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giovedì 3 settembre 2009

Diversitààààà, un elemento imprescindibile per una vita troppo instabile

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, settembre 03, 2009 1 commenti

Sentirsi diverse è sentirsi sole anche quando si è in compagnia. Specie se in compagnia di persone diverse da te. Non migliori o peggiori ma diverse. E’ una questione di prospettiva,. All’inizio pensi che gli altri siano diversi, poi capisci che gli altri sono uguali fra loro e tu sei diversa, ma uguale a pochi.

Sentirsi diverse è lavorare fianco a fianco con due, quattro, sei colleghe da 5 anni e non esser mai stata invitata a casa loro. Le uniche che c’hanno provato, l’hanno fatto per compassione o buonismo, ma i miei sforzi di risultare simpatica si sono rivelati vani e a dire il vero non è che mi sia divertita più di tanto. Essere diversi è non divertirsi in discoteca perché c’è troppa gente, meglio ballare a casa, da soli o con la persona che ami. E’ avere poche amiche, vere amiche, amiche che ti amano con tutto il loro cuore, ma non riuscire a ricambiare queste dimostrazioni di amicizia. E sono vere amiche, perché accettano la mia diversità e mi amano anche così. Essere diverse è vivere in costante oscillazione fra il sentirsi superiori e il sentirsi sfigati.

Forse essere diversi equivale semplicemente ad essere superiormente sfigati.

Essere diverse è non tollerare ciò che vedi intorno a te e non capire perché tutti amano ciò che tu odi e viceversa. E’ il rifiuto incontrollabile della conformità dell’essere umano a ciò che impone la società. Essere diverse è probabilmente equivalente ad essere anti-sociali. Essere diverse è aver letto una sola volta il Misantropo di Molière ben 15 anni fa e portare ancora le cicatrici che mi han lasciato sul viso quelle lacrime acide. Alcuni libri sono pericolosi perché spesso rivelano ciò che non conosci ancora di te stesso.

Essere diverse è sperare che un giorno tua figlia sia diversa da te e uguale a loro perché probabilmente soffrirà di meno. Vorrei potergli proibire tutto ciò che faranno i suoi compagni di scuola, i videogiochi, la TV, il telefonino e le scarpe firmate, ma non solo finirebbe un giorno per odiare sé stessa, ma odierebbe anche me. Allora lascerò che sia lei stessa a trovare il suo posto. Se con i diversi o con i conformi. Potrebbe anche diventare una diversamente conforme e quella forse è la giusta misura. Tornerà a casa e mi parlerà di Tessa che ha uno zaino ipù bello del suo e che il sabato invece di studiare è andata a fare i provini per Amici, poi mi dirà che è meglio studiare ed avere un pezzo di carta in mano, io la guarderò e le dirò la verità.
Che con un pezzo di carta in mano farai felice il tuo spirito, ma se entrerai nelle grazie della De Filippi, farai felice il portafogli. E oggi, dello spirito chi se ne frega.

Ma lei, essendo parte dei diversamente conformi, mi tranquillizzerà e mi dirà che vorrebbe essere come me. Che anche lei preferirebbe esprimere la sua arte in maniera autentica, senza piegarsi all’industria televisiva, discografica e mediatica. Ma che a differenza mia, farà finta di essere una conforme per farsi furba e andare avanti verso il suo obiettivo.

Essere diverse equivale ad essere codarde e a nascondersi dietro a tante scuse, ma in realtà riflette la paura che abbiamo del mondo e di chi ne è al timone.

Essere diverse però ha il suo vantaggio. I momenti in cui ti senti felice, voli più in alto degli altri.

venerdì 24 aprile 2009

Primi sintomi della mia rinascita

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, aprile 24, 2009 8 commenti

 

Libert%C3%A0

 

Molto probabilmente sto impazzendo.


In pochi mesi sto cambiando il modo di vedere le cose, ciò che mi circonda. Sto cambiando il mio carattere e la mia attitudine alla vita.


Se prima (molto prima) la mia tendenza caratteriale era quella di criticare tutto ciò che era eccessivamente diverso da me, ora mi sto appropriando di una tolleranza sempre più illimitata.
Nei confronti delle persone, delle scelte, e anche dei gusti musicali.
Io vivo di soul ed il mio look fa pensare ad una ventenne degli anni settanta.
Ma oggi conosco gente punk, ragazzi e ragazze bucati da tremila piercing e tatuati in ogni centimetro del corpo, ascoltano musica death-metal o house, sembrano usciti da un film di Dario Argento, ma per me rimangono persone degne di un gran rispetto.

