mercoledì 30 settembre 2009

a.a.a. cercasi coraggio

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, settembre 30, 2009 3 commenti

Ci sono periodi in cui tutto mi sembra non avere alcun senso. In cui per qualche attimo la mia anima esce dal mio corpo, mi guarda e mi dice "guarda che hai trentadue anni fra pochi mesi e non hai ancora combinato niente". Ho un'anima esigente. Vuole spronarmi affinché io afferri i sogni, a dominare la mia vita, a cambiarla prima che mi cambi.
Ed alcune volte parto con il giusto entusiasmo, con la giusta carica di convinzione. Poi però, a metà dell'opera mi fermo. E mi deprimo.
Così succede con il mio lavoro, che odio e che amo, che amo e che odio, che dico di amare per non pensare a quanto stupida posso essere io che, laureata e con molte capacità, da 4 anni lavoro per la stessa azienda che mi sottopaga. E ancor più scema mi sento quando penso che due anni fa avrei trovato lavoro facilmente e non ho agguantato l'opportunità, oggi invece mi tocca tener duro fino alla fine di questa crisi che sta facendo perdere il lavoro a troppe persone.
E mi considero un'idiota quando penso che queste otto ore vengono sottratte dalla mia vita, che in queste ore potrei camminare per le foreste dell'Amazzonia, ammirare i templi Maya, nuotare nell'oceano Indiano...ed invece posso solo scoprire questi posti attraverso la mia immaginazione, sognando ad occhi aperti.
Sognare.
Sognare di viaggiare, sognare di vivere con la mia musica, con i miei racconti, conoscere culture diverse, avere una bella casa e tanti figli che corrono felici in giardino. Lavorare da casa ed occuparmi di loro, oltre che di me stessa e di mio marito.
Invece sono qui. Scrivo su questo blog durante la misera ora di pranzo dopo aver svuotato il contenuto del contenitore di plastica dove aspettava di essere inforchettata la mia pasta scotta. Sfogo le mie frustrazioni. Meglio così che con la cattiveria verso altre persone. D'altra parte sono buona, troppo buona e mi faccio mettere i piedi in testa da chiunque. Mille volte mi immagino mentre porto la mia lettera di dimissioni al mio responsabile e nel mio immaginario godo nel vederlo dispiaciuto. Ma ad un tratto mi sveglia dal sogno lo squillo del telefono sulla mia destra, rispondo e mi fiondo nel suo ufficio pronta a farmi sotterrare dal lavoro, provando anche un minimo di simpatia quando cerca di essere divertente, e non riuscendo a dire di no al suo modo eccessivamente amichevole di chiedermi favori. Un ottimo stratega il mio responsabile, che ha ben capito i miei punti deboli e li sfutta senza pietà.
Ma arriverà quel giorno. Arriverà quel giorno in cui con la mia musica riuscirò a viverci, in cui pubblicheranno qualcosa di mio, in cui riuscirò finalmente a rimenere incinta e in cui con gioia immensa poserò sul tavolo quella lettera e due secondi dopo riuscirò a vomitare addosso ad ognuna delle persone che si sono approfittate di me, tutte le verità, le verità dolorose che non vorrebbero mai sentire.

Intanto faccio la mia ottantesima fotocopia mentre sorrido malinconicamente al prossimo cliente che entra in azienda quasi a volergli far capire di non fermarsi all'apparenza e che non sono stata assunta come receptionist che prepara i caffé, e sì che arriverà il giorno in cui potrò liberarmi dei loro sguardi sessisti e versare il bicchierino di plastica ancora bollente sulle loro belle camicie bianche.

lunedì 28 settembre 2009

Il corso prematrimoniale

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, settembre 28, 2009 1 commenti


