giovedì 29 gennaio 2009

Medicina e ricerca

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, gennaio 29, 2009 5 commenti


Dal corriere della Sera:

Il senso del ritmo si manifesta nei bambini prima di quanto si pensasse. Un team di ricercatori internazionali ha osservato le reazioni del cervello di un gruppo di bebè di due o tre giorni di vita per mezzo della risonanza magnetica e ha scoperto che i neonati riuscivano a seguire in modo coerente il ritmo della musica, reagendo quando la si interrompeva.

LO STUDIO - Per lo studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, sono stati esaminati 14 piccolissimi. Gli scienziati hanno osservato nel loro cervello un'attività elettrica simile a quella delle rispettive 14 madri (che li tenevano in braccio) esaminate simultaneamente durante una seduta in cui è stata suonata musica con un forte ritmo. Le risonanze magnetiche al cervello hanno rivelato che i bebè seguivano il ritmo e, come chiunque ascolti della musica, hanno cominciato ad anticipare le note, aspettandosi che il batterista continuasse con lo stesso ritmo e reagendo se invece si interrompeva.

CONSEGUENZE - La scoperta potrebbe cambiare il modo in cui i medici considerano le abilità musicali dei bambini, ha dichiarato un o degli autori dello studio, Istvan Winkler della Hungarian Academy of Sciences di Budapest. Molti ricercatori hanno finora pensato che i bambini imparino la musica ascoltando gli adulti, ma la nuova ricerca suggerisce che il ritmo potrebbe essere un'abilità innata, «già scritta nel cervello umano». E sarebbe una qualità prettamente umana: non dipenderebbe dal fatto di sentire il battito del cuore della mamma o la sua voce quando il feto è ancora nell'utero. I ricercatori fanno infatti notare che i primati a noi più vicini, gli scimpanzè, sentono anch'essi il battito del cuore materno prima di nascere, e tuttavia non hanno il senso del ritmo.


Mie personali osservazioni:

Ci voleva uno studio per arrivare a tale conclusione?? Ne conosco solo io di persone che non hanno il senso del ritmo? Eppure fino a prova contraria, tutti sentiamo il battito della nostra mamma e questo battito dovrebbe avere un ritmo ben preciso e ben scandito.......

Sono sempre stata dell'idea, anche senza mai aver portato avanti alcuno studio, che le abilità musicali fossero scritte nel corredo cromosomico.

Non a caso, il padre del mio bisnonno emigrò in America dove divenne un musicista di Broadway, il mio bisnonno ha suonato la chitarra fino a 98 anni. Mio nonno suona la fisarmonica, mio zio è un bravissimo pianista, mia madre e mio padre cantano....mia nipote a 2 anni balla seguendo il ritmo di qualsiasi tipo di brano ed io e mio fratello della musica abbiamo fatto un secondo lavoro.

Io mi chiedo a questo punto, ma quanto tempo e soldi avranno sprecato questi studiosi? Dedicare questo stesso tempo e denaro ad una ricerca più "utile", no?

Che ne so, ad esempio alla ricerca di una cura che possa guarire una malattia degenerativa chiamata SLA (sclerosi laterale amiotrofica)!

Ebbene sì, questo mio sfogo, forse esagerato, sicuramente esasperato, semplicemente mirato ad attirare l'attenzione di chiunque possa aiutare colei che considero "mia sorella", ha origini da un fatto che ha stravolto la mia vita in questi ultimi giorni:

Il padre di questa persona per me importantissima sembra sia affetto da questa malattia. Un uomo di sessant'anni che solo pochi mesi fa conduceva una vita normalissima, tra lavoro, nipoti, figli. Un bell'uomo, tra l'altro. La diagnosi è stata fatta pochi giorni fa e siamo ancora sotto shoc. Stiamo cercando qualsiasi sito possa fornirci soluzioni a riguardo ma sembra che, come gli hanno risposto tutti i medici finora visitati (dai più costosi ed insensibili ai più professionali e speranzosi), "non ci sia più nulla da fare".

Questa malattia è stata scoperta nel 1860 e ad oggi non sono state TROVATE CURE che funzionino. Non si conoscono le cause di tale malattia e nessun test può fornire una diagnosi definitiva di SLA.
Ti dicono solo che hai pochi mesi di vita, o forse due anni, se ti va bene sette. Sul come te lo dicono, non vale la pena spendere una parola di più...

Poi ti lasciano lì. Abbandonato a te stesso. Con tua figlia che smette di vivere per girarsi tutti i medici d'Italia alla ricerca di chiunque possa salvare suo padre.
Intanto però abbiamo scoperto che il senso del ritmo in un essere umano è innato.
E io, con andamento adagio e ritmo incalzante, non posso che intonare un bel

VAF-FAN-CU-LO!
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(chiunque potesse aiutarmi a tal proposito, mi contatti. Per favore.)

martedì 27 gennaio 2009

Lei....

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, gennaio 27, 2009 2 commenti

Lei è lì, seduta accanto a me.
Il suo nome è Felicità.
Sta piangendo ed io non so come evitare che soffra.
Di solito è lei che stringe me e copre le mie spalle fredde con il suo calore di lana.
Lei mi segue ovunque, e sembra preferisca regalarmi la sua presenza quando ho lui vicino a me, lui che condivide con me questo tortuoso cammino chiamato vita. Quando sono sola, mi osserva, mi studia da lontano, ogni tanto gioca a nascondino, e maliziosa lascia che io la cerchi. Sembra solida come una roccia, ma in realtà anche il minimo sussulto potrebbe farla scomparire.
Quando lui è con me, lei corre verso di noi con tutta la sua fastosità e ci avvolge in un abbraccio perfetto, forte e fragile al tempo stesso.
Fra me e lei, un legame solido.
Abbiamo promesso di cercarci, ovunque, in qualunque modo, laddove qualcuno dovesse mai provare a dividerci.
Ho passato periodi della mia vita in cui il mio unico scopo era quello di cercarla ma probabilmente la cercavo in posti sbagliati. La trovavo e subito volevo scrutarla e studiare il modo per accertarmi che non mi lasciasse mai più.
La prima volta che la conobbi, la mia anima toccò il cielo e mi sentii leggera. Pensai di riuscire a volare, tanto che nei miei sogni con un semplice movimento di braccia, riuscivo ad alzarmi da terra e a planare fra gli oggetti e le persone. Da quel giorno però, conobbi anche la triste amarezza di un vuoto incolmabile, il vuoto che lasciava quando se ne andava, così su due piedi, senza dir niente.
Solo oggi capisco.
Capisco che lei è di tutti e di nessuno, capisco che lei è come l’ago di una bilancia, dove l’equilibrio è il vento.
Capisco che proprio questo suo farsi desiderare fa sì che l’essere umano ne senta un bisogno viscerale. Capisco che se lei decidesse di fermarsi per sempre da me, da loro, da chiunque, il suo valore col tempo, verrebbe meno. E’ per questo che piange. Piange perché vorrebbe restare, vorrebbe non dover più apparire per poi scomparire, non vorrebbe più vedere il terrore nelle persone che soffrono per la sua assenza, ma allo stesso tempo ha paura di ritrovarsi vicino a chi non le dà il giusto valore e cerca un qualcosa di più, un qualcosa che non esiste…mentre lei è lì, a pochi passi. Soffre nel constatare che chi ha la fortuna di tenersela accanto, vive con la costante ansia di perderla, e questo la soffoca a tal punto da non poter restare.

Io le vado vicino e le dico…
“Non star male per me se ora devi andare.
Io so che esisti, conosco il tuo profumo, sono intrisa di quella sensazione che riesci a regalarmi in ogni momento. Questo mi basta per andare avanti, mi hai insegnato a sentirti qui con me, anche se non ci sei. Non ti cerco più in posti in cui ci sono solo miraggi effimeri di te. Ti cerco nella mia mente, e da lì non puoi fuggire.”
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(Foto: presa da http://mariodomina.wordpress.com/2007/06/-2006©B@Imagine, Flickr)

giovedì 22 gennaio 2009

In MALATTIA e in povertà

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, gennaio 22, 2009 0 commenti

Premessa:

sono consapevole di essere una donna fortunata. Mio marito si è impegnato a starmi accanto per tutta la vita quando aveva solo 22 anni. Mio marito mi ama a tal punto da preferire una serata a fare gli scemi per il centro di Bologna piuttosto che uscire con gli amici e per fortuna ha degli amici intelligenti che rispettano questo suo cambiamento di vita. Mio marito fa tutto (o quasi) ciò che gli chiedo, SE glielo chiedo. Svuotare la lavatrice e stendere i panni, pulire casa insieme a me una volta a settimana, prepararmi la cena se sono stanca. Ama venire insieme a me in centro per fare shopping, se non altro per sbirciare nel camerino mentre mi svesto e faccio la Jessica Rabbit della situazione davanti allo specchio. E' un amante altruista e non si sottrae alle riunioni parentali fatte di litigi e discussioni varie. Mi ama e non ne ho mai dubitato un solo secondo dall'ormai lontano 25 marzo 2005.


Premessa 2:

In cambio di tutto ciò, io mi sono trasformata nella donna meno rompiballe della terra. Qualsiasi sia la caricatura della donna rombiballe disegnata in film, sketch comici, chiacchiere tra amici e tristi e ormai sorpassati stereotipi, io sono l'esatto opposto. Non sto ad elencare tutto quello che faccio per mio marito, dal chiamarlo la mattina e fargli trovare la colazione pronta, al mettergli in ordine l'armadio, stirargli i vestiti, lavargli le mutande, accontentarlo nelle sue e nostre fantasie, essere sempre desiderabile e piegarmi sempre a chiedergli scusa pur di far pace, di chinque sia la colpa del litigio.

