittura è troppi piccola. Aspetta aspetta...quello riesco a leggerlo....

sei un incosciente....

.....che cazzo leggi mentre guidi

...che tra l'altro non hai messo gli occhiali

...chissà dove li avrai dimenticati.......


"ma amore" chiede lui..."che diavolo stai facendo?? ma...ma... sono messaggi per me?"


A quel punto tu, donna, disegni un bellissimo smile sull'ultimo post-it rimasto e te lo attacchi in fronte.


Lo guardi, tu seria, il post-it che sorride burlesco, e rispondi "tranquillo amore, mi stanno per venire ma è tutto sotto controllo!".

......



martedì 3 febbraio 2009

Crisi da blogger fallita

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, febbraio 03, 2009 6 commenti

Ho creato questo blog perché amo scrivere.
Ho dato vita a questa paginetta rosa perché amo condividere le esperienze con altri esseri umani dotati di curiosità.
Amo quando la gente “si fa i fatti miei”, perché ne hanno avuto il mio consenso e do loro il modo di conoscere il lato di me che ha bisogno di essere scoperto.
Non amo particolarmente le telecamere ma amo la fantasia dell’essere umano che nelle mie parole disegna una realtà immaginaria.
Amo raccontare di me, della mia vita, di questo viaggio chiamato vita, matrimonio, passione e, forse un giorno, maternità.
Ho creato Love Plugs per creare un contatto fra me e l’universo virtuale, fra me e il miliardo di bloggers che navigano in queste mie stesse acque.
Ho dedicato tempo prezioso a rendere questa paginetta un posto carino in cui venire a leggere pensieri, aneddoti simpatici, informazioni varie, per ascoltare della buona musica, per offire un po’ di svago, un po’ di me.

Eppure, a distanza di qualche mese mi rendo conto che non ha molto senso.
Non sono mai stata capace di andare verso una sola direzione e la mia intenzione iniziale, ovvero quella di parlare di AMORE, piano piano si è trasformata in mille argomenti “poco attinenti”. Così sembrebrebbe agli occhi di un lettore poco attento..
In realtà vi è attinenza all’amore quando vesto i panni del mio cane Ulisse, quando parlo della dura convivenza, quando parlo di crisi d’identità, quando parlo di amore per uno stivale (ok, ammetto che l’argomento è alquanto superficiale eppure constato a malincuore che quel post è quello più letto e commentato), quando parlo della mia famiglia e quando apro un post sul mio compleanno.

Diciamoci la verità, che scopo ha un blog se non quello di essere interessante per chi lo legge? Perché i tanti blog di mamme o neo-mamme sono letti, straseguiti e commentati? Perché sono utili per scambiarsi le proprie esperienze in materia di maternità.
Quelli opinionistici e di informazione? Perché danno spazio a dibattiti vari.
Quelli spiritosi e leggeri attirano i lettori perché la gente ha bisogno di svago.
Il mio blog tende ad essere un po’ tutto e un po’ niente.
Come la sua ideatrice. Un caledoscopio dalle mille sfumature di colore. Io sono così, non sono SOLO una moglie, non sono SOLO una donna appassionata di poesia, di musica e di arte, non sarò mai solo una MADRE, sono una DONNA che gode di tutto ciò che la vita le offre.
Rido, piango, sono spiritosa ma per certi versi permalosa, aperta e generosa, ma anche testarda ed egocentrica.

Ammetto che non so cosa ne sarà di questo blog. Il mio intento sembra essere fallito. Che idea stupida quella di raccontare di me e della mia vita un po’ speciale…… in fin dei conti, “l’impresa eccezionale è di essere normali” no?

Dai ci proverò. E quando ci sarò riuscita aprirò un blog più interessante.


(PS. chiedo scusa per lo sfogo, sono in fase quasi mestruale)

lunedì 2 febbraio 2009

31

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, febbraio 02, 2009 2 commenti

Ieri, 1 Febbraio 2009, era il mio compleanno.
Ho festeggiato la fine del mio trentunesimo anno di vita.
31.
Qualche ruga in più intorno agli occhi, una fede ancora saldata all’anulare della mano sinistra, un forte desiderio di maternità che diventa sempe meno gestibile nonché un’esigenza sempre più impellente. Questo è ciò che caratterizza la donna che sono oggi, a 31 anni. Ma diciamoci la verità, tutto il resto è rimasto a 13.

Il primo giorno del mio trentaduesimo anno, l’ho passato con la mia famiglia nella mia tanto amata Castiglioncello, rinunciando al concerto a Milano dei Tower of Power di venerdi scorso (una rinuncia molto sofferta), e scampando ad ad una festa a sorpresa qui a Bologna con tanto di sbornia in discoteca e di cubisti pronti ad urlare il mio nome (un incubo!!!).

L’ho fatto perché per me festeggiare il compleanno non ha senso se non in compagnia dei miei nonni ormai quasi ottantenni ma più arzilli e vivi di me. Loro che sono le mie due colonne portanti, l’equilibrio della mia vita.
Non ha senso festeggiare il mio compleanno se non in compagnia di mia madre. Lei, MAMMA. Solare, premurosa, a volte triste e fragile, a volte un ciclone di allegria. Non avrebbe avuto lo stesso significato se non l’avessi passato col mio caro zione quarantatreenne, mio maestro di vita, mio modello da imitare in quanto ad amore per arte, musica, cultura ed estetica.

Non è una festa di compleanno senza aver vicino mio fratello. Colui con il quale sono cresciuta, ho vissuto ogni secondo della mia vita, ho condiviso una casa, una cameretta, un posto a sedere sul pullman per la scuola, i litigi, le confessioni, i pianti, i problemi famigliari, colui che quando a 18 anni lasciai Bruxelles per trasferirmi in Italia, si rinchiuse una settimana in quella che era la mia cameretta e pianse fino a terminare le sue lacrime da tredicenne troppo maturo. Colui che 5 anni dopo mi raggiunse in Italia per accorciare le distanze anche se poco dopo io fuggii una volta ancora e abbandonai l’Italia per l’Irlanda. Colui che prima ancora, gestì un internet café alle Canarie con la sottoscritta, impegnandosi a farmi diventare una brava cameriera e a farmi notare i miei errori, talvolta in modo severo ed impietoso, affinché potessi diventare una brava piccola imprenditrice tenace e coraggiosa. Colui il quale dopo la mia fuga dall’Irlanda, raccolse da terra i mille pezzetti del mio cuore distrutto, li riattaccò piano piano tenendomi con sé a Bologna, colui che mi fece tornare il sorriso e in poco tempo mi rese la donna che sono oggi.
Colui con il quale, insieme a mio marito, giriamo il Bel Paese per andare a suonare e col quale finisco puntualmente a litigare su chi deve guidare.
Colui che abita a soli 3 km da me e con cui gioco a fare la lotta sul lettone sotto gli occhi divertiti della mia nipotina, sua figlia.

No, non avrebbe senso una festa di compleanno senza di lui e senza la sua compagna di vita che a soli 23 anni ha dato alla luce la nostra Vera. Questo piccolo angioletto che ieri, a soli 2 anni e 3 mesi, dopo avermi portato il regalino ed avermi abbracciata e baciata con tutta la forza degna di una bambina affettuosissima, mi ha detto “ti boglio bene tati! Tantaturi!!” .
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