Quando sentivo le coppie parlarne, anni luce prima che il pensiero del matrimonio mi avesse mai sfiorato, credevo che con "corso prematrimoniale" si intendesse un corso facoltativo di cucina e cucito, un manuale tipo della brava casalinga e dell'uomo attrezzo.
In seguito lo intesi più come una rimembranza dei corsi di religione pallosi e inutili, di quelli che , specie se serali, rischiavano di farti ronfare dopo la seconda preghiera dedicata agli sposi.
Pian piano qualsiasi informazione mi arrivasse a riguardo, era sempre circondata da un pezzo di scocciatura incellofanata. Ci misi poco a capire che quel corso lì, in qualsiasi modo possibile, avrei dovuto evitarlo, semmai un giorno mi sarei voluta sposare.
Quel giorno arrivò prima ancor di capire che cosa stessi facendo e lo ammetto, fui proprio io a pressare il mio povero maritino allora ventiduenne affinché potessimo giurarci amore eterno!
La verità è che trovai quel che cercavo e potevo fermarmi lì, ma mai e poi mai avrei rinunciato alla possibilità di avere una festa tutta mia! Altro che giuramento solenne, sarei l'ipocrisia in persona se negassi che la ragione principale per cui premevo tanto era il potermi vestire da principessa senza trovarmi in mezzo ad una festa di carnevale!
Purtroppo però, non sembrava possibile trovare il modo di baipassare quel fastidiosissimo corso. Mi chiedevo come potesse un prete "istruire" una coppia destinata a sopportarsi fino alla morte! Mi chiedevo cosa c'entrasse la preghiera con la decisione di formare una famiglia, e soprattutto perché nel 2006 c'era ancora l'obbligo di frequenza.
Eppure all'epoca devo dire che il più scettico e contrario era mio marito. Agnostico, miscredente, e con un'antipatia congenita verso la chiesa, il clero, i preti e tutto ciò che facesse parte della religione cattolica. Io, per mia natura incline ai sacrifici, mi dissi che poteva essere divertente e che forse avremmo imparato qualcosa.
Il corso durava un mese, più o meno dieci "sedute". Ricordo che alla prima eravamo un pò spaesati. Non so se perché era stata una dura giornata di lavoro o se per il troppo vino bevuto a tavola, ma ricordo poco interesse nei confronti delle altre coppie e di ciò che spiegava don Andrea. Ricordo che ad un certo punto mi svegliai dal torpore e mi resi conto che la voce non era più quella del prete ma cambiava alternandosi femminile-maschile-femminile-maschile...oddio, era il mio turno! Il nostro turno! Il prete mi chiese di presentarci, e di spiegare per quale ragione ci trovavamo lì. Io risposi che per quanto strano potesse sembrare, credevo ancora nel vero amore e volevo sigillare l'unione fra me e la mia metà. Non feci alcun riferimento a Dio, e credo che il parroco avesse capito che aveva a che fare con due pecorelle smarrite.
Ad un certo punto allungò ad ognuno di noi una specie di tesina, un manuale, un libro di testo, una raccolta di pensieri, preghiere e verità che ancora non conoscevo. Insomma, un testo povero nell'aspetto, scritto su carta riciclata, ma che credetemi, conteneva una fonte inesauribile di soluzioni ai problemi di ogni coppia.
Sfogliammo qualche pagina al volo mentre gli altri recitavano la preghiera a pagina 2, e capii che quel corso tutto sommato poteva davvero rivelarsi utile.
Fu dura non tirare il pacco all'ultimo momento per la seconda seduta, don Andrea fu chiaro ed onesto quando ci informò che bastava la presenza a due corsi per ricevere l'attestato. Ci fece capire che non potevamo andare lì contro la nostra volontà, sembrava sincero quando ci disse che capiva quanto dura dovesse essere uscire di casa con 3 gradi per frequentar un corso che ci vedeva del tutto disinteressati. Fu davanti a tale onestà che decidemmo (decisi) che l’avremmo dovuto seguire. Fu lì che decisi di prendere parte ai dibattiti, di seguire con attenzione le sue parole, le letture che ci proponeva e che sentiva di voler discutere con noi. Io e mio marito mentre tornavamo a casa continuavamo a parlare dell'argomento, esprimendo la nostra opinione, la nostra posizione.
Quel libro ci stava davvero facendo capire quali difficoltà avremmo incontrato lungo il nostro matrimonio. Non proponeva soluzioni facendo riferimento alla Bibbia o al Vangelo, ma dava gli spunti giusti per riflettere, per essere consapevoli del passo che stavamo per compiere.
Non avrei mai pensato di dire un giorno che il corso prematrimoniale è stato un toccasana per la il nostro matrimonio, per la nostra vita di coppia. Davanti ad ogni difficoltà cui si scontra la nostra convivenza e coabitazione, ci tornano in mente quelle parole, quelle riflessioni e riusciamo, insieme, a superarle più facilmente.
Quel parroco, Don Andrea, sembrava si fosse sposato mille volte!
Qualsiasi sia il nostro modo di reagire durante i litigi, durante i periodi neri, durante le insicurezze emotive, era già tutto descritto in quel libro. Gli errori che avremmo commesso e che commetteremo, la difficoltà di capire la differenza fra l'uomo e la donna ed accettare queste differenze per trovare il metodo di comunicazione migliore.
Tutto, Don Andrea aveva previsto tutto. E se è vero che prevenire è meglio che curare, posso dire che se finora nessun litigio con mio marito è mai durato più di un paio d'ore, se sono riuscita a mettere da parte il mio caratteraccio e il mio orgoglio da vera terrona quale sono per fare il primo passo verso la riappacificazione, e se la stessa cosa spesso e volentieri è valsa per mio marito fino al punto in cui basta uno sguardo reciproco e un sorrisino per mettere da parte la rabbia e la frustrazione che troppo spesso riversiamo sull'altro, è grazie al corso prematromoniale.
Chissà, forse perché Don Andrea vive lo stesso amore nei confronti del suo Dio e riesce quindi a applicarne le difficoltà e le soluzioni sulla vita di coppia, sarà che abbiamo avuto un culo pazzesco e fra le mani abbiamo il manuale del matrimonio felice, o semplicemente perché come è ben noto agli studenti, ripassare per un esame leggendo il testo subito prima di andare a letto sembra essere il metodo migliore per ricordare anche dettagli che in altri momenti non avremmo ricordato.
E se quando vostro marito si rifiuterà di leggere la preghierina degli sposi insieme a tutti gli altri partecipanti al corso, voi lo fulminerete e scatterà il litigio furioso in macchina, forse sarà il caso di seguire anche il corso avanzato!

venerdì 25 settembre 2009

Testosterone nostrano

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, settembre 25, 2009 2 commenti

Ieri facendo zapping mi sono imbattuta nei vari dibattiti sul tema che tanto sta facendo scalpore in quest'ultimo periodo: Berlusconi e le sue puttane.

Ora, io voglio dire, cosa c'è di tanto scandaloso? ma davvero nessuno ha mai pensato che queste cose succedessero? ma davvero voi italiani siete scandalizzati, offesi, allibiti davanti a queste rivelazioni? ma scusate, siete così ingenui da pensare che la politica non sia il riflesso della nostra società? Guardatevi attorno. Se siete una bella donna e passeggiate per strada, non ci sarà un solo uomo che non si girerà a guardarvi, anzi a mangiarvi con gli occhi. Non c'è cosa più importante per un uomo italiano che guardare, e se possibile, farsi, una bella donna. Il sesso, gli ormoni. Ecco di cosa è fatto l'uomo italiano: ORMONI VACILLANTI PER TUTTA LA SUA MICROSFERA, testosterone più alto della media europea.