Ma soprattutto, mio marito è una persona libera. Libero di uscire se e quando gli pare, libero di occuparsi dei suoi hobby, libero di saltare le pulizie di casa per continuare un suo brano, libero di rimandare i lavori di casa per mesi e mesi, libero di tornare a casa stanco dal lavoro, approfittare della mia assenza per stravaccarsi sul divano e lasciarmi un casino incommensurabile in salotto. E' libero di veder sua moglie tornare a casa all'una di notte dopo aver provato col gruppo e trovarla con le lacrime agli occhi per un dolore lancinante alla pancia. E' libero di starsene assonnato sul divano in attesa di capire cosa debba fare per poi avvicinarsi a lei, indeciso sul come comportarsi, e chiederle "ti dispiace se vado a dormire"????


Detto ciò, è dura per me non lamentarmi di alcuni suoi comportamenti, pur non facendogli mancare la certezza che io LO AMO e SONO FELICE solo con lui. Mi chiedo se è normale che in qualsiasi modo io cerchi di esprimere la mia opinione riguardo a qualsiasi cosa possa darmi fastidio, lui mi accusa di accusarlo. E' il cane che si morde la coda. Ma d'altra parte non è lecito, ad esempio, chiedersi se il fatto che io stessi male fisicamente e lui se ne fosse tranquillamente andato a dormire possa stare a significare che non sono poi così tanto importante per lui? E' quantomeno lecito chiederselo o devo per forza ritenermi una rompiballe o incontentabile?
OK. Lo ammetto, un pò sono rompiballe. Forse è scritto nei nostri geni....avere bisogno di costanti certezze da parte dei nostri uomini!!

lunedì 19 gennaio 2009

Il quinto elemento

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, gennaio 19, 2009 5 commenti

Il 2 gennaio di questo nuovo anno, io e la mia dolce metà stilavamo una lista dei buoni propositi per il 2009. Come potrete ricordare se avete letto qui, avevamo lasciato di proposito il foglio sul tavolino dell'anonimo bar pasticceria. E come vi ricorderete, già alle 18.00 di sera, non ricordavo più quale fosse il quinto punto.


Stamattina, triste e depressa davanti ad un pc, rinchiusa nell'ufficio freddo e con un'unica finestra che dà sul prefabbricato grigio qui di fronte, mi sono ricordata di quale fosse.


Cambiare lavoro.


Ora, ammetto che più che un buon proposito, questo è un vero e proprio punto di svolta. Un cambiamento radicale. Un progetto iniziato mille volte e lasciato in sospeso 2000. Le scuse sono sempre le stesse: "è uno stipendio sicuro", "non è il momento migliore per cambiar lavoro", "c'è chi è messo peggio", "tutto sommato ogni tanto (anche se con la crisi succede sempre meno) viaggio", "ho le ferie e le malattie pagate" ecc ecc ecc.


Il mio lavoro, escludendo questi punti effettivamente a suo favore, non mi dà alcun stimolo. Faccio l'impiegata del commerciale estero di un'azienda di medie dimensioni, unica referente per i clienti esteri di tutto il mondo e unica persona che si dedichi a fare gli ordini ai fornitori e a gestire questi ultimi.


Ad una prima impressione potrebbe risultare interessante. Se non altro, uno potrebbe pensare, "hai modo di mantenere le lingue straniere".


Bhè, certo, se si considera che ho passato 5 anni della mia vita a dedicarmi completamente a studi di semantica, di linguistica, di tecniche varie di traduzioni economiche, se penso che ho dedicato 52 settimane ad una tesi terminologica di 700 pagine, non è che una magra consolazione la mia possibilità di scrivere le stesse cinque cazzate in ingese con tanto di chiusura "best regards" o "yours sincerely"!

E sto parlando solo dell'inglese, visto che il francese mi capita di usarlo sempre meno, causa la sempre più scarsa richiesta francofona nei confronti dei nostri prodotti.


Lo spagnolo poi.... ahahahah mi vien da ridere!! Per fortuna non ho avuto la pessima idea di sceglierlo come terza lingua all'università e mi sono accontentata del bagaglio linguistico regalatomi dalla Scuola Europea. Perché se vi capitasse di ascoltare una delle mie rarissime conversazioni con un cliente spagnolo vi sbellichereste dalle risate, ancor di più di quante ve ne siate fatte col Ciclone di Pieraccioni.


E pensare che solo 5 anni fà, faceva parte della mia vita di tutti i giorni, avendo avuto la fortuna di vivere 6 mesi a Fuerteventura, isola paradisiaca delle Canarie. Ma diciamoci la verità, le situazioni piacevoli aumentano la buona volontà di una persona e il suo impegno ad eccellere in qualsiasi ambito essa decida di operare.


Con questa premessa, non vi sarà difficile immaginare quanto infelice mi possa sentire al solo pensiero di dover passare 8 ore al giorno in questo ufficio.

2.368 ore l'anno, ora più, ora meno. Che in soli dieci anni fanno 23.680 ore. Considerando che quest'ufficio è diventato la mia seconda casa da ottobre 2004, avrei passato qui dentro all'incirca 9.500 ore. Se il calcolo non dovesse tornarvi, capirete perché sono atterrata nel campo linguistico.


Ancora più facile per voi lettori sarà immaginare quanto mi possa sentire ingabbiata in una vita che mi domina invece di farsi dominare, se solo sapeste qual'è il denominatore comune alle attività per cui sono portata:

la creatività.


Eh sì che ho provato a coinvolgere questo mio bisogno creativo anche nel mio lavoro, ma abbellire un ufficio con dipinti strani, lavorare fotografie con giochi di luce da usare come desktop e non far mai mancare del buon soul ricercato nel player del mio pc, non hanno dato i risultati sperati ed io mi sento vuota ed insoddisfatta sul piano lavorativo.


Ho anche tentato di entrare nel ruolo della donna manager, richiedendo al mio superiore maggiori opportunità, facendomi vedere decisa a contribuire alla crescita e allo sviluppo di quest'azienda: "posso cercare nuovi clienti", "posso cercare nuovi prodotti da proporre", "posso fare qui", "posso fare là". Ma quando mi si sono presentati davanti fogli pieni zeppi di numeri di telefono da chiamare, quando mi è stato detto di presentare la nostra azienda e di convincere l'interlocutore che noi siamo i migliori e di conttrattare i prezzi e farmi dare informzioni relativamente ai loro fornitori attuali, insomma di rompere le palle alla gente, mi sono cagata addosso, permettetemi la franchezza.
E dopo aver provato per mesi e mesi senza aver prodotto buoni risultati se non il fatto di aver stregato con la mia voce qualche potenziale cliente che continua a mandarmi e-mail chiedendomi una foto, mi sono arresa all'evidenza di non esserci portata.


Il quinto punto diceva quindi: "cambiare lavoro".


Eh, sembra facile. Immagino che per prima cosa è d'obbligo fornire una risposta alla domanda "che tipo di lavoro vorresti fare"?


E va bene, ora sì che scatterà la risata collettiva...sicuri di volerlo sapere? Voglio vivere di musica. Esatto. Io scrivo e canto e pare che mi riesca bene. Ho un orecchio molto fine e musicale. Ho fantasia nel creare nonché originalità e inventiva. Le idee in quest'ambito non si esauriscono mai.


Non per niente canto in una soul band con musicisti bravissimi ma che come me usano questo loro dono come hobby, come valvola di sfogo, come dolce ricordo che li lega ad un desiderio ormai dimenticato. Ecco, questo è il mio dono.

E non contenta ho un altro gruppo, con cui ho all'attivo altri due album e grazie ai quali riusciamo ad esibirci di tanto in tanto e ad investire un pò di denaro in materiale per il nostro studio di registrazione che solo due anni fa era il nostro garage (in questo gruppo c'è la mia dolce metà).


Penso che se ognuno di noi fosse stato creato per una sola e determinata attività, la mia sarebbe attinente alla musica. Vi basti pensare che ogni qualvolta io cerchi di soffocare questo mio dono, ogni qualvolta io faccia finta di non possederlo e cerchi piano piano di ignorarlo, di dimenticarlo, di rinchiuderlo in qualche cassetto della mia vita, ecco che prepotentemente esce fuori anche nelle occasioni più impreviste e assurde. Un esempio? Bhè, l'ultimo è avvenuto sabato scorso. Alla festa di paese di Maiero, una località di 600 abitanti in provincia di ferrara. Ero lì per caso, avevo voglia di rivedere una mia carissima amica di un paesino ferrarese chiamato Consandolo. Lei si era già messa d'accordo con altri amici per partecipare a questa festicciola promossa dalla parrocchia, dal comune, dagli abitanti, insomma una piccola manifestazione piena di calore, semplicità, cibo a volontà, tombola e...musica. Infatti, come succede nella maggior parte dei casi, ad animare la serata vi era un cantante sui 50 anni, uno di quei personaggi che si spostano di fiera in fiera con tutto il loro ambaradam fatto di tastiere, microfoni, mini computerini con i testi e le voci...insomma un vero professionista dell'intrattenimento. Benché questo signore fosse abbastanza bravino e sapesse intrattenere, la gente era impegnata a bere il vin brulé e a farsi fuori i tremila panini alla salsiccia, pasta, dolci, sfrappole e chi più ne ha più ne metta e ben pochi facevano caso alle canzoni ben interpretate dal "maestro". Ad un certo punto, come nella migliore tradizione delle feste paesane, ecco la frase magica uscire dalla bocca coperta dai lunghi baffi del simpatico intrattenitore: "avanti gente, qualcuno vuol venire a cantare una bella canzone"???. Ecco che la mia amica, presa da un impulso irrefrenabile, istintivo e poco ragionato urla in mezzo alla folla "lei!! lei!!!!!".

