venerdì 24 aprile 2009

Primi sintomi della mia rinascita

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, aprile 24, 2009 8 commenti

 

Libert%C3%A0

 

Molto probabilmente sto impazzendo.


In pochi mesi sto cambiando il modo di vedere le cose, ciò che mi circonda. Sto cambiando il mio carattere e la mia attitudine alla vita.


Se prima (molto prima) la mia tendenza caratteriale era quella di criticare tutto ciò che era eccessivamente diverso da me, ora mi sto appropriando di una tolleranza sempre più illimitata.
Nei confronti delle persone, delle scelte, e anche dei gusti musicali.
Io vivo di soul ed il mio look fa pensare ad una ventenne degli anni settanta.
Ma oggi conosco gente punk, ragazzi e ragazze bucati da tremila piercing e tatuati in ogni centimetro del corpo, ascoltano musica death-metal o house, sembrano usciti da un film di Dario Argento, ma per me rimangono persone degne di un gran rispetto.

E questo mio cambiamento avvenuto gradualmente con gli anni e con le esperienze, sta facendo di me una donna nuova, sp ecie in ambito sentimentale.

 

Prima di tutto, non sento più quell'impellente bisogno naturale di rompere le palle a mio marito con l'ausilio di critiche e sguardi fulminei a lui rivolti nei confronti della sua guida, delle sue occhiaie, del suo disordine, del suo stare davanti al pc mentre io preparo la cena, sparecchio, faccio la lavatrice, stendo i panni, faccio il letto, passo l'aspirapolvere......

 

Semplicemente ho capito che siamo individui liberi, liberi di fare tutto

ciò che vogliamo. Nel rispetto degli altri, questo sempre e comunque.
E quindi quelle critiche sputate dalla mia bocca e scaturite da un malessere interiore e da un'insoddisfazione personale, non sono scomparse, ma sono diventate cordiali domande, mirate a ricevere il rispetto che, in quanto a essere umano, merito di ottenere.

 

E così, in macchina, mentre lui non bada alla distanza di sicurezza, io non uso quel tono di voce acido e fastidioso per dirgli "stai più lontano dalla macchina davanti!!!", ma semplicemente con tono ironico e pacato gli sussurro "tesoro, mancano 10 chilometri e sono arrivata in ufficio, potresti resistere per pochi minuti lontano dalla macchina che hai davanti? dopo puoi fare quello che vuoi, anche andarle addosso, davvero! solo che IO ho un po' paura....ce la fai?". E lui si lascia incantare dai miei occhioni dolci e in men che non si dica decelera e lascia che lo spazio fra noi e il poverello davanti sia di esattamente 40 metri precisi precisi.

 

E se ha voglia di stare in piedi fino a tardi e fumarsi un pacchetto di sigarette al giorno, perché dovrei criticarlo? finché fuma sul terrazzo e non mi sveglia infilandosi nel letto, che diritto ho io di imporgli orari e di negargli il piacere di sfumacchiare per rilassarsi?


La sua salute? appunto, è la SUA salute. Non sono mica sua madre. Certo, se un giorno dovesse ammalarsi e morire prematuramente, io ne soffrirei tremendamente ma perché pensare al peggio? e poi, meglio un marito longevo e infelice o un marito felice per tutti i giorni della sua vita?

 

E quando lui non stacca i suoi occhi dal pc mentre io sono indaffarata ad occuparmi delle attività domestiche perché guardarlo male, fare l'offesa, metter su il muso e scoppiare dopo venti minuti ricoprendolo di insulti?
Se ho davvero (e sottolineo DAVVERO) bisogno di una mano, gliela chiedo. semplicemente. "Amore, mi aiuti a piegare i panni", "Amorino, mi giri il sugo?" "tesoro, vieni un attimo su che facciamo il letto in due secondi?". E lui magicamente lascia il pc e mi raggiunge, mentre pieghiamo le lenzuola fa il cretinetto con qualche battuta sulla flanella usata in primavera, sulla sua maglia XL diventata una M scarsa e così via.
Ci divertiamo, ridiamo, ci baciamo e spesse volte finisce che invece di fare il letto, facciamo qualcos'altro, ed una volta finito lui riprende il suo laptop e continua a scrivere i suoi testi, a prendere contatti per il suo demo ed io sono felice, perché ho trovato il modo di convivere con l'uomo che amo, senza privarlo della sua libertà da individuo. E la libertà degli altri è la nostra libertà.