Forse è per questo che gli uomini italiani sono quasi tutti pelati. Pare che una produzione troppo elevata di testosterone infastidisca il fegato con conseguente perdita di capelli chiamata alopecia.
Tornando a Berlusconi, che ha rimediato al problema con un bel trapianto, mi sento quasi di difenderlo! Sì, io donna anti-fascista, dallo spirito anarchico e ribelle, difendo quest'uomo dagli attacchi mediatici.
Perché scusate amici miei, se ad una donna date tanti soldi e tanto potere, lei ci si comprerà abiti, scarpe, libri, oggetti per casa, viaggi. Magari approfitterà di questo potere per usare qualche uomo che di sua spontanea volontà si farà spazio fra le sue lenzuola. Ma ci crederà realmente nel suo ruolo di potere e nessun altro pensiero potrà offuscarle la mente al punto di non adempiere ai suoi doveri.
Se invece mettete questo stesso potere nelle mani di un uomo (italiano), per quanti valori esemplari possa avere, per quanto istruito ed onesto possa essere, non riuscirà mai a dire no alla figa. E quando scoprirà che quel suo potere ne attirerà molta, lui impazzirà nuotando nei giardini dell'eros più nascosti, e metterà a sua disposizione tutte le sue possibilità perché il suo piacere sia interminabile.

Potete realmente, col cuore in mano, dire, voi uomini italiani, che con soldi e potere illimitato voi non adreste alla ricerca del terzo elemento per completare il trinomio "money-power-sex"?

Per quanto io ami mio marito e ne abbia una totale fiducia, so che impazzirebbe con tutte quelle donne attorno...altro che amore! altro che famiglia! altro che salvare l'Italia ed annoiarsi alle riunioni, altro che rompersi la testa per cercare soluzioni, altro che notti passate a discutere con i vari ministri....... diventerebbe un vero e proprio puttaniere!

E allora, vi direte voi, dovremmo accettare un comportamento tanto immorale e scandaloso da parte del nostro presidente del consiglio? certo che no, ma almeno riflettere su quanto voi siate uguali a lui, tutti inseguiti dalla brama del successo, del denaro, della fama. Per una sola cosa: la gnocca.

Girando per le strade di Berlino qualche mese fa mi sono resa conto che nessuno si girava a guardarmi. Anche quando passavano donne più simili a modelle che a donne comuni, venivano ignorate. I ragazzi tiravano dritto, assorti nei loro pensieri. Ragazzi che pensano con la mente, non con altre parti del corpo. E lì ho capito perché più vai a nord e meglio funziona la politica. Perché hanno meno testosterone.
Ecco perché in Africa ci sono solo dittatori, guerre civili, disordini.

Qui le soluzionui sono due: o meno testosterone negli uomini (vedi medicinali che ne limitano la produzione) o più donne in politica. Possibilmente brutte.

lunedì 21 settembre 2009

Segni particolari: proverbi storpiati

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, settembre 21, 2009 1 commenti

Ne ho tanti di segni particolari. I nei, il mio dentino un pò storto davanti, un accento privo di regionalismi, ma connubio di esperienze linguistiche che mi fanno sembrare emil-toscano-marchigiana. Ah, e ogni tanto ci scappa pure la parola in romanesco.

Ma IL mio segno particolare è la mia straordinaria capacità di storpiare i modi di dire ormai desueti e dimenticati dalla generazione presente. Non che io lo faccia di proposito, anzi! La mia riflette una vera e propria volontà di usare questo arricchimento della lingua italiana, queste immagini che tanto rendono l'idea di un concetto in modo divertente e antico...tanto antico che in alcuni casi è praticamente impossibile capirne il nesso logico con il significato finale. E non capendolo, molto spesso rimangono solo rimembranze sonore che mi tornaro in mente in alcuni contesti (sociali) ove, spinta dall'impulsività, penso bene (inconsciamente lo giuro) di farne uso.

Nonostante io ami leggere e mi ritenga interessata agli sviluppi e alle evoluzioni (e involuzioni) della lingua italiana, non sono quasi mai riuscita ad usare un proverbio o modo di dire correttamente, sbagliando spesso contesto o addirittura storpiandolo, suscitando non poco divertimento nei miei interlocutori.

E' per questo motivo che ho pensato di riproporveli, sarà dura ricordarsi tutti gli strafalcioni fatti in 32 anni di vita ma cercherò di "spremere le naringi" per proporvi quelli che hanno divertito maggiormente...non che io ne abbia mai fatto un vanto! ...così, semmai doveste un giorno sentire una donna seduta non troppo distante da voi in un pub o in un ristorante, mentre sfoggia fieramente un modo di dire tutto suo, sappiate che si tratta molto probabilmente della sottoscritta!

Ecco a voi i "proverbi-plugs":

- "tanto va la gatta al LARGO che ci lascia lo zampino" (d'altra parte si sa, i gatti non sanno nuotare, ergo, se vanno troppo al largo, ci lasciano la pelle, ma trattandosi di gatti, si usa dire lo zampino).....

- "è come cercare un uovo in un pagliaio!" (fusione di due locuzioni quali "il pelo nell'uovo e un ago in un pagliaio")

- "vorrei lanciare una lancia a favore di..." (forse ho esagerato con robin hood da piccola)

- "altro che ti mancano poche diottrie, sembrano due tappi di bottiglia le tue lenti!" (effettivamente, rende più l'idea....)