Inutili sono stati i mei tentativi di convincere tutti i paesani che si trattava di uno scherzo, che in realtà ero stonata, che avevo il raffreddore, che sono timida (unica scusa vera), che vengo da Bruxelles e non conosco una sola canzone italiana, che ho dimenticato gli occhiali a casa e non riesco a leggere le parole sul pc (io non porto gli occhiali e forse non ho la faccia di chi li porta perché a questa scusa è scattato il vaffanculo generale).


Insomma, dopo esser venuto l'organizzatore in persona a dirmi "dai, non ti far pregare", eccomi ad impugnare il microfono e a lasciarmi andare sulle note di Vivo per lei. Ammetto con piacere e anche un pò di timidezza che coloro i quali qualche minuto prima parlavano fra di loro ingozzandosi di cibi vari e trincando di buon gusto, erano tutti lì davanti a quel piccolo stand, il tempo si dev'essere fermato perché nessuno si muoveva e tutti sembravano ipnotizzati. Insomma non mi dilungo su quelle piccola emozione che ci siamo scambiati io e il mio pubblico, vi dico solo che sono stata costretta ad interpretare una canzone di Giorgia e una dei ricchi e poveri (mi avevano promesso che sarebbe stata l'ultima altrimenti col cavolo che...)....ci mancava solo Titanic, menomale che a nessuno è venuto in mente. Mentre mi allontanavo dal banchetto, ci mancava poco che mi chiedessero un autografo e più persone mi sono venute ad implorare di cantare Gigi d'Alessio (ma...in Emilia???). Per fortuna, la mia amica, causa di tutto questo trambusto, ha pensato bene di trascinarmi via lontana.....


Questi sono piccoli episodi che fanno riflettere. Un piccolo centimetro cubo d'acqua in un oceano di soddisfazioni che solo la musica mi sa regalare. Eppure, pensare di vivere di musica mi risulta ancora poco possibile. Non ho mai frequentato un'accademia e quindi non ho nessuna prova se non la mia voce, la mia naturalezza nel modulare la mia voce che parte, spiega le ali, vola e fa sesso con la musica. Nessun foglio di carta e nessun'esperienza rilevante da poter inserire in un curriculum musicale che mi permetta di entrare in qualche coro televisivo o teatrale. Ci sono milioni di altre cose altrettanto allettanti che una persona potrebbe fare con l'orecchio che Dio mi ha donato e con la mia musicalità innata: canzoni per pubblicità, jingle radiofonici nazionali (finora fatti agggratis per radio locali), potrei decidere di fare la cantante da pianobar e ne sarei davvero felicissima, ma prima di tutto non saprei dove cercare, come muovermi e dove.


E soprattutto, lascerei uno stipendio fisso, un lavoro sicuro con tanto di permesso di maternità e tutte le sicurezze che ciò implica per un qualcosa di così "temporaneo" e campato in aria? E' un pò il discorso del "meglio un giorno da leoni o 100 da pecora"?


Certo, le mie capacità non si limitano solo al lato canoro, c'è anche quello creativo e allora potrei lavorare per un'etichetta discografica (abbastanza importante da potermi garantire un futuro certo) ed occuparmi della ricerca di talenti, di gestire la creatività di altri personaggi ed apportare la mia esperienza, anche se prettamente di nicchia.

Ma abito a Bologna, dove ho comprato casa per la quale pago un mutuo ogni mese, una città in cui mio marito ha tutta la sua vita, gli amici, il suo hobby e un buon lavoro. Non vivo a Roma né a Milano. E se fosse così facile anche per chiunque abitasse a Milano, non mi spiego perché uno dei più bravi cantanti di soul italiano che non voglio nominare per la sua privacy, si stia trasferendo in Giappone con la sua famiglia, in cerca di reali opportunità.


Forse è stata questa notizia dell'ultima ora a farmi tornare in mente il famoso "quinto punto". Forse mi sono resa conto che mi è sempre più difficile accettare di convivere con la mia personalità da impiegata. La vera L. è quella che una volta staccato il lavoro si esibisce nei centri sociali, va alle jam session, prova con la sua band il mercoledì sera, si fa Pescara-Bologna alle 3.00 di notte dopo aver finito un live con il suo gruppo e il giorno dopo menomale che è sabato e riesce a dormire fino all'una!. Ma quando arriva la tanto temuta domenica sera, quando L. si ritrova a fare i conti con la realtà e a settare la sveglia alle 6.30 per il giorno dopo, quando si sveglierà, si vestirà, prenderà la macchina ed entrerà in quel fabbricato grigio nel bel mezzo della zona industriale di Calderara di Reno, salirà in ufficio, si siederà davanti al pc, scaricherà le cinquanta e-mail dei suoi clienti e ad ogni e-mail in arrivo le aumenterà il gusto amaro in bocca e si sentirà triste.


Si renderà conto che ha quasi 31 anni e non sa cosa farà da grande.



Qualche aiuto?

venerdì 16 gennaio 2009

La rubrica del Venerdì: seconda puntata

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, gennaio 16, 2009 1 commenti
Eccoci giunti cari amici alla seconda puntata della mia rubrica musicale.

Nella scorsa puntata, mi sono dilungata nello spiegare le motivazioni che mi portavano a creare questa rubrica, a discapito aimé della presentazione dovuta di un'artista come Erikah Badu di cui vi ho proposto uno dei suoi brani più famosi.

Erikah Badu è una cantante genuina, un'artista seria e validissima nel suo stile, il soul. Ha meritatamente vinto svariati premi riguardanti il suo genere musicale ed è considerata ad oggi una delle regine del panorama musicale black. Meno commerciale, ma più apprezzata per le sue qualità artistiche, canore e di scrittura impegnata. E' anche riconosciuta per la sua apertura ad altri generi affini, quali jazz, d&b, e per il voler sperimentare sempre più ciò che oggi viene definito nu-soul.

Vi consiglio di andarvi a leggere la sua biografia (ben dettagliata) qui.

Fatelo vi prego! Un pò di cultura in quest'ambito non fa mai male!


Come già anticipato nella biografia, la Badu ha avuto una relazione importante, da cui è nata Seven, con un membro del conosciutissimo gruppo rap The Roots.


Probabilmente da questa relazione è nata la collaborazione che ha dato vita ad un brano favoloso e che spero abbiate già sentito da qualche parte (il ritornello cantato da Erikah è difficile da dimenticare) e che vi propongo quest'oggi.


Il brano è tratto dal quarto disco di questo gruppo rap-jazz-soul, che ben si discosta dall'immagine di quel tipo di rap da catene d'oro e "thig life". Un gruppo che prima di ogni altra cosa, ama la musica.


Il disco in questione, Things Fall Apart", uscito ne 1999, li porta ad avere un successo realmente globale: al cambio d'etichetta segue una distribuzione migliore ed il quarto disco dei Roots, trascinato soprattutto dal bellissimo singolo "You Got Me" (scritto con Jill Scott ma cantato da Erykah Badu), riesce a scalare le classifiche (specializzate e non) di mezzo mondo, portando il loro nome all'attenzione di tutti. Nonostante sia meno 'jazz' dei tre dischi precedenti "Things Fall Apart" conferma in pieno il cammino intrapreso tempo prima dalla band: abbondanti i riferimenti e gli omaggi alla musica nera, bellissimi i testi, superbo l'incedere musicale. Quasi a sigillo di una solida unità di base "Things Fall Apart" non viene meno alla bizzarra numerazione delle tracce presenti nei dischi dei Roots, segnalate nel corso del tempo come un'unica ed interminabile sequenza: nello specifico il loro quarto disco va dalla traccia 54 alla 70.
bibliografia:







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La frase della settimana che vi propongo è tratta da un libro che la mia cara amica Lara mi ha fatto scoprire, intitolato "Le lacrime di Nietzsche", scitto da Yalom Irvin D.


"L’estremo isolamento non elimina affatto lo stress, è stress esso stesso: la solitudine è un terreno di coltura della malattia."

Quindi uscite, divertitevi, state in compagnia, amate e ridete.


Buon fine settimana amici miei!!


E che sia pieno di so(u)le!!