 

Molto probabilmente sto impazzendo, ma il mio matrimonio è il mio ossigeno e mi regala uno stato di benessere e di pace interiore mai avuta prima d’ora.

 

Adesso, posso pensare alla fasi successive.

lunedì 20 aprile 2009

La mia rinascita

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, aprile 20, 2009 3 commenti

Aspetto con impazienza l'arrivo del primo vero raggio di sole di questo grigio e noioso 2009.

Ne ho bisogno quasi quanto i miei poveri fiorellini piantati da poco ed eccessivamente esposti sul mio povero terrazzo che ultimamente viene inghiottito da lacrimoni di piogge acidule ininterrotte.

Ogni periodo della mia vita è stato caratterizzato da qualcosa che mi abbia insegnato una delle tante sfaccettature della vita. I tempi dell'infanzia, i tempi, dell'adolescenza, i tempi universitari, il mio incontro con LUI, il mio matrimonio, i tempi per la felicità in amore, i tempi per la sofferenza causata da malesseri dell'anima, e tempi come quelli che ho attraversato ultimamente: la consapevolezza della morte.

Quanche mese fa la sola parola mi spaventava ed era per me impossibile accettarne l'esistenza. Quanche mese fa soffrivo di una fobia che mi vedeva in preda ad attacchi di panico al calare della luce. Immagini di persone per me importantissime, in situazioni di pericolo e vicine alla morte. Immagini di incidenti, di tragedie così tanto forti nel mio immaginario che troppe volte ho avuto la sensazione fossero premonizioni. Immagini che mi costringevano ad inghiottire ansiolitici, a buttarmi nella braccia di mio marito per cercare conforto come una bambina cerca protezione nei propri genitori.

In realtà, oggi posso dire che stavo iniziando la fase della mia conoscenza e accettazione dell'avvenimento più doloroso ma innegabilmente naturale a cui deve far fronte un essere umano.
E oggi posso dire di averlo affrontato, anche se indirettamente, e di averlo quasi sconfitto del tutto.

Mi duole dover riconoscere che la fine del mio calvario psicologico ha avuto inizio con la morte del padre della mia più grande amica. Una morte avvenuta a seguito di una malattia degenerativa che gli ha fatto varcare la linea di confine in soli 4 mesi.

Una telefonata della mia grande amica, ed io dopo pochi giorni ero già a Roma, a stringerla forte fra le mie braccia e a cercare di darle la forza per continuare.
E questo è stato il mio primo vero approccio con una tragedia reale e tangibile.
Gli occhi di sua madre intrisi di disperazione. L'ennesima ingiustizia, avrei pensato mesi fa, l'ennesimo dispetto della vita che toglie un uomo di soli 63 anni ad una donna che ha vissuto esclusivamente per lui.
Una coppia rara ed esemplare. Di quelle coppie che ti danno speranza e che ti convincono dell'esistenza dell' associazione fra AMORE e ETERNO.

Nel mezzo del loro dramma, mi sono spesso ritrovata a pensare che un domani la vita potrebbe portarsi via mio marito. Che ben presto purtroppo, dal cielo si allungherà una mano e verrà a prendersi i miei nonni. E allora, se è vero che la natura, i colori del mare, il profumo dei fiori, la bellezza e perfezione del corpo umano fanno parte di un grandissimo disegno meraviglioso, è anche vero che questa vita terrena non può che essere solo un passaggio.

In questa fase della mia vita ho imparato a crederci, a crederci così tanto che non ne ho alcun dubbio. L'anima lascia il corpo quando il cuore smette di battere e lo spirito liberato passa ad una fase di conoscenza, di libertà, di riposo eterno che non deve spaventarci, perché grazie a questo sprigionarsi dell'anima, abbiamo il potere di rimanere vicino alle persone che amiamo, in eterno.
Diventiamo angeli, energia, luce e vaghiamo in questo mondo e in altri mondi a noi sconosciuti.