- "rischiar non nuoce" (no, ma non sono pessimista eh)

- "era meglio un uovo ieri che una gallina domani" (e oggi si digiuna)

- "guarda!! ho i peli a fior di pelle" (.....)

- "fare i conti senza l'ostia" (l'ho sempre detto che catechismo è diseducativo!)

- "costa Lire di Dio" (ho scoperto solo pochi anni fa che si tratta invece dell'IRA di Dio)

- "è inutile che ti appoggi sugli specchi!" (un pò di confusione nella mia testolina ha creato questa fusione fra "appoggiarsi sugli allori - che poi la versione corretta è dormire sugli allori - e arrampicarsi sugli specchi)

- " sei uno scarica birilli"

- "il vino vecchio fa buon brodo" (ero ubriaca quella sera)

- "a caval donato, non si guarda in bocca" (tutto corretto, sembrerebbe, ma mi soo sempre chesta perché il cavallo del proverbio si dovesse chiamar per forza Donato)

- chi l'ha dura la vince " (sono giustificata dal fatto che in quel periodo frequentavo amici fiorentini....)

Se dovessero venirmene altri in mente, non mancherò di aggiornare la lista. Non invento nulla, ho gente che può testimoniare. E non ne sto facendo un vanto! perché in realtà io amo i proverbi! Sono loro che non amano me!

giovedì 17 settembre 2009

Comunico quindi sono

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, settembre 17, 2009 3 commenti

Amo scrivere. Amo comunicare. Anzi, direi, amo comunicare, quindi amo scrivere.
Grazie ad internet in effetti ci si presentano davanti molte più occasioni per riuscire a comunicare. La scrittura, le immagini, la musica.

La mia scrittura non è virtualismo e non vuole pavoneggiare, ma semplicemente riflette la mia voglia di esprimermi a 360 gradi, con ogni mezzo.

Sul perché io voglia esprimemi potrei dilungarmi troppo ed essere noiosa e banale, ma l'immagine di un barattolo pieno zeppo di esperienze ed idee e stimoli provenienti dal semplice fatto di esistere, che prima o poi deve essere svuotato per poter continuare ad essere riempito, potrebbe essere sufficiente a spiegare questo mio bisogno inesauribile.

L'egocentrismo c'entra fino ad un certo punto, perché che ci si creda o no, poco importa alla sottoscritta se i lettori sono 20, 200 o 2. Dopo la creazione avviene quel meccanismo di verifica personale su come il messaggio sia arrivato alel persone, e se è arrivato. Ma questo meccanismo è solo una conseguenza, non la ragione della mia scrittura.

Comunicare. Se non esistesse questo verbo, di me rimarrebbe solo una stupida bambolina dalla risata facile.

Lo ammetto, senza alcuna onta, io parlo da sola. Mi capita di trovarmi seduta sulla tazza del water a parlare con lo specchio del lavandino posto di fronte all'altezza del viso. Parlo immaginandomi in situazioni diverse, spesso mi auto-intervisto pensandomi dietro le quinte di un palco che ha appena assorbito il mio sudore e la mia passione, addirittura capita che l'intervista si svolga in inglese e che mi impegni al massimo perché il mio accento sia dei più perfetti e puliti.
Finisco per ritrovarmi a monologare su cosa significhi per me la fama, su come mi abbia cambiata, do lezioni di umiltà e punto il dito sugli artisti spendaccioni e megalomani, parlo di me, dei miei ideali, di ciò che ritengo più importante, dell'amor proprio, dell'amore verso l'umanità....
fin quando una mia collega non urla da fuori di uscire dal bagno e di andare a fare le mie telefonate da un'altra parte....

Mi succede spesso addirittura di parlare da sola in macchina quando mi tocca quella senza stereo, la macchinetta di riserva uscita da un film in bianco e nero.
Un giorno ferma ad un semaforo mi sono guardata intorno e ho notato con non poco imbarazzo che dall'automobile vicina due occhi mi puntavano divertiti, poi mi sono resa conto di avere il finestrino totalmente abbassato, così come l'automobile di fianco. Ho quindi afferrato il cellulare nemmeno zorro con la spada e l'ho messo davanti alla bocca urlando "pronto....mi senti?? ho messo in modalità vivavoce perché sono in macchina, non so se mi senti bene, è mezz'ora che ti sto parlando!!!........

Questa mia mania di comunicare è innegabilmente infantile. Così come le bambine parlano con le bambole, io parlo con me stessa. E perdo tempo. Perché proprio mentre sto sparecchiando la tavola, la sera in cui mio marito è rimasto a mangiare fuori e tornerà tardi, io mi distraggo rimanendo incastrata fra un pensiero e l'altro, nella mia nuvoletta fatta di ologrammi ad alta definizione, ed inizio a parlare. Quindi mi fermo, vago per casa, mi siedo sul divano o davanti al pc, o davanti allo specchio dul mobile dell'ingresso, e porto a termine la discussione intrapresa con me stessa e con i miei personaggi immaginari. Intanto il tempo passa e quando mio marito torna a casa mi è difficile giustificare una tavola ancora da sparecchiare.

No, cari amici, non penso si tratti di una malattia mentale per cui chiamare la casa di cura più vicina, penso semplicemente si tratti piuttosto di una forma di auto-ipnosi.