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martedì 13 gennaio 2009

Il grande bordello

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, gennaio 13, 2009 3 commenti


Grazie a Dio, ieri l’ho scampata. Alle 21.15, mentre iniziava l’ennesimo GF, io ero davanti ad una pizza a casa di una mia amica che non ha la televisione. Sì, un mito! Al suo posto, uno stereo che suonava Otis Redding.
Ho passato una bellissima serata ad ascoltare i suoi aggiornamenti, alcuni passi della sua vita che non mi aveva mai raccontato, a scambiarci pareri, a ridere dei personaggi strani che ci contattano su myspace, mi ha fatto scoprire il mondo di Pet Society che sebbene mi volesse convincere che è una “figata” io mi rifiuto di entrarne a far parte, anche per consapevolezza che ne rischierei la dipendenza con conseguente licenziamento dal lavoro.
Non abbiamo parlato del conflitto Israele-Palestina, non abbiamo trattato argomenti tristi ma abbiamo parlato di vita, di destino, di lavoro, di ambizioni, di forza per rimboccarsi le maniche, di creatività, di coppia, di saldi e di quanto poco tempo abbiamo avuto per sfruttarli.
L’ho invitata a leggere questo blog, spiegandole che per il momento è l’unica mia attività che uso come valvola di sfogo. Non mi è sembrata particolarmente felice della mia scelta, e ho letto nei suoi occhi la disapprovazione per essermi fermata con la creatività musicale. Ho messo le mani avanti e le ho spiegato che è solo un periodo, una pausa. L’inverno richiama il mio letargo e non riesco a combattere la mia pigrizia. Scrivere su un blog è facile, ci riversi le tue parole, le tue frustrazioni, esprimi le tue gioie, lo usi come terapia d’urto. Mi ha chiesto se lo sto pubblicizzando o se in qualche modo io abbia dei riscontri positivi. Le ho risposto che il tempo per pubblicizzarlo è poco e i mezzi quasi inesistenti per un blog del genere. Non sono sognatrice a tal punto di pensare di vivere con un blog o di farne una questione di fama o di lucro. Non ho creato una paginetta rosa con due pulcini che si scambiano effusioni d’amore per avere conferme, approvazioni né per essere giudicata o criticata per quello che scrivo. Lo faccio per ammazzare il tempo, per svuotarmi dei pensieri, per creare quella sorta di Diario delle confessioni che non sono mai riuscita a creare nella vita reale. Lo faccio per disegnare la mia vita e riempirla dei colori che più mi piacciono. Esasperando certi aspetti e sminuendone altri.
Mentre parlavamo del mio blog, della sua professione invidiabile, delle nostre preoccupazioni e del fatto che pare che il 2009 sia il segno dell’acquario e quindi il nostro anno, via etere stavano dando il programma più sciocco, cretino, babbeo, scriteriato, insulso, tonto, deficiente, insensato, idiota, balordo, stolto, stolido, scimunito, scemo, imbecille, ebete (ecco tutti o quasi i sinonimi della parola “stupido” trovato online su sapere.it) che abbiano mai inventato. O per lo meno, l’idea di fondo potrebbe essere interessante, quell’idea all’origine, ispirata dall’omonimo libro di Orwell, ma il suo declino anno dopo anno, l’ostentazione di questa vetrina degli orrori, delle volgarità, dell’ignoranza…uno schiaffo in faccia a chi vorrebbe una televisione di qualità, a chi vorrebbe godere di intrattenimento intelligente e in un certo modo utile ad un’apertura mentale.
Spero esista ancora da qualche parte in Italia qualche personaggio singolare (quanto vorrei essere io!!) che a questa mia affermazione si chieda di che programma si tratti. Ebbene, si tratta di una trasmissione che ha reso popolari e (nella maggior parte dei casi) ben stipendiati, personaggi inutili, fatta eccezione per qualche rara persona che ha trovato invece in questo programma un modo per dimostrare il proprio valore o di dare una svolta ad una vita piena di difficoltà, andando però poi incontro ad altre peggiori. Nella maggior parte dei casi, vengono puntate delle telecamete su personaggi vuoti ed incapaci. Belli, per carità, spesso fisicamente bellocci. Ma soprattutto assetati di popolarità, cui maggiore aspirazione nella vita è quella di venir immortalati “di sorpresa” dai paparazzi più infami costretti a fare il loro gioco per portarsi il pane a casa.
Se io fossi un fotografo costretto ad abbassarmi a tanto per sopravvivere nel mondo della fotografia, bhè, al posto della macchina fotografica userei unfucile semi automatico a canna rinculante. Non me ne vogliate per questa violenza verbale, in realtà esprimo una mia opinione ampliata all’ennesima potenza, sono incapace di odiare anche il mio peggior nemico, che per il momento spero non esista, ma un sentimento chiamato rabbia si impossessa di me quando penso a tutta questa superficialità. Da una parte un programma come il grande fratello, dall’altra guerre, problemi politici, internazionali, crisi economiche, problemi ambientali gravi, violenza sui bambini, sugli animali, sulle donne. Da una parte ricchezza eccessiva e lusso smoderato, dall’altra povertà, famiglie che vivono con 1000 euro al mese, operai che muoiono sul lavoro. Lo so, sono le solite riflessioni banali le mie. Banali e scontate. Ma mai quanto ciò che passano in quella maledetta televisione. Dicono “ma sì, dai, svaghiamoci ogni tanto! Non ci si può mica deprimere pensando solo ai mali del mondo!”. No certo, non pensiamo ai mali del mondo ma pensiamo piuttosto ad ammirare tette e culi, ad imparare fino a quanto una donna possa risultare oca, assimiliamo gli errori grammaticali più agghiaccianti che riducono la lingua italiana ad una misera formula soggetto+verbomalconiugato+oggettoincomprensibile
+aggettivoinesistente+parolacazzo.

Non indignamoci e non meravigliamoci se poi un Edoardo Costa sfrutta le associazioni umanitarie, le azioni a scopo benefico, la bontà della gente e la sua volontà di donare pochi soldi risparmiati in beneficenza per aiutare i più bisognosi, per una causa ben più grande:



Diventare il più figo del mondo e il padrone dell'universo!
Dio, Giove, questi non saranno nessuno quando quest'uomo si trasformerà in super-saian!!

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Eppure una domanda a cui non riesco dare risposta, sorge spontanea: le generazioni cambiano e quindi dovremmo poter auspicare un miglioramento, un cambiamento in positivo verso un mondo migliore no? Eh sì, perché se ciò che sto scrivendo in questo momento è un pensiero comune, un domani i miei figli la penseranno come me e i vostri anche, giusto? . I bimbi di oggi sono gli adulti di domani così come i cretini che popolano questo mondo oggi sono i bambini di ieri……allora mi chiedo perché andiamo peggiorando????

lunedì 12 gennaio 2009

Il peccato originale e ciò che non ti è stato detto

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, gennaio 12, 2009 1 commenti

Genesi 3:16

Ad Eva disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te».


Nonostante questo scenario sia già abbastanza disastroso, ciò che la genesi omette di riportare è quanto segue:

"Donna, io ti farò tribolare con ovulazioni ritardatarie, scompensi ormonali, ti farò sottoporre ad esami fastidiosissimi quali sonoisterosalpingografia che già il nome è tutto un programma, nonché centinaia di prelievi del sangue per disegnare la tua mappa cromosomica affiché tuo figlio concepito tramite assistenza medica non abbia alcun rischio di venir fuori con patologie scritte nei tuoi geni - anche se a guardare le tue unghie sembra piuttosto che la patologia più ricorrente sia l'esaurimento nervoso. Tuo marito tenterà di dominare su di te chiedendoti di assecondarlo nella sua convinzione che bisogna aspettare qualche anno o almeno qualche mese, insomma è solo una questione di tempo ma tu caparbia non ascolterai le sue opinioni e non eseguirai i suoi ordini e lui te la farà pagare quando, una volta estratto il portafoglio dalla giacca per pagare il ticket e una volta saputo l'importo da versare, ti guarderà con l'odio negli occhi e ti dirà "niente week-end romantico a maggio!"


Genesi 3:17

Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.


Ciò che non la genesi omette di riportare è:

"Uomo, tu sarai sottoposto a raccogliere il tuo seme in tremila contenitori, farai le acrobazie con l'auto per arrivare in tempo in ospedale affiché l'esame possa essere fatto in conformità con le norme richieste e nei tempi richiesti, sarai sottoposto agli sbalzi ormonali di tua moglie che alle sette di mattina ti urlerà nell'orecchio con una voce simile allo stridìo di una forchetta che graffia il piatto di proposito, che ti devi sbrigareeee, e due minuti dopo ti guarderà con occhi languidi e ti chiederà di sorridere un pò e tu le dirai che non c'è un cazzo di cui sorridere. Ti sveglierai all'alba e non potrai fare colazione, lei ti priverà anche dell'unica sigaretta del mattino, arriverete con due ore di anticipo e tu non potrai lamentarti altrimenti dovrai sorbirti la sua predica perché hai dato segno di immaturità e irresponsabilità e bla bla bla con la tua proposta di arrivare solo 30 minuti prima dell'appuntamento. Oltre allo stomaco, anche il tuo portafoglio rimarrà presto vuoto, quando la signora Calabrese del CUP ti presenterà il conto da pagare. Tu guarderai tua moglie e la odierai ma dovrai stare zitto perché infondo sai che non è colpa sua, ma almeno la punirai ritirando la promessa fatta qualche notte prima, dopo un vostro rapporto sessuale altamente soddisfacente, riguardo ad un viaggetto romantico e costoso. E quando penserai alle 8 ore passate davanti ad un pc per portare a casa un misero stipendio e impiegarne quasi la metà per farti succhiare l'ultimo litro di sangue rimasto, tu uomo ricordati che così andrà per tutti i giorni della tua vita.


Genesi 3:18 Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi;

Ma omette: "Non solo il tuo duro lavoro produrrà spine e rovi e tu mangerai l'erba dei campi (di pessima qualità), ma in più dovrai condividere l'erba con tua moglie e con una prole futura che ti sta prosciugando vivo ancor prima di essere concepita.