E questo mio cambiamento avvenuto gradualmente con gli anni e con le esperienze, sta facendo di me una donna nuova, sp ecie in ambito sentimentale.

 

Prima di tutto, non sento più quell'impellente bisogno naturale di rompere le palle a mio marito con l'ausilio di critiche e sguardi fulminei a lui rivolti nei confronti della sua guida, delle sue occhiaie, del suo disordine, del suo stare davanti al pc mentre io preparo la cena, sparecchio, faccio la lavatrice, stendo i panni, faccio il letto, passo l'aspirapolvere......

 

Semplicemente ho capito che siamo individui liberi, liberi di fare tutto

ciò che vogliamo. Nel rispetto degli altri, questo sempre e comunque.
E quindi quelle critiche sputate dalla mia bocca e scaturite da un malessere interiore e da un'insoddisfazione personale, non sono scomparse, ma sono diventate cordiali domande, mirate a ricevere il rispetto che, in quanto a essere umano, merito di ottenere.

 

E così, in macchina, mentre lui non bada alla distanza di sicurezza, io non uso quel tono di voce acido e fastidioso per dirgli "stai più lontano dalla macchina davanti!!!", ma semplicemente con tono ironico e pacato gli sussurro "tesoro, mancano 10 chilometri e sono arrivata in ufficio, potresti resistere per pochi minuti lontano dalla macchina che hai davanti? dopo puoi fare quello che vuoi, anche andarle addosso, davvero! solo che IO ho un po' paura....ce la fai?". E lui si lascia incantare dai miei occhioni dolci e in men che non si dica decelera e lascia che lo spazio fra noi e il poverello davanti sia di esattamente 40 metri precisi precisi.

 

E se ha voglia di stare in piedi fino a tardi e fumarsi un pacchetto di sigarette al giorno, perché dovrei criticarlo? finché fuma sul terrazzo e non mi sveglia infilandosi nel letto, che diritto ho io di imporgli orari e di negargli il piacere di sfumacchiare per rilassarsi?


La sua salute? appunto, è la SUA salute. Non sono mica sua madre. Certo, se un giorno dovesse ammalarsi e morire prematuramente, io ne soffrirei tremendamente ma perché pensare al peggio? e poi, meglio un marito longevo e infelice o un marito felice per tutti i giorni della sua vita?

 

E quando lui non stacca i suoi occhi dal pc mentre io sono indaffarata ad occuparmi delle attività domestiche perché guardarlo male, fare l'offesa, metter su il muso e scoppiare dopo venti minuti ricoprendolo di insulti?
Se ho davvero (e sottolineo DAVVERO) bisogno di una mano, gliela chiedo. semplicemente. "Amore, mi aiuti a piegare i panni", "Amorino, mi giri il sugo?" "tesoro, vieni un attimo su che facciamo il letto in due secondi?". E lui magicamente lascia il pc e mi raggiunge, mentre pieghiamo le lenzuola fa il cretinetto con qualche battuta sulla flanella usata in primavera, sulla sua maglia XL diventata una M scarsa e così via.
Ci divertiamo, ridiamo, ci baciamo e spesse volte finisce che invece di fare il letto, facciamo qualcos'altro, ed una volta finito lui riprende il suo laptop e continua a scrivere i suoi testi, a prendere contatti per il suo demo ed io sono felice, perché ho trovato il modo di convivere con l'uomo che amo, senza privarlo della sua libertà da individuo. E la libertà degli altri è la nostra libertà.

 

Molto probabilmente sto impazzendo, ma il mio matrimonio è il mio ossigeno e mi regala uno stato di benessere e di pace interiore mai avuta prima d’ora.

 

Adesso, posso pensare alla fasi successive.

lunedì 20 aprile 2009

La mia rinascita

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, aprile 20, 2009 3 commenti

Aspetto con impazienza l'arrivo del primo vero raggio di sole di questo grigio e noioso 2009.