In effetti, l'essere umano durante la propria vita assorbe informazioni sottoforma di immagini, di suoni, di parole scritte, ma con il passare del tempo questi ricordi vanno sfumando e dissolvendosi sempre più fino a diventare un ricordo di ricordi che non si ricordano più.
Il mio parlare da sola fa sì che molte di quelle immagini riaffiorino e si ripresentino prepotentemente per essere esaminate ed analizzate. E così il mio linguaggio le rende vive e dà loro la possibilità di essere guardate più da vicino. L'essenziale è invisibile agli occhi, dice la volpe al piccolo principe, ed è quindi grazie ai miei monologhi che la parte meno superficiale del mio IO viene a conoscenza di ciò che in altri momenti non mi è possibile vedere.
Una specie di trance, insomma.
Poi siamo sinceri, noi non siamo limitabili ad una sola personalità, ad un solo pensiero, ad una sola opinione. Anche all'interno del nostro piccolo esserino, troviamo opinioni divergenti, domande a cui voler rispondere con troppe risposte diverse.... il dibattito con coi stessi porta spesso le conclusioni a cui non riuscivamo ad arrivare "da soli".

D'altro canto però, la comunicazione con sé stessi non basta per poter svuotare il barattolo in esplosione. Non basta immaginare un interlocutore per accontentarci dei 20 minuti passati a parlare sul cesso. Ed è da qui che nasce il mio bisogno di fare ciò che sto facendo in questo preciso istante.

E' per questo motivo che ho aperto un blog sulla cucina, esprimendo la mia passione culinaria, purtroppo incostante sebbene molto gradita. E' per questo motivo che non contenta di impegnare molto tempo nella creazione di un album musicale, ho creato un blog che parlasse della creazione di questo lavoro, esaminandone i vari step, descrivendone le difficoltà ed esprimendo le mie sensazioni.

E' per questo motivo che ho creato un blog chiamato "terrazzi in fiore", con tanto di layout floreale e molto ben curato, per poi vedermi costretta ad eliminarlo due settimane dopo per via dell'impossibilità di sdoppiarmi (c'ho provato credetemi, ma l'esperimento ha generato solo un dimagrimento di ben 5 chili e non era un bello spettacolo) e di trovare quel minimo di tempo indispensabile per cercare idee, fare foto, e parlare della mia ennesima passione incostante e poco approfondita.
E' anche per questo motivo che su Love Plugs inizio una rubrica (vedi quella del venerdì) la porto avanti per poche puntate e la lascio sospesa senza preavviso.....stessa cosa per alcuni racconti (vedi quello di Frank), per cui ho avuto un grandissimo slancio mentre raccontavo la prima parte, ma nessuna voglia di continuarlo. Però solo su richiesta, potrei decidere di farlo.

Bene, a questo punto, visto che nessuno può dirmi di uscire dalla schermata di blogger e di andare a scrivere le mie cose da un'altra parte, potrei anche arrivare al nocciolo della questione.
Che è?

Semplicemente ciò che ho appena scritto e che posso riassumere in una sola frase: scrivere è una terapia, comunicare è una terapia. Tutti ne abbiamo bisogno e se ciò che ci frena è la paura di essere giudicati, bhè, vi assicuro che i giudizi non sono niente in confronto all'impossibilità di esprimersi. Perché i giudizi riflettono l'immagine che gli altri hanno di voi, l'esprimere voi stessi riflette l'immagine che voi avete di voi stessi e che spesso non conoscete finché non la tirate fuori. E' questa l'immagine più importante e da curare, perché con voi stessi passate ogni misero secondo della vostra vita.

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Immagine usata per il post:

Dipinto "comunicazione difficoltosa" di Gianni Lukolic

lunedì 14 settembre 2009

Se non ci fosse lei

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, settembre 14, 2009 4 commenti


Con lei ho un rapporto di amore-odio. Ne parlo spesso male, ma allo stesso tempo mi è difficile rimanerne senza. Posso fare a meno di lei in periodi di uscite frequenti, di mille impegni che non mi consentono di aver voglia della sua compagnia, specie durante la stagione estiva, quando le giornate son più lunghe, quando ceniamo all'aperto mentre degustiamo le ultime luci del sole in un tramonto inimitabile....
Vi sono lati di lei che mi attirano e mi fanno sentire priva di cervello, priva di stimoli, priva di una vita reale. Quel suo rubarti il tempo e l'atrofizzare le tue sinapsi. E' capace di essere morfina ed eccitante allo stesso tempo. Di regalarti un'infinità di emozioni, senza viverle davvero.
Riesce a divertirti, ad angosciarti, a speventarti, a farti riflettere, ma tutto ciò avviene in maniera statica. Come in un sogno ad occhi aperti, come fossimo attaccati ad una flebo di immagini che una volta entrate in circolo, ti allontanano dalla tua realtà in un'esperienza extra-corporea.

Eppure troppo spesso i miei pensieri si ribellano alla sua assuefazione e mi convincono che la sua presenza non può che essere nociva. Una seconda me mi guarda mentre sono seduta davanti a questa realtà sciolta in cristalli liquidi e mi mostra un orologio dalle lancette pesanti e sanguinarie. Il tempo che scorre, una vita passata a farmi ipnotizzare.

Così, ci sono giorni in cui penso a come sarebbe la mia vita senza di lei. A quanti sapori riscoprirei cenando con un sottofondo di jazz, alla consapevolezza della mia mandibola mentre mastico e godo di un momento unico e sacro.
A quanti sguardi ci scambieremmo io e la mia dolce metà, a quanti discorsi, dai più seri ai più frivoli, affronteremmo fra un deglutimento e l'altro.
Se lei non ci fosse, impiegheremmo più tempo a consumare il pasto serale, che non a prepararlo.