Genesi 3:19 mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai»

Ma omette: "mangerai con il sudore del tuo volto, con il giramento di balle e ti chiederai per quale motivo ti ritrovi a pagare le conseguenze di un'errore che non hai commesso. Tu infatti non ti chiami Adamo e tua moglie non si chiama Eva. A te, tra le altre cose, non piacciono nemmeno le mele. Tua moglie poi ha paura dei serpenti, figurati se si metteva a conversare e a dare ascolto ad un rettile, lei che non ubbidisce mai a nessuno, lei! Lei che doveva essere dominata ma in realtà domina. Lei che ti farà diventare polvere prima del tempo e cancellerà ogni traccia di te con un colpo di strofinaccio umido. Tutto questo perché quella mela conteneva una quantità industriale di ormoni. Una mela transgenica che ti è costata centinaia di euro!


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Immagine del post:

Michelangelo Buonarroti: Peccato originale, affresco 1509-1510 Cappella Sistina,Cappella Sistina, San Pietro, Roma

domenica 11 gennaio 2009

Non diventar come me!!

Pubblicato da Micha Soul alle domenica, gennaio 11, 2009 3 commenti

Se dovessi fare uno studio sulla vita di coppia, sulla convivenza, su quanto le due persone cambino negli anni e le dinamiche di questo cambiamento, ne verrebbe fuori un'enciclopedia infinita.

Un elemento che ho notato in questi ultimi tempi è l'influenza che l'uno ha sull'altra persona, sia questa influenza negativa o positiva. E aimé nella nostra coppia chi ne ha tratto più benefici sono io. A suo discapito.



Andiamo per ordine.

L'ho conosciuto che era convinto di essere felice. Felice nella sua tristezza interiore, nei suoi brutti vizi, nella sua vita anarchica e ribelle, nelle sue notti passate per le strade di Bologna con il lettore CD portatile nel tascone del piumone da uomo Michelin e le cuffie nelle orecchie. Si svegliava al mattino e ancora mezzo addormentato prendeva ciò che gli capitava sottomano dall'armadio, poteva essere una felpa di una tuta e un pantalone di velluto che riusciva ad abbinare senza problemi, senza paura di guardarsi allo specchio e dire "sono vestito male".
Si faceva una doccia in fretta e furia e non si pettinava. Il risultato era che quando si toglieva il casco i suoi riccioli lunghi avevano creato un cesto paglioso in testa con tanto di zone cutanee prive di capelli per via delle ritrose, ovvero di quell'effeto del movimento naturale del capello mosso quando non veniva contrastato con l'aiuto di un pettine. Ogni mattina si recava al lavoro, un lavoro da tecnico in un'azienda colossale, lui, un piccolo numero davanti ad un pc a lavorare con schemi elettrici e programmi informatici. Tutto ciò che vi è di più anti-artistico. Eppure, con quel poco di THC in corpo che gli permettesse di prendere tutto con leggerezza, si impegnava ad amare quel lavoro e ad amarlo affinché quelle otto ore passassero nel modo più indolore e veloce possibile. Una volta uscito dal lavoro, incontrava gli amici, parlava di musica, saliva su un palco e si creava il suo piccolo mondo parallelo fatto di piccoli seguaci del suo regno fatto di rime, di testi scritti col catrame della strada su una cartina Rizla.

Stava fuori fino alle 23.00, a volte veniva a trovare me e mio fratello verso le 21.00, ci faceva ascoltare la sua nuova creazione, scambiavamo opinioni riguardo a qualsiasi argomento, e alle undici scappava perché suo padre non aveva piacere che rimanesse fuori fino a tardi durante la settimana. Al lavoro si arriva puntuali.

Poi, nella sua vita sono entrata io.

Il livello di THC nel sangue è diminuito poco a poco fino a diventare quasi impercettibile. Dopo una settimana di baci e sesso, di "dormo io da te o dormi tu da me", lui è venuto a vivere con me e mio fratello, in 60 mq. La mattina mentre lui dormiva, io preparavo la colazione fatta di spremuta d'arancia, di fette biscottate e marmellata di mia nonna, di caffé latte e brioches. Lui, che non aveva mai fatto colazione in vita sua se non con una tazza di latte semifreddo scaldato al microonde, divorava tutto con la felicità di un bambino che si trova i regali sotto l'albero di natale da scartare il 25 dicembre. Mentre si infilava una delle sue felpe enormi e orribili, spesso al contrario con l'etichetta ben in vista dietro la sua nuca, io mi infilavo il tailleur, mi truccavo e raccoglievo i miei lunghi capelli biondi in uno chignon. Le volte in cui io mi innervosivo perché non trovavo qualcosa ed eravamo in ritardo, lui tirava fuori l'ennesima battuta brillante ed io ridevo dimenticandomi del ritardo e scoprendo il fantastico mondo dell'allegria alle 8 di mattina.
Nella sua punto grigia, in mezzo al traffico della tangenziale di Bologna, una donna di 27 anni, con foulard al collo e lucidalabbra perlato, rideva e cantava a squarciagola insieme al suo ragazzo di 22 anni, cuffia di lana in testa, occhiaie nere che facevano risaltare ancor più gli occhi grandi e pieni di quella luce che da troppo tempo era rimasta spenta e sigaretta di tabacco in bocca.
Eravamo felici. Spensierati. Sulla nostra nuvoletta rosa, in mezzo al grigio e ad una vita che non ci soddisfaceva minimamente.

Poi ci siamo sposati.

Abbiamo comprato una casa, abbiamo concretizzato i nostri sogni musicali, abbiamo iniziato a girare per l'Italia insieme agli altri ragazzi del gruppo, abbiamo ingrandito la nostra nuvoletta fino a farla diventare una vera e propria isoletta felice. Un garage trasformato in studio di registrazione, livelli di THC per lui sempre più bassi e per me un pò più alti (fino a quest'anno in cui mi sono promessa di mantenerli a ZERO). Ma crescendo si perde quel poco di spensieratezza. Crescendo, ci si perde in domande e pensieri troppo pessimistici. Crescendo, diminuisce il tempo per i sogni e si è schiacciati dalla realtà del lavoro. Del solito lavoro che non ci soddisfa. E cambiare lavoro è un'utopia. Pensare di abbandonare un lavoro sicuro ma deprimente per un punto di domanda inconcretizzabile è una vera e propria follia, ai tempi d'oggi.

La prima a lamentarmi del lavoro sono stata io. La prima ad avanzare la proposta di partire dall'Italia sono stata io, la prima a lamentarmi dei pochi vestiti nel mio armadio sono stata io, la prima a portare alla luce la parola "realtà" sono stata io. Questo succedeva all'inizio del nostro matrimonio, e solo grazie a lui ho imparato a smettere di lamentarmi, ho imparato ad accontentarmi, a godere e gioire delle cose che hanno importanza. Ho imparato a godermi la mia casa anche se ci sono i panni da stirare che mi aspettano ma chissenefrega!! Ecco, ho imparato il sognificato della parola "relax", carpe diem! goditi le ore che ti rimangono dopo il lavoro per fare quello che vuoi fare. Crea una nuova band soul, iscriviti a yoga, leggiti un libro accompagnata da un bicchiere di buon vino rosso, apri un blog e scrivi, scrivi e scrivi, e fregatene se è domenica e dovresti fare le pulizie della domenica. Tanto lo sai anche tu che la casa è pulita perché nessuno entra con le scarpe, cuciniamo poco e siamo spesso fuori. Smettila di pensare che hai bisogno di mettere tutto in ordine, è dentro di te che devi ordinare i pensieri. Il caos, la confusione che pensi di vedere intorno a te (e che in realtà non esiste) è il risultato di una confusione mentale di cui devi prendere atto e da cui devi liberarti.

Ecco, ho imparato a vivere. Ho imparato a non scattare in preda ad una crisi di nervi se non trovo le chiavi nella borsa o in casa prima di uscire la mattina. Ho imparato a mantenere la calma in ogni situazione, ho imparato che a nulla serve inveire contro me stessa se ho combinato uno dei miei guai!. Ormai la cazzata è fatta no? Cerchiamo piuttosto una soluzione, perché a tutto c'è soluzione tranne che ad un cuore che non batte più.

Oggi, a quasi 31 anni (fra pochi giorni) mi sento più saggia, mi sento in pace con me stessa e con il mondo, riesco ad uscire senza trucco, a guardare le persone negli occhi, a non spendere il mio stipendio in vestiti firmati ma a mettere da parte i soldi per farci un viaggio ed accrescere la nostra conoscenza del mondo. Ho imparato ad essere me stessa in quello che faccio, in quello che scrivo, nel modo di cantare, di parlare, di vestire. Di non copiare nessun modello ma solo di ispirarmici personalizzandolo.
Ho imparato a farmi amare un lavoro che sebbene non corrisponda a quello che avrei voluto fare nei miei sogni da bambina, mi dà modo di renderlo speciale, mettendoci del mio, impegnandomici e rendendomi fiera del mio piccolo contributo all'aumento del pil.

Sono una creativa e ho smesso di lamentarmi di non avere né tempo né modo di creare. Ho imparato a creare in qualsiasi ambito della mia vita. A vivere creando.

Ma. C'è un MA!!!

Lui. Lui mi ha resa quella che sono. Solo lui. Ma secondo voi prima di riuscirci cosa avrà mai dovuto sopportare?? Se ci penso mi viene da tirarmi dei cazzotti in bocca. Perché lui ora sì, è una persona felice. Molto felice. Ma......

Si lamenta del suo lavoro, si lamenta di aver pochi vestiti, si guarda tremila volte allo specchio dopo aver fatto i pesi in camera, vorrebbe lasciar l'Italia, si innervosice se non trova le chiavi e si deprime per il poco tempo che ha a disposizione per creare.