Ne ho bisogno quasi quanto i miei poveri fiorellini piantati da poco ed eccessivamente esposti sul mio povero terrazzo che ultimamente viene inghiottito da lacrimoni di piogge acidule ininterrotte.

Ogni periodo della mia vita è stato caratterizzato da qualcosa che mi abbia insegnato una delle tante sfaccettature della vita. I tempi dell'infanzia, i tempi, dell'adolescenza, i tempi universitari, il mio incontro con LUI, il mio matrimonio, i tempi per la felicità in amore, i tempi per la sofferenza causata da malesseri dell'anima, e tempi come quelli che ho attraversato ultimamente: la consapevolezza della morte.

Quanche mese fa la sola parola mi spaventava ed era per me impossibile accettarne l'esistenza. Quanche mese fa soffrivo di una fobia che mi vedeva in preda ad attacchi di panico al calare della luce. Immagini di persone per me importantissime, in situazioni di pericolo e vicine alla morte. Immagini di incidenti, di tragedie così tanto forti nel mio immaginario che troppe volte ho avuto la sensazione fossero premonizioni. Immagini che mi costringevano ad inghiottire ansiolitici, a buttarmi nella braccia di mio marito per cercare conforto come una bambina cerca protezione nei propri genitori.

In realtà, oggi posso dire che stavo iniziando la fase della mia conoscenza e accettazione dell'avvenimento più doloroso ma innegabilmente naturale a cui deve far fronte un essere umano.
E oggi posso dire di averlo affrontato, anche se indirettamente, e di averlo quasi sconfitto del tutto.

Mi duole dover riconoscere che la fine del mio calvario psicologico ha avuto inizio con la morte del padre della mia più grande amica. Una morte avvenuta a seguito di una malattia degenerativa che gli ha fatto varcare la linea di confine in soli 4 mesi.

Una telefonata della mia grande amica, ed io dopo pochi giorni ero già a Roma, a stringerla forte fra le mie braccia e a cercare di darle la forza per continuare.
E questo è stato il mio primo vero approccio con una tragedia reale e tangibile.
Gli occhi di sua madre intrisi di disperazione. L'ennesima ingiustizia, avrei pensato mesi fa, l'ennesimo dispetto della vita che toglie un uomo di soli 63 anni ad una donna che ha vissuto esclusivamente per lui.
Una coppia rara ed esemplare. Di quelle coppie che ti danno speranza e che ti convincono dell'esistenza dell' associazione fra AMORE e ETERNO.

Nel mezzo del loro dramma, mi sono spesso ritrovata a pensare che un domani la vita potrebbe portarsi via mio marito. Che ben presto purtroppo, dal cielo si allungherà una mano e verrà a prendersi i miei nonni. E allora, se è vero che la natura, i colori del mare, il profumo dei fiori, la bellezza e perfezione del corpo umano fanno parte di un grandissimo disegno meraviglioso, è anche vero che questa vita terrena non può che essere solo un passaggio.

In questa fase della mia vita ho imparato a crederci, a crederci così tanto che non ne ho alcun dubbio. L'anima lascia il corpo quando il cuore smette di battere e lo spirito liberato passa ad una fase di conoscenza, di libertà, di riposo eterno che non deve spaventarci, perché grazie a questo sprigionarsi dell'anima, abbiamo il potere di rimanere vicino alle persone che amiamo, in eterno.
Diventiamo angeli, energia, luce e vaghiamo in questo mondo e in altri mondi a noi sconosciuti.

In tutte le fasi della mia vita mi sono spesso ritrovata in situazioni difficili, pericolose e dolorose e spesso mi sono ritrovata a chiedermi come avessi fatto a "sopravvivere" a certi avvenimenti.
Oggi posso dire con certezza che il mio angelo è sempre con me. E che ancora una volta ha saputo indirizzarmi verso le letture giuste, ha saputo farmi pronunciare parole che mai avrei creduto di poter pronunciare con tanta forza di spirito, davanti a due donne spezzate dal dolore. Ha saputo darmi le risposte che cercavo. Ed ora, potrò finalmente continuare a vivere.

Vivrò in maniera più spirituale, ed ascoltando i segni della natura, del vento, dei simboli, dei miei pensieri.

Da oggi sono rinata. Cresciuta.

Ora aspetto solo il mio primo raggio di sole. Un figlio.

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