I benefici di una vita senza televisione sarebbero visibili soprattutto a livello fisico. Non avrebbe infatti senso sprofondare sul divano di casa davanti ad un plasma spento. Potrebbe essere usato per altre ragioni, che richiedano una certa attività fisica ed in men che non si dica verremmo abbandonati da culi piatti, pancette rilassate e palpebre appesantite.

A questo punto della mia riflessione, mi vedo in difficoltà nel cercare le varie alternative ad una serata invernale tipo. L'inverno, non vi nascondo, è caratterizzato da serate pigre ed annoiate, cui routine non lascia spazio a grandi idee entusiasmanti grazie alle quali la serata possa farsi frizzante e divertente. Le uniche alternative che finora hanno rimpiazzato il binomio tv-divano, sono state quelle che mi hanno vista protagonista di prove, registrazioni e tutto ciò che riguarda la mia amata musica. Ma diciamoci la verità, con l’inverno anche questa passione sembra essere intorpidita.
E quindi? Come la mettiamo? Facciamo sì che LEI prenda possesso della mia vita e, insieme a suo cugino PC, annienti le poche ore a mia disposizione dopo il lavoro, rendendomi apatica ed incapace d’intendere e di volere?
Assolutamente no. Quest’anno amici miei, la spunterà la sottoscritta.
La prima regola da seguire sarà quella di “non accendere quella scatola” come prima cosa appena entrati in casa. Piuttosto, se abbiamo bisogno di un sottofondo che animi la stanza(in attesa che ad animarla siano dei pargoletti frignoni), pigiamo il tasto play dello stereo e allettiamo il senso dell’udito con il nostro sound preferito. Diamoci qualche minuto per controlalre la posta sul PC con la promessa di spegnerlo una volta finito l’utilizzo utile, così da evitare le chiacchiere inutili con i vari amici virtuali di messenger.
A quel punto siamo noi, il nostro compagno/la nostra compagna, della buona musica c, e ben 5 ore davanti.

E’ consigliabile fare una qualsiasi attività fisica almeno due volte a settimana, nel mio caso sarà Yoga, e NON in DVD né tramite la console WII, ma proprio con tanto di corso in palestra, istruttrice certificata e tappetino di spugna.

Una volta terminata la nostra attività fisica, torneremo a casa, ci faremo una bella doccia, e nasconderemo il telecomando in un posto scomodo cosicché non avremo né la voglia né la forza di andarlo a recuperare una volta finita la cena. Prepareremo la cena a quattro mani, ci siederemo a tavola e chiacchiereremo, tenendo a lungo il boccone contro il palato per riscoprirne il gusto e masticando senza fretta. Un bicchierino di vino rosso e una candela sul tavolo.

Il rischio a questo punto della serata è quello di addormentarsi sul piatto. Tutto dipende dalla conversazione dominante in questo momento di relax. Parlare di soldi potrebbe aumentare i succhi gastici, parlare di politica, rischierebbe di far prendere il sopravvento al diavolo ctentatore e vi convincerà ad andare a scovare il telecomando per una bella botta di svago. Quando gli argomenti mistici saranno finiti e avrete affrontato il discorso di Dio e degli alieni che ci guardano dentro a questa sfera, studiando i nostri comportamenti (puntualmente guardo in alto e tiro fuori il dito medio), rimarrete con la candela mezza bruciata, i piatti vuoti sul tavolo, le briciole sulla tovagla, le pentole da infilare nella lavastoviglie e il vostro corpo che si rifiuta di animarsi, così come i vostri occhi si rifiutano di mandare al cervello l’impulso giusto per “mettere tutto a posto”.
Eppure, senza TV accesa, sarà meno difficile di quanto si possa pensare. E lo farete più rapidamente perché non vi ritroverete imbambolate con la pentola in mano fisse a guardare la scena di lui e lei che si baciano, con i vostri occhi socchiusi e le vostre labbra stupidamente palpitanti.
In men che crediate, la vostra cucina sarà linda e davanti a voi avrete ancora 2 ore a vostra disposizione.

A questo punto sempre il piccolo diavoletto che abita il vostro lobo temporale destro dirà “un bel DVD di quelli che non guardi da un pó?” "sai che bello rivedere Harry ti presento Sally abbracciata a lui (che tanto si addormenterà dopo venti minuti)?”.
No. Vi siete promessi solo 2 giorni su 7 per questo tipo di svago, e questa sera dovrete trovare qualcos’altro.

Le parole chiave tra cui pescare la vostra scelta sono: sesso, lettura, scrittura, disegno, gioco di società, passeggiata, comunicazione fra voi due, telefonata ad un’amica che non si ha mai tempo di chiamare, sistemazione degli armadi, pulizia del terrazzino, stiratura dei capi che giaciono nel cesto da due mesi e mezzo (ormai da rilavare), ceretta, manicure, pedicure, spinzettamento di sopraciglia ecc ecc…

Bene, queste sono solo attività ricreative che mi vengono in mente sul momento, e mentre le scrivo mi immagino nel farle.

Sesso, bhè, quello diciamoci la verità, senza TV riscopriremmo sì il desiderio inestinguibile per il nostro compagno di vita, uno o più orgasmi a sera ci renderebbe persone migliori, meno incazzate con il mondo, più giovani e in forma. Ma ci vuole davvero tanta fantasia per mettersi lì dopo cena, ancora incriccati dallo yoga e semi-ubriachi dalla luce della candela e dal vino color sangue, ad inventarsi nuove posizioni e nuovi giochini…via, non facciamo i super eroi e ammettiamo che dopo un po’, diventerebbe una bella rottura di palle anche quello.

