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venerdì 17 aprile 2009

L'amore, merce rara

Pubblicato da Micha Soul alle venerdì, aprile 17, 2009 1 commenti

"Perché sembra che nessuno riesca più a dire: «Ti amerò per sempre»? Paura, cautela o cosa?

A quanto pare la libertà di scegliersi-o-lasciarsi è considerata sinonimo di felicità. La for­mula soddisfatti o rimborsati, come sacro diritto del consu­matore che ai giorni nostri è equiparato all'essere umano, va bene per tutto, anche per l'amore. Così l'annuncio di voler in­terrompere una relazione viene troppo spesso mascherato co­me un'ennesima battaglia in una personale "guerra di libera­zione". L'intoppo sta nel fatto che certezza e libertà sono ugualmente essenziali alla felicità. Ma è possibile immaginare la felicità senza un minimo di certezza? Una felicità inquinata dall'angoscia che la vostra metà possa voltarvi le spalle in qual-siasi momento, senza nessun motivo apparente o quasi? E la felicità non sarebbe intossicata dal pensiero che i figli vengano consegnati in ostaggio a un destino fuori dal vostro controllo? La coppia dove ognuno tratta l'altro come un oggetto di con­sumo è il contrario dell'amore.


Cos'è il vero amore?

Richiede immaginazione, dedizione e ri­spetto della libertà dell'altro. Pretende un impegno enorme.
Ma soprattutto impone azione, vale a dire attività e comporta­menti non ripetitivi, una costante attenzione alla natura più in­tima dell'altro, lo sforzo di comprenderne la singolarità. E cosa non meno importante, ha bisogno di tolleranza, della consape­volezza di non poter imporre a chi amiamo il proprio modo di vedere o essergli di ostacolo nel raggiungimento della sua feli­cità. L'amore non promette una vita facile.


Come e dove possiamo trovarlo?

L'amore non si trova, non è una cosa bell'e pronta. Vuole essere creato e ricreato ogni giorno,ravvivato, riaffermato, assistito e curato. Non illudiamoci: con l'avversione ai legami a lungo termine, con il rifiuto di qualsiasi obbligo, tranne quelli nei propri confronti - tipo: «lo devo a me stessa», «me lo merito» - si tende a pensare che o è perfetto fin dall'inizio oppure è bene sostituirlo con uno migliore. Non si tol­lerano le prime disarmonie, figuriamoci uno scontro di una cer­ta serietà. E allora si sceglie la "libertà" dell'incertezza permanen­te. Il modo migliore per sentirsi davvero frustrati.


Da un'intervista con Zygmunt Bauman , filosofo e sociologo di fama mondiale."

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Dipinto su tela di Nicoletta Tomas Caravia "
Amantes 111"

lunedì 12 gennaio 2009

Il peccato originale e ciò che non ti è stato detto

Pubblicato da Micha Soul alle lunedì, gennaio 12, 2009 1 commenti

Genesi 3:16

Ad Eva disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te».


Nonostante questo scenario sia già abbastanza disastroso, ciò che la genesi omette di riportare è quanto segue:

"Donna, io ti farò tribolare con ovulazioni ritardatarie, scompensi ormonali, ti farò sottoporre ad esami fastidiosissimi quali sonoisterosalpingografia che già il nome è tutto un programma, nonché centinaia di prelievi del sangue per disegnare la tua mappa cromosomica affiché tuo figlio concepito tramite assistenza medica non abbia alcun rischio di venir fuori con patologie scritte nei tuoi geni - anche se a guardare le tue unghie sembra piuttosto che la patologia più ricorrente sia l'esaurimento nervoso. Tuo marito tenterà di dominare su di te chiedendoti di assecondarlo nella sua convinzione che bisogna aspettare qualche anno o almeno qualche mese, insomma è solo una questione di tempo ma tu caparbia non ascolterai le sue opinioni e non eseguirai i suoi ordini e lui te la farà pagare quando, una volta estratto il portafoglio dalla giacca per pagare il ticket e una volta saputo l'importo da versare, ti guarderà con l'odio negli occhi e ti dirà "niente week-end romantico a maggio!"