Ho paura che tra 10 anni arriverà a lamentarsi della polvere sui mobili e a voler spendere il suo stipendio in vestiti firmati.


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Immagine usata per il post:

"COPPIA"
acrilico su tavola
opera dell'artista
MARTA MANGIABENE
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altri post simili: UN PO' DI NOI!

venerdì 9 gennaio 2009

La Rubrica del venerdi: prima puntata

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, gennaio 09, 2009 3 commenti
Eccomi ad inventarne un'altra delle mie. Sarà che una delle mie più grandi passioni da piccola era fare la speaker radiofonica nella radio locale del mio papà, la famosa Radio 2000 e stiamo parlando del 1984. Famosa per i tanti Italiani emigrati in Belgio che respiravano aria di casa quando captavano le frequenze della radio in cui mio padre investiva tempo, fantasia e dava loro un pò di calore. A distanza di quasi trent'anni ho rivissuto l'emozione di quelle domeniche che mi vedevano la protagonista di un programma per bambini. L'ho vissuta attraverso la lettura di un libro scritto da un collaboratore di mio padre all'epoca della radio, un libro che raccoglie i suoi viaggi che egli stesso raccontava nella trasmissione del martedì....da cui il titolo del libro "L'uomo del martedì".

Sarà che non posso proprio fare a meno di pensare alla mia amatissima musica, vivere senza di lei penso mi sarebbe impossibile.

Sarà che il venerdì sera per me è la serata giusta per il relax dell'anima e della mente, pur continuando a viaggiare in quel piccolo spazio nascosto nella mia materia grigia chiamato "angolo delle riflessioni".

Dopo una bella scorpacciata di pollo arrosto con patate, preso al volo dalla rosticceria dellea COOPSEITU, dopo aver salutato come si deve il maritino che finalmente ha deciso di metter il naso fuori da queste quattro mura, mi sono seduta davanti alla mia tecnologia con tanto di mela tagliata a spicchi nel piattino qui sulla mia sinistra e che durante questo mio dilungarmi nell'ennesimo post, mi chiederà disperatamente di essere mangiata al più presto mentre pian piano rinsecchirà e diventerà marrone.

Una volta seduta ho sentito il desiderio di creare una rubrica sfiziosa cui post verranno scritti ogni venerdì. La rubrica propone ai lettori la mia frase della settimana, che può essere una frase inventata dalla sottoscritta, una frase letta in un blog o in qualsiasi sito e che verrà riportata qui solo previa autorizzazione dell'autore o ancora una frase sentita in televisione, al bar, al lavoro, o ancora meglio, una citazione di un personaggio letterario illustre.

Oltre alla frase del venerdì, la rubrica propone il video musicale della settimana. E qui ve ne farò scoprire delle belle. Una delizia per l'udito. Certo, siete avvisati che chiaramente la musica sarà, nella maggior parte dei casi, musica soul.

Bene. Ci siamo. Ecco che si illumina la scritta ON AIR.

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La frase della settimana mi è stata gentilmente concessa da una cara amica avvocatessa, nonché chef de cuisine, nonché viaggiatrice, donna colta e sportiva, cui cognome ometterò per ragioni di privacy ma cui nome (bellissimo) è Consuelo:



Non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice



non so voi, ma io la trovo deliziosa e così vera.........


E mentre riflettete sulla frase, gustatevi la magica Erikah Badu con Bag Lady...... il mio brano preferito di quest'artista che vi consiglio vivamente di scoprire. Niente di commerciale ragazzi, questo brano non l'ascolterete su radio RTL, né sulle altre radio che ascoltate in macchina (e direi purtroppo!!) qui si parla di arte, di verità - THE TRUTH - di significati che vanno oltre ad una mera questione di business.

Buon ascolto e buona visione!

(per i meno esperti, avverto che prima di cliccare play e godersi il video, è consigliabile spegnere la musica di sottofondo al mio blog. Ciò è possibile - si proprio così, è possibile!!- cliccando sul quadratino nella finestrella grigia qui sopra in alto a sinistra nella colonna dei widget. Trovato?? visto? non era così difficile...ok....ora godetevi pure il video :D )



Ciao mamma guarda come mi diverto!

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, gennaio 09, 2009 4 commenti


Mia madre, come tante, troppe altre mamme, ha sempre avuto un solo sogno per i suoi figli: che fossero famosi. Fama e denaro, ma soprattutto fama. Popolarità. A nostra insaputa si è permessa addirittura di scrivere a Maurizio Costanzo, al treno dei desideri e a tanti altri programmi palesemente finti (ci mancava solo la Corrida, unico programma "serio") senza per fortuna aver avuto mai nessun riscontro. E quindi vi lascio immaginare quale sarebbe stata la sua reazione quando via e-mail le ho mandato questa foto.......(per la cronaca, sebbene assomigli molto di più a colei che legge Vogue, io sono quella in copertina....).

Ho lasciato che lo scherzo andasse avanti per giorni, sono addirittura andata oltre e le ho mandato una foto che ritraeva mio marito su un cartellone pubblicitario.....




A quel punto ho capito che era giunto il momento di farla tornare coi piedi per terra, già me la immaginavo ad inoltrare le mie due e-mail a tutta la sua rubrica, ad inventarsi strorie del tipo "andranno a vivere negli Stati Uniti, il loro album ha venduto 10.000 milioni di copie, mia figlia verrà fotografata anche da Sean McCall...."....ci manca solo che pre-annunci una gravidanza!
Allora l'ho chiamata.
"ciao mà! ti sono arrivate le due e-mail con le foto allegate?"
"quali? quelle con i fotomontaggi di photofunia?
...............
"ma....ma....come...come fai a conoscere photofunia?????"
"ehhh figlia mia, qualche mese fa ho fatto il tuo stesso scherzo ad una mia amica!"
...........................
Inizio a pensare che non solo i nostri figli saranno più veloci di noi, più tecnologici e più avanti. Ora ci si mettono anche i notri genitori pensionati......e un pò mi fa specie sapere che mentre io lavoro lei si diverte nel fantastico mondo del web....oddio.....ci mancherebbe solo che capitasse sul mio blog!!!!!!!!!!!!!
Naaaaa. Impossibile.


giovedì 8 gennaio 2009

Incubus

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, gennaio 08, 2009 3 commenti

No, non il gruppo rock. Ma quella tenebrosa realtà parallela della mia mente che viene a disturbare il mio sonno già scarseggiante.
Nel bel pieno della notte mi sono svegliata sudata e piangente. Ho allungato il braccio nel buio pesto e tastato il muro alla ricerca dell'interruttore. Solo dopo averlo trovato e aver illuminato il mio piccolo angolo di paradiso chiamato stanza da letto, mi sono resa conto con felicità estrema che era tutto solo il frutto della mia più malata e infame fantasia. O forse della paura del mio subconscio.
Ho guardato sulla mia destra e lui dormiva, abbracciato come sempre al suo cuscino diventato ormai un serpente di piume, tipo quelli usati per bloccare gli spifferi davanti alla porta d’entrata.
L’ho accarezzato e guardandomi intorno ho detto grazie. Grazie a Dio, al destino, ai miei genitori, alla vita.
E dire che solo quattro anni fa di questi tempi era solo un mio amico, conosciuto da poco, misterioso, introverso, non particolarmente bello ma dagli occhi più ombrosi e ipnotizzanti che abbia mai incrociato.
E dire che la nostra decisione di sposarci presa dopo soli sei mesi che stavamo insieme è stato il più grande rischio che abbia mai preso nella mia vita. Non oso immaginare per un ragazzo di soli 22 anni quanto drammaticamente folle possa essere stato il chiedere la mia mano. Se mia figlia dovesse venire da me e dopo soli sei mesi di convivenza con un ragazzo mi esprimesse la loro intenzione di sposarsi, direi che è follia pura. Eppure noi l’abbiamo fatto, senza mai aver un briciolo di paura, il sentimento che abbiamo nutrito da subito l’uno per l’altra ha formato una lastra protettiva fra noi e i dubbi, fra noi e la razionalità, fra noi e la voce della gente, fra noi e l’immagine pessimistica di un futuro difficile da giovane coppia sposata. Difficile per le rinunce che avremmo dovuto accettare, difficile per i litigi che avremmo dovuto superare, difficile per la noia che avrebbe fatto di tutto per allontanarci l’uno dall’altra ma che ancora oggi è ben distante da casa nostra, depistata per almeno altri 60 anni.
Non ho voglia di usare termini quali “anime gemelle”, “amore eterno”, “due metà della stessa mela” ecc ecc.
Mi limito a descrivere la favola che sto vivendo, una favola che rende tutte le eltre poco interessanti, una favola talmente tangibile e viva da vedermi del tutto disinteressata nei confronti dei romanzi, delle storie d’amore sul grande schermo, dei libri che raccontanto di vampiri innamorati di morette insulse.
Mi limito ad assaporare i lunghi baci caldi e perfetti nella loro morbidezza, scambiati due secondi prima di scendere dalla macchina per salire su in ufficio, e prima di aprire il portone, girarmi e guardarlo andare via, dopo avermi sussurrato dall’altra parte del vetro, un ti amo.
Mi limito a rivivere un sogno ad occhi aperti nel constatare che dopo quattro anni ogni qualvolta mi capiti di viaggiare per lavoro, o uscire la sera per provare col mio gruppo e tornare a casa a notte già inoltrata, sento il cuore arrivarmi in gola per la voglia di entrare in casa e fiondarmi fra le sue braccia.
Mi limito a ritenermi fortunata perché fino a pochi anni fa vivevo con la triste consapevolezza di essere troppo possessiva in amore, di aver bisogno di costanti attenzioni, di chiedere ad un uomo più di quanto potesse darmi in termini di tempo, di affetto, di presenza. E quante parole sprecate inutilmente nel tentativo di spiegare che la presenza di cui necessitavo non era necessariamente fisica. Quante lacrime e fiato spezzati da singhiozzi teatrali quando una storia finiva perché non mi sentivo amata e questo mi portava ad essere sgradevole e irritante.
Mi limito ad arrendermi all’evidenza e ad affermare che ho al mio fianco una persona con le mie stesse esigenze, il mio instancabile bisogno di questo benedetto amore, un amore mieloso, un amore soavemente soffocante e aria incontaminata per i nostri respiri.
Mi rendo conto di quanto possa essere ridicola e banale una persona innamorata. Di quanta semplicità e ingenuità trasmettano le parole di un essere umano innamorato. Eppure ogni volta che penso a lui, mi trasformo in un’ebete che al telefono finisce le parole in –ini, perché un semplice suffisso -ino non è abbastanza zuccherato.
Eppure amare è un rischio. Abbandonarsi ad un’altra persona è un rischio. Rendersi conto che dopo solo pochi anni si è vittime di una dipendenza cronica è un rischio. Me ne rendo conto le volte in cui, come stanotte, mi si presenta davanti una realtà parallela che mi vede vivere senza di lui e sentirne una mancanza insopportabile.
Ma è il più bel rischio che mi si sia mai dato di correre. Inutile che incubi e serpenti velenosi cerchino di portarmi verso la pazzia, i loro tentativi di farmi vivere nella costante paura di perderlo sono vani. Non riusciranno ad iniettarmi il siero della paranoia, dell’ansia, della ricerca disperata di un talismano contro le sciagure. Sono inciampata una volta per caso in una frase di De André,