Lettura, oddio, sono le 22.00 e sono a pezzi, se mi metto a leggere in queste condizioni non arrivo nemmeno al secondo paragrafo. La scrittura necessita ispirazione. E nell’accendere il pc per scrivere (vista aimé la mia incapacità di scrivere a mano senza sentire il dolore da poco allenamento riversarsi sul mio povero sottile polso) sarebbe impossibile non soccombere alla tentazione di cliccare due volte sull’icona raffigurante una E color blu oceano che sembra volerti chiamare e dire “ESPLORAAAMIIII”!!!

Rimangono il disegno (era una battuta, la mia capacità di disegnare è pari a quella di essere coerente con me stessa) e varie attività noiose e mirate esclusivamento all’abbellimento della casa, del mio armadio e della mia persona. Andrebbe bene come attività da fare quando il marito esce, a quel punto tanto vale accendere la TV per avere un po’ di compagnia, ma con il marito in casa, sconsiglio vivamente di optare per queste scelte, inclusa la telefonata all'amica che non sentite da un mese.
Non resta che il gioco di società, che fatto in due a me fa un pó ridere, meglio il sesso a questo punto…quindi rimandiamolo al capitolo “le sere in cui vengono gli amici a casa, ovvero 5 giorni su 365”) .

Ultima scelta, la passeggiata.
Hai appena finito di ordinare la cucina, ti fiondi in camera, ti vesti, ti trucchi il minimo indispensabile, guardi tuo marito e gli consigli di cambiare maglia, prendi borsa, chiavi e via…in macchina. Tu e lui, ancora un’ora e mezza prima dell’ora X che ti vede con la bavetta sul cuscino mentre ronfi di gusto…sai che diventeranno 2, anzi 3 se consideri che dovrai struccarti appena tornata a casa. Meglio non pensare alle conseguenze di sole 6 ore di sonno. Non ci pensare o scendi dalla macchina e in dieci minuti sei già davanti alla TV.

Vi guardate tu e lui, lui al volante ti dice “dove vuoi andare amore”. Tu non ne hai la minima idea. Piove e fa freddo e sogni il pled. Un locale? Mmhmh…da soli? Sembra una scena già vissuta poche ore fa…e almeno non c’era il brusio delle voci di sottofondo che alla lunga ti infastidiscono perché non riesci a capire niente. Tra l’altro non hai voglia di bere. Teatro? Troppo tardi. Nightclub? Troppo presto. Passeggiata sotto i portici mezzi ubriachi a far scherzi alla gente e suonare ai campanelli? Ok, scusate, per un attimo pensavo di essere in un film.
“Amore…io un’idea ce l’avrei…è vicino, possiamo anche mangiare qualche schifezza visto che forse l’insalatina di carote julienne non ti ha saziato…”
“dimmi!”

“e se andassimo al cinema?”

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mercoledì 9 settembre 2009

Statistichiamo

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, settembre 09, 2009 24 commenti

Ho sempre adorato le statistiche! in effetti, ho sempre desiderato crearne, specie nell'ambito del mondo femminile, tipo "facciamo una statistica quantificando le donne che hanno dolori mestruali", "cavolo! ma una statistica su quante donne si specchiano nelle vetrine quando escono a fare shopping?"... "chissà qual'è la percentuale di donne che rimangono incinte dopo aver assunto la pillola anti-concezionale"...e potrei andare avanti a lungo, se non fosse che non sono mai riuscita ad elaborarne nemmeno una, per via del poco tempo e della mia famosa pigrizia.

Ma oggi, mentre rileggevo qua e là il mio blog, mi sono soffermata sul numero di commenti lasciati dai miei milioni di lettori (scherzi a parte, ogni giorno ricevo 12 click e non riesco a capire chi, dove, quando e perché! si faccia avanti il mio ammiratore/la mia ammiratrice segreto/segreta!!) e ho tratto delle conclusioni simpatiche, dopo aver fatto una piccola classifica dei LOVEPLUGS-post più commentati:

1) Al primo posto troviamo l'insormontabile post sugli stivali UGG, con ben 21 commenti (e quando ricapiterà mai?), 10 dei quali sono richieste esplicite di aiuto disperato da parte di malcapitate qui per puro caso, per l'acquisto online dei suddetti stivali.

2) Al secondo posto troviamo il post sull'imperdibile film capolavoro che vede protagonista uno dei miei attori preferiti: Sean Penn. "Milk" è il titolo del film che mi ha regalato ben 8 commenti.

3) Al terzo posto troviamo il post "killing me softly" che tratta l'argomento dell'innarrestabile processo di invecchiamento della specie umana (per inciso: una crisi esistenziale) e F.D.M. che altro non è che un bel racconto ironico e frivolo che mi vede protagonista e vittima di una bella figura di merda.

4) Quarto posto per SESSO e TV (che personalmente ritengo il miglior post in assoluto in quanto ad ironia), la guerra di Ulisse (dalle cronache del nostro labrador), e "la mia rinascita", che personalmente trovo alquanto pesantuccio come post, ma innegabilmente profondo.

(PS. avete notato quanto io ami gli avverbi? potrei fare una statistica su quanti avverbi io utilizzi nell'arco di un paragrafo)

Dopo aver tracciato a grandi linee la mia classifica, ne hon tratto le seguenti conclusioni, già ampliamente accertate da svariate statistiche nazionali e confermate sul campo:

1) Le donne vogliono le scarpe, altro che stare a parlar d'amore!