In tutte le fasi della mia vita mi sono spesso ritrovata in situazioni difficili, pericolose e dolorose e spesso mi sono ritrovata a chiedermi come avessi fatto a "sopravvivere" a certi avvenimenti.
Oggi posso dire con certezza che il mio angelo è sempre con me. E che ancora una volta ha saputo indirizzarmi verso le letture giuste, ha saputo farmi pronunciare parole che mai avrei creduto di poter pronunciare con tanta forza di spirito, davanti a due donne spezzate dal dolore. Ha saputo darmi le risposte che cercavo. Ed ora, potrò finalmente continuare a vivere.

Vivrò in maniera più spirituale, ed ascoltando i segni della natura, del vento, dei simboli, dei miei pensieri.

Da oggi sono rinata. Cresciuta.

Ora aspetto solo il mio primo raggio di sole. Un figlio.

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venerdì 17 aprile 2009

L'amore, merce rara

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, aprile 17, 2009 1 commenti

"Perché sembra che nessuno riesca più a dire: «Ti amerò per sempre»? Paura, cautela o cosa?

A quanto pare la libertà di scegliersi-o-lasciarsi è considerata sinonimo di felicità. La for­mula soddisfatti o rimborsati, come sacro diritto del consu­matore che ai giorni nostri è equiparato all'essere umano, va bene per tutto, anche per l'amore. Così l'annuncio di voler in­terrompere una relazione viene troppo spesso mascherato co­me un'ennesima battaglia in una personale "guerra di libera­zione". L'intoppo sta nel fatto che certezza e libertà sono ugualmente essenziali alla felicità. Ma è possibile immaginare la felicità senza un minimo di certezza? Una felicità inquinata dall'angoscia che la vostra metà possa voltarvi le spalle in qual-siasi momento, senza nessun motivo apparente o quasi? E la felicità non sarebbe intossicata dal pensiero che i figli vengano consegnati in ostaggio a un destino fuori dal vostro controllo? La coppia dove ognuno tratta l'altro come un oggetto di con­sumo è il contrario dell'amore.


Cos'è il vero amore?

Richiede immaginazione, dedizione e ri­spetto della libertà dell'altro. Pretende un impegno enorme.
Ma soprattutto impone azione, vale a dire attività e comporta­menti non ripetitivi, una costante attenzione alla natura più in­tima dell'altro, lo sforzo di comprenderne la singolarità. E cosa non meno importante, ha bisogno di tolleranza, della consape­volezza di non poter imporre a chi amiamo il proprio modo di vedere o essergli di ostacolo nel raggiungimento della sua feli­cità. L'amore non promette una vita facile.


Come e dove possiamo trovarlo?

L'amore non si trova, non è una cosa bell'e pronta. Vuole essere creato e ricreato ogni giorno,ravvivato, riaffermato, assistito e curato. Non illudiamoci: con l'avversione ai legami a lungo termine, con il rifiuto di qualsiasi obbligo, tranne quelli nei propri confronti - tipo: «lo devo a me stessa», «me lo merito» - si tende a pensare che o è perfetto fin dall'inizio oppure è bene sostituirlo con uno migliore. Non si tol­lerano le prime disarmonie, figuriamoci uno scontro di una cer­ta serietà. E allora si sceglie la "libertà" dell'incertezza permanen­te. Il modo migliore per sentirsi davvero frustrati.


Da un'intervista con Zygmunt Bauman , filosofo e sociologo di fama mondiale."

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Dipinto su tela di Nicoletta Tomas Caravia "
Amantes 111"

