"Perché sembra che nessuno riesca più a dire: «Ti amerò per sempre»? Paura, cautela o cosa?
A quanto pare la libertà di scegliersi-o-lasciarsi è considerata sinonimo di felicità. La formula soddisfatti o rimborsati, come sacro diritto del consumatore che ai giorni nostri è equiparato all'essere umano, va bene per tutto, anche per l'amore. Così l'annuncio di voler interrompere una relazione viene troppo spesso mascherato come un'ennesima battaglia in una personale "guerra di liberazione". L'intoppo sta nel fatto che certezza e libertà sono ugualmente essenziali alla felicità. Ma è possibile immaginare la felicità senza un minimo di certezza? Una felicità inquinata dall'angoscia che la vostra metà possa voltarvi le spalle in qual-siasi momento, senza nessun motivo apparente o quasi? E la felicità non sarebbe intossicata dal pensiero che i figli vengano consegnati in ostaggio a un destino fuori dal vostro controllo? La coppia dove ognuno tratta l'altro come un oggetto di consumo è il contrario dell'amore.
Cos'è il vero amore?
Richiede immaginazione, dedizione e rispetto della libertà dell'altro. Pretende un impegno enorme.
Ma soprattutto impone azione, vale a dire attività e comportamenti non ripetitivi, una costante attenzione alla natura più intima dell'altro, lo sforzo di comprenderne la singolarità. E cosa non meno importante, ha bisogno di tolleranza, della consapevolezza di non poter imporre a chi amiamo il proprio modo di vedere o essergli di ostacolo nel raggiungimento della sua felicità. L'amore non promette una vita facile.
Come e dove possiamo trovarlo?
L'amore non si trova, non è una cosa bell'e pronta. Vuole essere creato e ricreato ogni giorno,ravvivato, riaffermato, assistito e curato. Non illudiamoci: con l'avversione ai legami a lungo termine, con il rifiuto di qualsiasi obbligo, tranne quelli nei propri confronti - tipo: «lo devo a me stessa», «me lo merito» - si tende a pensare che o è perfetto fin dall'inizio oppure è bene sostituirlo con uno migliore. Non si tollerano le prime disarmonie, figuriamoci uno scontro di una certa serietà. E allora si sceglie la "libertà" dell'incertezza permanente. Il modo migliore per sentirsi davvero frustrati.
Da un'intervista con Zygmunt Bauman , filosofo e sociologo di fama mondiale."
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Dipinto su tela di Nicoletta Tomas Caravia "Amantes 111"
A quanto pare la libertà di scegliersi-o-lasciarsi è considerata sinonimo di felicità. La formula soddisfatti o rimborsati, come sacro diritto del consumatore che ai giorni nostri è equiparato all'essere umano, va bene per tutto, anche per l'amore. Così l'annuncio di voler interrompere una relazione viene troppo spesso mascherato come un'ennesima battaglia in una personale "guerra di liberazione". L'intoppo sta nel fatto che certezza e libertà sono ugualmente essenziali alla felicità. Ma è possibile immaginare la felicità senza un minimo di certezza? Una felicità inquinata dall'angoscia che la vostra metà possa voltarvi le spalle in qual-siasi momento, senza nessun motivo apparente o quasi? E la felicità non sarebbe intossicata dal pensiero che i figli vengano consegnati in ostaggio a un destino fuori dal vostro controllo? La coppia dove ognuno tratta l'altro come un oggetto di consumo è il contrario dell'amore.
Cos'è il vero amore?
Richiede immaginazione, dedizione e rispetto della libertà dell'altro. Pretende un impegno enorme.
Ma soprattutto impone azione, vale a dire attività e comportamenti non ripetitivi, una costante attenzione alla natura più intima dell'altro, lo sforzo di comprenderne la singolarità. E cosa non meno importante, ha bisogno di tolleranza, della consapevolezza di non poter imporre a chi amiamo il proprio modo di vedere o essergli di ostacolo nel raggiungimento della sua felicità. L'amore non promette una vita facile.
Come e dove possiamo trovarlo?
L'amore non si trova, non è una cosa bell'e pronta. Vuole essere creato e ricreato ogni giorno,ravvivato, riaffermato, assistito e curato. Non illudiamoci: con l'avversione ai legami a lungo termine, con il rifiuto di qualsiasi obbligo, tranne quelli nei propri confronti - tipo: «lo devo a me stessa», «me lo merito» - si tende a pensare che o è perfetto fin dall'inizio oppure è bene sostituirlo con uno migliore. Non si tollerano le prime disarmonie, figuriamoci uno scontro di una certa serietà. E allora si sceglie la "libertà" dell'incertezza permanente. Il modo migliore per sentirsi davvero frustrati.
Da un'intervista con Zygmunt Bauman , filosofo e sociologo di fama mondiale."
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Dipinto su tela di Nicoletta Tomas Caravia "Amantes 111"
1 commenti on "L'amore, merce rara"
Bell'argomento !
Mi piace pensare che l'amore con la A maiuscola esista ancora, ma forse io sono solo un inguaribile romantico oltre che ad un povero illuso.
Ciao
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