2) Le polemiche incrementano gli ascolti e quindi la lettura di un blog. Buono a sapersi! ;)

3) Le donne vogliono ridere e rivedersi in ciò che racconti. Peccato che a commentarmi siano stati quasi tutti uomini...

4) SESSO+TV: entrambi i sostantivi bastano da soli ad attirare l'attenzione, se avessi omesso alcuni elementi tristemente ironici, avrei guadagnato forse più commenti degli stivali!. La guerra di ulisse deve aver attirato l'attenzione di storici con la passione per i cani....e statisticamente chi ha più tempo da perdere sono gli studiosi di storia e gli amanti degli animali ...lo dicono le statistiche ma non vi rivelo le mie fonti!!

Sulla mia rinascita e il fatto di avervi visto arrivare 7 commenti bhè..che dire? il termine antagonista di morte, per fortuna sembra riscontrare successo...e questo riflette la nostra voglia di sopravvivere e aggrapparci alla vita!



Ecco, detto e scritto ciò, posso promettervi di scrivere più spesso di scarpe, cani, sesso, figure di merda, gay sul grande schermo e quant'altro, ma solo dopo avermi lasciato un commentino di approvazione/disapprovazione che mi faccia capire che sto andando bene.....e per poter elaborare la mia statistica personale...su quanto questo blog sia seguito...



Ho paura del risultato: per una buona statistica il campione deve essere composto da 100 persone!

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giovedì 3 settembre 2009

Diversitààààà, un elemento imprescindibile per una vita troppo instabile

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, settembre 03, 2009 1 commenti

Sentirsi diverse è sentirsi sole anche quando si è in compagnia. Specie se in compagnia di persone diverse da te. Non migliori o peggiori ma diverse. E’ una questione di prospettiva,. All’inizio pensi che gli altri siano diversi, poi capisci che gli altri sono uguali fra loro e tu sei diversa, ma uguale a pochi.

Sentirsi diverse è lavorare fianco a fianco con due, quattro, sei colleghe da 5 anni e non esser mai stata invitata a casa loro. Le uniche che c’hanno provato, l’hanno fatto per compassione o buonismo, ma i miei sforzi di risultare simpatica si sono rivelati vani e a dire il vero non è che mi sia divertita più di tanto. Essere diversi è non divertirsi in discoteca perché c’è troppa gente, meglio ballare a casa, da soli o con la persona che ami. E’ avere poche amiche, vere amiche, amiche che ti amano con tutto il loro cuore, ma non riuscire a ricambiare queste dimostrazioni di amicizia. E sono vere amiche, perché accettano la mia diversità e mi amano anche così. Essere diverse è vivere in costante oscillazione fra il sentirsi superiori e il sentirsi sfigati.

Forse essere diversi equivale semplicemente ad essere superiormente sfigati.

Essere diverse è non tollerare ciò che vedi intorno a te e non capire perché tutti amano ciò che tu odi e viceversa. E’ il rifiuto incontrollabile della conformità dell’essere umano a ciò che impone la società. Essere diverse è probabilmente equivalente ad essere anti-sociali. Essere diverse è aver letto una sola volta il Misantropo di Molière ben 15 anni fa e portare ancora le cicatrici che mi han lasciato sul viso quelle lacrime acide. Alcuni libri sono pericolosi perché spesso rivelano ciò che non conosci ancora di te stesso.

Essere diverse è sperare che un giorno tua figlia sia diversa da te e uguale a loro perché probabilmente soffrirà di meno. Vorrei potergli proibire tutto ciò che faranno i suoi compagni di scuola, i videogiochi, la TV, il telefonino e le scarpe firmate, ma non solo finirebbe un giorno per odiare sé stessa, ma odierebbe anche me. Allora lascerò che sia lei stessa a trovare il suo posto. Se con i diversi o con i conformi. Potrebbe anche diventare una diversamente conforme e quella forse è la giusta misura. Tornerà a casa e mi parlerà di Tessa che ha uno zaino ipù bello del suo e che il sabato invece di studiare è andata a fare i provini per Amici, poi mi dirà che è meglio studiare ed avere un pezzo di carta in mano, io la guarderò e le dirò la verità.
Che con un pezzo di carta in mano farai felice il tuo spirito, ma se entrerai nelle grazie della De Filippi, farai felice il portafogli. E oggi, dello spirito chi se ne frega.

Ma lei, essendo parte dei diversamente conformi, mi tranquillizzerà e mi dirà che vorrebbe essere come me. Che anche lei preferirebbe esprimere la sua arte in maniera autentica, senza piegarsi all’industria televisiva, discografica e mediatica. Ma che a differenza mia, farà finta di essere una conforme per farsi furba e andare avanti verso il suo obiettivo.

Essere diverse equivale ad essere codarde e a nascondersi dietro a tante scuse, ma in realtà riflette la paura che abbiamo del mondo e di chi ne è al timone.

Essere diverse però ha il suo vantaggio. I momenti in cui ti senti felice, voli più in alto degli altri.

mercoledì 2 settembre 2009

effetti collaterali

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, settembre 02, 2009 2 commenti

basta un sms per cambiarti una giornata:


quanto siamo speciali io e te che facciamo il nostro personalissimo yoga sul divano?
e quanto siamo speciali io e te che facciamo e ci appoggiamo nella nostra musica?
e quanto siamo speciali io e te che dovremmo aprire un'agenzia matrimoniale?
e quanto siamo speciali io e te quando ti bacio sul collo e tu mi dici "non ho sentito niente"?
e quanto siamo speciali quando ci mordiamo le braccia a vicenda?


ti amo moglie mia



(più che speciali siamo rincoglioniti da questo sentimento...completamente inebetiti!)
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