IO MI DICO è STATO MEGLIO LASCIARCI CHE NON ESSERCI MAI INCONTRATI

l’ho amata da subito e tuttora voglio convincermi che è così che dovrebbe essere. Mi dico che se nonostante la sua fragilità, De André sia riuscito a pronunciare una frase del genere, allora ce la posso fare anch’io. Ma non nascondo il mio dubbio quando mi chiedo se ne fosse realmente del tutto convinto.

Quindi sì amore mio, mi lascio trascinare sempre di più verso questo magico sentimento, senza paure, senza timore di quanto doloroso possa essere l’atterraggio…..


Ma se il mio è un incubo premonitore e mi tradisci con la “gatta nera”, andrò contro i miei principi e non esiterò ad usare il fucile di mio padre.




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L'immagine usata per questo post è di Johann Heinrich Fussli
L'incubo (1781), olio su tela, 127 x 102 cmDetroit USA, Institute of the Arts

mercoledì 7 gennaio 2009

"And the winner is..."

Pubblicato da Micha Soul alle mercoledì, gennaio 07, 2009 6 commenti

Ho appena scoperto di aver vinto un premio per il mio blog...vinto..oddio, vinto è un parolone, diciamo che due blog a me molto cari mi hanno fatto dono di questo premio (dai ammettetelo che è per pietà di una povera scriba ignorata dal mondo virtuale!). E io quindi li accetto con enorme piacere!!!


Allora iniziamo a seguire la prassi richiesta:


Premio Dardos:

Ho ricevuto con sorpresa questo premio dal blog di Indimenticabile Nuvola e Gino e Gina che ringrazio e davanti ai quali mi inchino!


Da quello che leggo, questo è un premio destinato "ai blog che hanno dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali."
Ma...ragazze, siete sicure??? forse il premio creatività...poteva avere un senso...insomma...più o meno...ma siete sicure? sto trasmettendo qualche valore?....... andiamo beeeeeeene!!!

Il regolamento del premio è il seguente:
accettare (ACCETTO ACCETTO!!) e comunicare il regolamento visualizzando il logo del premio (COSA CHE STO FACENDO IN QUESTO MOMENTO);
linkare il blog che ti ha premiato (FATTO):
premiare altri 15 blog meritevoli avvisandoli del premio.

ED ECCO I BLOG CHE DECIDO DI PREMIARE:

1. Anima Fragile
2. City of Orphalese
3. Estate incantata
4. Favoloso 25
5. Gino e Gina
6. Leggi.my
7. personalitàconfusa
8. spad
9. tachipirinha
10. Una mamma felicemente imperfetta
11. MammAmsterdam
12. Ciccera...mente
13. Ma che davvero?
14. L'onda lunga del saba pensiero
15. Quel che viene...la mia vita tra una casa in costruzione, una piattaforma e un asilo nido

ADESSO CORRO AD AVVISARLI...e poi prego qualcuno di dirmi come funziona questa cosa...non vorrei mai scatenare la bufera delle catene di Sant'Antonio travestite da premio!! Quindi amici miei, non abbiatevene a male se mi vedo costretta a lasciare un commento che dice di venirvi a prendere il vostro premio...non è un'idea mia quella di attirarvi qui e far crescere gli "ascolti"!

E poi scusate l'ignoranza ma se io dò il premio alla stessa persona che lo ha dato a me...cosa succede?? esplode il piccì per aver generato un conflitto htlm x-files generatecode widget-premium-mediaset-alice-echpiunehapiunemetta??

please help.


E comunque, domande stupide a parte, non sapete quanto ho sognato questo giorno. Il mio primo premio. Wow. Posso fare come Amy Whinehouse agli MTV awards e dire solo "thank you" e andar via ubriaca?

martedì 6 gennaio 2009

Ci vuole un fisico bestiale

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, gennaio 06, 2009 3 commenti

Uno dei miei buoni propositi per il 2009 è diventare uno schianto di donna. Si, un proposito davvero superficiale ma se ci pensate bene questo risolverebbe molti dei problemi che invadono la nostra coppia. Innanzi tutto smetterei di lamentarmi col mio uomo di quanti chili ho preso, quanto molle sia la mia pancia e soprattutto smetterei di non credere alla miriade di complimenti che mi rivolge. Mio marito è un un giovinotto che al posto dei globuli rossi, ha globuli a forma di ormone in calore. Mio marito riuscirebbe a dire che sono bona anche col pallore in faccia, i brufoli sul mento e i capelli inbigodinati. Giacobazzi, noto comico Romagnolo, descrive in modo reale seppur ironico, quanto noi donne possiamo essere rompiball con le nostre domande trabochetto. In difesa delle donne devo però dire che i nostri non sono trabocchetti voluti, sono semplici domande, non per trovare una conferma a ciò che già pensiamo di noi stesse, ma per sentir uscire un minimo di obiettività da ciò che vorremmo fosse la bocca della verità. Purtroppo nella maggior parte dei casi, non riusciamo a distinguere se ciò che rispondono i nostri poveri uomini corrisponda al vero o se sia un loro modo di "accontentarci". Se invece scelgono di dire la verità, non capiamo se lo fanno per consapevolezza che non verrebbero comunque creduti e quindi scelgono di essere appositamente stronzi, o se stanno dicendo la tristissima, nerissima e pericolosissima (per loro) verità.

Mio marito non è mai arrivato a tanto e devo dire che ha capito come dire una verità poco piacevole facendola sembrare un complimento.
"Amore, tengo la frangia giù, o la lego con una mollettina?".
"Mah, amore, stai bene in entrambi i casi, fai tu".
"ma noo, dai dimmi, guarda un pò, che ne dici se la lego così?"
"mhhh...sì, può andare, magari però con un'altra mollettina...."........

.......

un'altra mollettina????? COME UN'ALTRA MOLLETTINA?????????

.......


quindi dicevo, da quest'anno voglio smettere di rompergli le palle e diventare una donna sicura di me. Basta lagne! Mi vedo molle?? no problem, si fa un pò di sport! Mi lamento della vita sedentaria? No problem! si fa un pò di sport! Mi lamento del mio colorito un pò grigiastro? No problem, si smette di fumare, si mangia tanta verdura e si fa un pò di sport! semplice!

E se tra pulizia, lavoro, sesso, c'è poco teppo per lo sport?bhè, basta trovare un'alternativa: lo sport domestico!

Sì, amiche mie, è questo il nostro futuro! Non abbiamo tempo per andare in palestra? Non riusciamo a mantenere la nostra promessa di fare aerobica in casa con il DVD di Claudia Schiffer? No problem!!

Che lo sport sia con noi ovunque e comunque!!

A lavoro: cercare delle scale e renderle la nostra palestra per l'eterna giovinezza del nostro corpo! salire, scendere, salire, scendere, salire, scendere!!! Ecco il nostro esercizio per i glutei! Ogni 15 minuti di scrivania, facciamone 10 a salire e scendere le scale!! e se qualcuno ci guarda male?? chissenefrega! mal che vada ci consiglieranno di prenderci qualche giorno per stare a casa e riflettere sulla nostra salute mentale con l'aiuto di uno psicanalista!!

A casa: lui vuole fare sesso e voi avete invece deciso di fare un pò di attività fisica???? bene!!! perfetto!!! diventate le dominatrici assolute e sperimentate tutte le posizioni di yoga che aiutano ad allungare i muscoli....non dimenticate di respirare...molto importante!!! Se lui finisce prima che voi abbiate finito il vostro esercizio?? lo obbligate a riprendere, sia per il vostro piacere che DOVETE raggiungere, sia perché non potete permettervi di non allungare anche i muscoli addominali laterali sinistri ecchediamine!!!