mercoledì 15 aprile 2009

Appesi ad un filo

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, aprile 15, 2009 1 commenti
12 giorni fà scrivevo un'ode alla vita.
Era uno dei tanti venerdi sera, al ritorno da una splendida serata passata fra amiche. Era notte e io scrivevo seduta su di un soffice divano bordò. Al sicuro e felice dentro la mia casa.
Due notti dopo la mia vita e quella di tutti gli italiani più sensibili ai drammi della vita, è stata scombussolata.
Morte, devastazione, distruzione, una settimana con gli occhi incollati allo schermo della TV, a seguire intere edizioni speciali dei TG, a leggere quotidiani, a cercare informazioni sul come poter aiutare, mi sono trovata ad un passo verso la partenza per quei luoghi. Quella regione che porto nel mio sangue, nel mio DNA.
Una settimana di telefonate alla mia famiglia, scampata alla tragedia perché il destino ha voluto che la distruzione avvenisse a 38 chilometri da dove vivono loro.
Una settimana di perché, di domande senza risposte, di paura, di quel senso si morte che ci portiamo appresso quando andiamo a dormire e soffriamo d'insonnia.
A niente sono serviti i tentativi di un uomo che gioca a fare l'uomo e ti propone un DVD comico o un viaggio verso mete lontane. A niente è servito il mio dialogare con dalie e tulipani.
Io non ho paura della morte, ne sono ossessionata. Ossessionata dalla fatalità, dal senso di impotenza e dall'impossibilità di contrastare il destino. Così attaccata alla mia vita, ai legami affettivi, alla tenerezza di un abbraccio, alle coccole di mia madre, alla pelle profumata della mia nonna. Agli occhi sempre lucidi e sorridenti del mio instancabile nonno. Loro, più vicini alla parola fine, loro che io stupidamente continuo a considerare immortali.
Io che mi rifiuto di stringere la mano a quella donna incappucciata e vestita di nero con la falce in mano. No, non me l'hanno ancora presentata e cerco di tenerla lontana da me e da tutte quelle persone che amo come la mia stessa vita. Eppure davanti a drammi del genere, ci si rende conto che lei è lì, e aspetta il tuo momento.
E allora non resta che andare avanti accecati, privati del pensiero, ignoranti e senza voglia di sapere che senso abbia la nostra misera vita. Oggi ci siamo, domani chissà. D'altra parte le religioni sono state inventate per evitare che la gente impazzisca davanti all'innegabile precarietà della nostra esistenza.
Credere in Dio, credere nell'aldilà. Forse aiuta, se si è fermamente convinti che la vita non è altro che un passaggio intermedio, una sosta, per poi proseguire verso qualcosa che abbia un senso.
E allora va bene, godiamoci questa sosta, godiamone dei profumi, dei colori, delle sensazioni, dei sentimenti. Ma non attacchiamocene troppo. Iniziamo a saziare la nostra anima piuttosto che la nostra bocca!
Non è forse così che vivevano una volta i popoli più mistici e spirituali di passaggio sulla nostra adorata terra?...magari con l'ausilio di qualche sostanza che oggi volgarmente chiamiamo droga.
E che droga sia, purché ci aiuti. E mentre inspiro ed espiro, cerco le mie risposte in uno dei tanti libri......




venerdì 3 aprile 2009

Ode alla vita

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, aprile 03, 2009 4 commenti

Amo tornare da una serata passata a ridere seduta ad un tavolino all'aperto in compagnia di un bicchiere di vino e di un'amica speciale. Amo ascoltarla, vedere i suoi occhi brillare mentre mi legge il suo futuro. Amo aprirmi con lei e raccontarle le sensazioni di una vita intera, di me e di una donna che gode di ogni miserissimo attimo come se fosse l'ultimo.

Amo rincasare in macchina ed alzare il volume del mio cd preferito fino quasi a farmi scoppiare il cuore. Fermarmi su un colle, spegnere il motore e lasciare che la musica porti con sé i miei pensieri. Guardare le stelle, quelle solitarie ma brillanti come un diamante in fondo all'oceano e rivedere la mia vita, ripercorrere i momenti più belli del mio passato, pensare al presente, respirare a pieni polmoni quest'aria intrisa di crisi e pessimismo e buttarla fuori purificata.
Amo conoscere me stessa e parlare con quell'essenza intangibile che vive dentro di me. L'anima. Amo afferrare le mie emozioni, riconoscerle così esasperatamente vere, sentirmi appagata al solo pensiero di vivere, di amare, di essere ed avere. Avere persone che amo e che mi amano. Amo pensare a mia madre. Pensarla addormentata sul divano di casa sua, con quel suo odore unico, l'odore di mamma. Di spremuta d'arancio e biscotti che riposano in un piattino, quasi aspettassero il mio risveglio per darmi il benvenuto in questo nuovo mattino di primavera.

Amo quando il La diesis della melodia interrompe i miei pensieri per riportare a galla la mia coscienza, per ricordarmi di voltare pagina ed adentrarmi in un altro capitolo. Immagini che viaggiano rapidamente adagio, verso la costante ricerca di me stessa. Ed io sono lì, spettatrice ed attrice dei miei stessi sogni.

Amo premere il tasto off dello stereo e sentire il suono del silenzio. Guardare il cielo, afferrare la mia stella, asciugarmi le lacrime, ridere a squarciagola e sussurrare un sospirato "grazie".

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