martedì 24 marzo 2009

Umani di miele (dalle cronache d'Ulisse parte 4)

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, marzo 24, 2009

Sono due mesi che abito con il padroncino. Il padrone-padre è in viaggio per lavoro ed io sono stato costretto a trasferirmi in questa nuova casa. E' tutto dannatamente diverso da ciò che ero abituato a vivere.
E' tutto eccessivamente tranquillo, dottore.
L'umanoide dai capelli lunghi, quello che vedevo ogni ultimo giorno della settimana canticchia sempre, si è anche scurito il pelo e passa ore in bagno a fare strane cose con la sua faccia, tanto che la prima volta pensavo dovesse recarsi ad un ballo in maschera. Insomma dottore, sembra sia irrimediabilmente felice, sereno, tranquillo, pacifico ed estasiato da qualsiasi cosa riguardi la vita. Un bicchiere di vino, un vestito nuovo, la telefonata di un’amica, un pomeriggio libero che lo vede sdraiato a leggere un libro.


Tutte le sere quando tornano a casa, lui e il mio padroncino si mangiano il muso, si tengono stretti sul divano e soprattutto ridono.
Io ammetto di essere un pò geloso, mica perché vorrei anch'io trovarmi lì in mezzo a loro, pff, si figuri!

Piuttosto perché sento una vibrazione, un calore emanato dai quei due corpi che una volta giunto alla superficie del mio pelo, mi fa rabbrividire e mi sento tanto elettrico ed eccitato quanto triste e solo.

Eppure devo dire che ultimamente esco spesso, molto più di prima e non sono costretto a sorbirmi nessun litigio…sì ha capito bene, questi due umanoidi mi portano fuori insieme e non litigano. Sembra incredibile mi rendo conto. L'unico screzio qualche giorno fa, uno di quei giorni dipinti di rosa, c'era un'aria d'allegria in casa, una musica di sottofondo ad una giornata di amoreggiamenti tra i due umani. Poi improvvisamente, li ho sentiti urlare l’uno contro l’altro, lanciandosi parole taglienti, che se al posto della lingua avessero avuto delle lame, avrei assistito ad un massacro.
Non ho capito bene il motivo, ricordo parole quali calzini per terra, lavatrici, donna delle pulizie, taccagno, partire, divorzio, e tante altre parole impronunciabili poiché il mio microcip interno è stato concepito con l'opzione "eliminazione parole volgari verso un essere umano".


Erano mesi che non sentivo uscire dal muso di un umano acuti così alti. E’ andato avanti così per due giri di lancetta sull’orologio. A volte entrambi rimanevano in silenzio ma si passavano vicini e si guardavano male, quasi volessero ringhiare l'uno contro l'altro. Ho anche visto l’umano dai capelli lunghi fare un gesto strano con la mano, poi quando si è sentito osservato dal sottoscritto, mi ha accarezzato dicendomi “menomale che ci sei tu, l’unico uomo di casa”. Mah…il suo sguardo non era molto sincero, leggevo molta rabbia in quegli occhi.

Per fortuna dopo l’ennesimo incrociare di sguardi tra i due, l’umano dai capelli lunghi ha fatto uno strano verso col muso e il mio padrone ha cercato di resistere, l’altro ha ripetuto la pernacchia, gli è andato vicino con la testa chinata e il posteriore in movimento come volesse muovere una coda che purtroppo per lui non ha, ha riso e si sono abbracciati tenendosi stretti per tanto tempo…tanto che sono dovuto andare a reclamare i mio cibo per dividerli.

Sa dottore, io sono abituato a vivere lontano dalla mia specie, a me basta la presenza della specie umana, circondato da esseri che mi riempiono di coccole, che mi reputano la cosa più importante per loro, che riempiono la loro vita con la mia presenza, ma non le nascondo che vicino a questi due è difficile rimanere radicati alla propria natura solitaria, è difficile non voler provare anche per un solo minuto che gusto abbia quel calore, quegli sguardi scambiati su un divano, quelle zampe che si toccano mentre stanno cenando, quella fretta di trovarsi in camera da letto o di farmi andare a dormire nella cuccia per ritrovarsi soli...

Ieri dottore, ieri sera sono tornati a casa con cinque buste della spesa e tre vasi grandi da terrazzo pieni di fiori. Si sono precipitati ad occuparsi di queste piantine ancor prima di sistemare la spesa…a me sembravano del tutto impazziti, ho sempre saputo che la vegetazione non è dotata della parola, né tantomeno dell’orecchio per ascoltare due innamorati che riversano il loro affetto su qualcosa di inanimato.

Allora che cosa sta succedendo? Quando usciamo a passeggio non capisco se la gente guarda il mio pelo biondo o loro due che con questa aurea d’amore stanno illuminando metà città.

Cosa scusi? Ah certo, perché la sto chiamando? Perché domani non potrò incontrarla al parco per farmi psicanalizzare. Domani sera infatti, per loro sarà una serata speciale. Ho sentito dire che ripeteranno per filo e per segno il giorno in cui si sono innamorati. Usciranno di casa direttamente dopo il lavoro per tornare tardi e di conseguenza tornerò dal padrone-padre e lì finalmente potrò godere di un’atmosfera meno surreale e più terrena.

Fatta di tensioni, di caos, di lamentele…tutto ciò che porta l’essere umano a voler giocare con me e non pensare ai suoi problemi.

E giocare, saltare, giocare, saltare….e ripetere le sue bestemmie, scampate fortunatamente alle regole del mio microcip!



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