Dovete fare le tanto temute pulizie ma allo stesso tempo vorreste fare un pò di addominali e rinforzare le braccia?? no problem! mentre pulite la doccia o semplicemente la asciugate, cercate di farlo con movimenti aerobici, magari dopo esservi infilate un paio di fuseaux color fucsia e un body azzurro, i capelli legati a coda di cavallo e bandana per il sudore! Non piegate le gambe e asciugate tutto partendo dall'alto verso il basso, schiena dritta mi raccomando e allungate tutti i muscoli!!.....per pulire poi basta riguardare Karate Kid e usare il metodo passa il prodotto, togli il prodotto, passa il prodotto, togli il prodotto....mi raccomando di farlo sia in senso orario che antiorario per sfruttare al meglio tutti i muscoli degli avanbracci. Magari usate anche una mascherina per evitare inalazioni continue di prodotti che di certo bene non fanno mentre respiriamo ed espiriamo!!

Ma cazzarola! ora che ci penso con questa stronzata potrei veramente farci un bel pò di soldi, aspettate che vado a chiedere a mio marito se gli va di filmarmi....chissà che fra 2 anni non mi troviate sugli scaffali dell'edicola in tutina su una copertina di un DVD intitolato "A desperate housewife getting fit!".

che idea ragazzi!!!!

ah, per la cronaca, se non scrivessi più sul blog per qualche decennio, iniziate a chiedervi se non mi sono spezzata l'osso del collo mentre facevo esercizi di allungamento arti inferiori sulle scale a chiocciola di legno mentre toglievo le ragnatele sul soffitto!!

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sabato 3 gennaio 2009

Letture del mese

Pubblicato da Micha Soul alle sabato, gennaio 03, 2009 1 commenti
Da quest'anno ho deciso di aggiungere una rubrichetta in più nel mio blog. Si tratta dell'aggiornamento in tempo reale delle nostre letture. In effetti, il widget qui a fianco non mi soddisfa del tutto, è vero che quei 4 libri si trovano sul mio comodino ma uno (Neve) l'ho già finito mesi fa e in un giorno solo, l'altro (le opere di Oscar Wilde) è spesso quanto un mattone ed è in lingua inglese quindi direi piuttosto che mi limito a consultarlo di tanto in tanto (magari dopo aver bevuto un bicchierino di troppo a cena) per leggerne una commedia o due e riposarlo sul comodino (che poi non ho comodini in camera da letto, ma il bordo largo 20 cm della struttura del letto indonesiano si presta benissimo a tale funzione). L'altro (Scegli me) è uno di quei libri che vorrei tanto continuare a leggere presa dalla curiosità di capire quale sia il suo senso...ma già so in partenza che non è il mio stile di libro, mi sono bastate 10 pagine. Eppure lo tengo lì, in attesa che mi chiami e mi convinca a finirlo. Infine, il libro che raccoglie due delle commedie più esilaranti di Jean Annouilh, lette almeno cinque volte, è uno di quei libri che rileggo con molto piacere quindi piuttosto che confonderlo con tutti gli altri nella libreria del garage/studio per poi dimenticarne l'esistenza lo tengo sempre vicino a me....e poi diciamoci la verità, la protagonista di una delle due commedie porta il mio nome (da cui il titolo della commedia stessa)....come non andarne fiera?

Quindi, alla luce di quanto detto sopra, informerò i lettori di questo blog un pò intimo, un pò buffo, un pò serio, spesso ironico, riguardo alle NOSTRE letture....tra l'altro è interessante vedere quanto diversi a volte siano i nostri gusti:

Al momento, mio marito legge Bukowski (Storie di ordinaria follia), io "Il dolore perfetto" di Ugo Riccarelli .

Sarò sincera con voi, non avevo mai sentito parlare di Ugo Riccarelli prima che questo libro, dagli scaffali della libreria dell'aeroporto di Bologna, non catturasse la mia attenzione. Eppure era assai imbucato. Ero alla ricerca di un libro fra i tascabili e quindi economici da poter portare in viaggio con me. Ne ho scrutati una decina prima di questo. Ma l'immagine di questa donna mi chiamava. Lui aveva scelto me. Lessi il retro per avere un'idea della trama e bastarono poche parole chiave per convincermi: "fine Ottocento", "paesino toscano", "giovane anarchico"* e questa descrizione tracciata su misura "Un romanzo - premiato con lo Strega - che ha il profumo dei racconti ascoltati attorno al fuoco nelle sere d'inverno, il profumo di un tempo che fu e di cui noi siamo i figli."

Su 325 pagine, sono arrivata alla duecentesima e sì, lo consiglio a chi ha uno spirito anarchico, malinconico....e profondo.

ECCO diciamo che anche mio marito potrebbe leggerlo, ma è un libro troppo drammatico per poter catturare la sua attenzione....d'altra parte sta recependo lo stesso messaggio di ideali, utopia e anarchia ma attraverso le parole di un alcolizzato....lo stesso sognificato, visto da due punti diversi!
Qui di seguito riporto due recensioni selezionate dalla sottoscritta per i due libri:

Buona lettura!
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*Ho scoperto le letture "anarchiche" con Luciano Bianciardi e la sua "Vita Agra"...libro letto per l'esame di Italiano all'Università (quasi 10 anni fa) e mai, dico MAI dimenticato.........

Coffee

Pubblicato da Micha Soul alle sabato, gennaio 03, 2009 2 commenti
Sarò un'Italiana anomala...anzi anomalissima, ma il caffé americano io...j'adore!!

Mentre leggo il mio libro, mentre guardo la TV, mentre lavoro al pc......e al mattino, per svegliarci nel migliore dei modi.....

Vuoi mettere mentre ti vesti al mattino in fretta e furia riempi di acqua del rubinetto il contenitore di plastica della caffettiera americana e mentre finisci il trucco senti le ultime gocce di caffé tuffarsi nella brocca di vetro...la brocca non è piena, solo un terzo di essa contiene il caldissimo Blue Mountain (preso in quantità industriali durante il nostro viaggio in giamaica un anno fa)...l'odore è inebriante, ti fiondi in cucina a prendere il bicchiere di cartoncino plastificato, lo riempi, aggiungi lo zucchero e voilà.....inizia un'altra giornata.....



...ma quando finirà il Blue Mountain made in Jamaica......dove lo andrò a cercare uno spacciatore di buon caffé americano????

venerdì 2 gennaio 2009

DUEMILANOVE

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, gennaio 02, 2009 0 commenti


Scrivo il primo post di questo nuovo anno da Amsterdam. E' il primo anno da quando nel lontano 1996 lasciai Bruxelles, in cui passo capodanno "fuori casa" e devo dire che ad entrambi la cosa ha fatto un po' specie. A noi due e' sempre piaciuta la consapevolezza che dopo i botti, il brindisi, i baci, la sbornia, il trenino su a-e-i-o-u-ipsilon , saremmo tornati all'alba del primo giorno di un nuovo anno nella nostra casetta e quello stesso giorno, ancora inpigiamati alle quattro del pomeriggio, avremmo vegetato davanti ad una commedia americana stile "Harry ti presento Sally" abbracciati sotto il pled.

Invece quest'anno e' stato tutto diverso. Alle 18.00 del 31 dicembre 2008 eravamo gia' impigiamati davanti alla TV della nostra stanza d'albergo ed invece di Harry ti presento Sally ci facevamo una cultura riguardo a quanti tipi di reality abbiano inventato gli americani e io dopo essermi misurata la temperatura constatavo la febbrilita' del mio stato fisico (38 gradi). Alle 22.00 e' scattata la litigata piu' brutta della nostra storia che menomale che c'erano gia' i fuochi d'artificio a coprire le nostre urla altrimenti avrebbero chiamato la security. Alle 23.30 la nostra litigata e' diventata "lotta orientale" (ehm) e allo schioccare della mezzanotte eravamo mezzi nudi seduti su un letto con in mano due bicchieri di plastica per brindare con del vino rosso (non essendo riusciti a trovare una bottiglia di spumante in tutta amsterdam quello stesso giorno).


Il giorno dopo alle 10.00 eravamo gia' in giro per le strade della Venezia (non me ne vogliano i veneziani, ma cosi' pare la chiamino questi biondi) olandese, mano nella mano, a godere il primo giorno del nuovo anno con una cartina (intesa come mappa) in mano e gambe pronte ad affrontare i nostri consueti 50 km giornalieri di camminata.


Ma una delle nostre abitudini a cui siamo entrambi molto affezionati, ha resistito al cambio di Paese: l'elenco dei 10 buoni propositi per il nuovo anno.


Carta e penna, in una delle tremila pasticcerie di Amsterdam, seduti davanti ad una tazza di te' bollente, abbiamo compilato la nostra lista che, una volta scritta, abbiamo poi lasciato sul tavolo dell'anonimo bar.

Tendiamo ad avere entrambi la testa fra le nuvole ed a dimenticare o perdere oggetti vari. La lista dei propositi è una di quelle cose che già a fine serata del primo giorno dell'anno puntualmente abbiamo smarrito. Questa volta invece abbiamo deciso per lei e anticipato il suo destino. Semmai un giorno uno di voi dovesse trovare un foglio con scritte varie, una serie di "regole"dalla calligrafia a volte incomprensibile (io), a volte piccola e tonda (lui)...



bhe' ricordatemi il quinto punto perche' proprio non me lo ricordo!!!


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E per inaugurare i post del 2009, ecco una nostra foto l'ultimo giorno, qualche ora prima della partenza!! Ancora buon anno a tutti!








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