Genesi 3:17

Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.


Ciò che non la genesi omette di riportare è:

"Uomo, tu sarai sottoposto a raccogliere il tuo seme in tremila contenitori, farai le acrobazie con l'auto per arrivare in tempo in ospedale affiché l'esame possa essere fatto in conformità con le norme richieste e nei tempi richiesti, sarai sottoposto agli sbalzi ormonali di tua moglie che alle sette di mattina ti urlerà nell'orecchio con una voce simile allo stridìo di una forchetta che graffia il piatto di proposito, che ti devi sbrigareeee, e due minuti dopo ti guarderà con occhi languidi e ti chiederà di sorridere un pò e tu le dirai che non c'è un cazzo di cui sorridere. Ti sveglierai all'alba e non potrai fare colazione, lei ti priverà anche dell'unica sigaretta del mattino, arriverete con due ore di anticipo e tu non potrai lamentarti altrimenti dovrai sorbirti la sua predica perché hai dato segno di immaturità e irresponsabilità e bla bla bla con la tua proposta di arrivare solo 30 minuti prima dell'appuntamento. Oltre allo stomaco, anche il tuo portafoglio rimarrà presto vuoto, quando la signora Calabrese del CUP ti presenterà il conto da pagare. Tu guarderai tua moglie e la odierai ma dovrai stare zitto perché infondo sai che non è colpa sua, ma almeno la punirai ritirando la promessa fatta qualche notte prima, dopo un vostro rapporto sessuale altamente soddisfacente, riguardo ad un viaggetto romantico e costoso. E quando penserai alle 8 ore passate davanti ad un pc per portare a casa un misero stipendio e impiegarne quasi la metà per farti succhiare l'ultimo litro di sangue rimasto, tu uomo ricordati che così andrà per tutti i giorni della tua vita.


Genesi 3:18 Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi;

Ma omette: "Non solo il tuo duro lavoro produrrà spine e rovi e tu mangerai l'erba dei campi (di pessima qualità), ma in più dovrai condividere l'erba con tua moglie e con una prole futura che ti sta prosciugando vivo ancor prima di essere concepita.


Genesi 3:19 mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai»

Ma omette: "mangerai con il sudore del tuo volto, con il giramento di balle e ti chiederai per quale motivo ti ritrovi a pagare le conseguenze di un'errore che non hai commesso. Tu infatti non ti chiami Adamo e tua moglie non si chiama Eva. A te, tra le altre cose, non piacciono nemmeno le mele. Tua moglie poi ha paura dei serpenti, figurati se si metteva a conversare e a dare ascolto ad un rettile, lei che non ubbidisce mai a nessuno, lei! Lei che doveva essere dominata ma in realtà domina. Lei che ti farà diventare polvere prima del tempo e cancellerà ogni traccia di te con un colpo di strofinaccio umido. Tutto questo perché quella mela conteneva una quantità industriale di ormoni. Una mela transgenica che ti è costata centinaia di euro!


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Immagine del post:

Michelangelo Buonarroti: Peccato originale, affresco 1509-1510 Cappella Sistina,Cappella Sistina, San Pietro, Roma

giovedì 8 gennaio 2009

Incubus

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, gennaio 08, 2009 3 commenti

No, non il gruppo rock. Ma quella tenebrosa realtà parallela della mia mente che viene a disturbare il mio sonno già scarseggiante.
Nel bel pieno della notte mi sono svegliata sudata e piangente. Ho allungato il braccio nel buio pesto e tastato il muro alla ricerca dell'interruttore. Solo dopo averlo trovato e aver illuminato il mio piccolo angolo di paradiso chiamato stanza da letto, mi sono resa conto con felicità estrema che era tutto solo il frutto della mia più malata e infame fantasia. O forse della paura del mio subconscio.
Ho guardato sulla mia destra e lui dormiva, abbracciato come sempre al suo cuscino diventato ormai un serpente di piume, tipo quelli usati per bloccare gli spifferi davanti alla porta d’entrata.
L’ho accarezzato e guardandomi intorno ho detto grazie. Grazie a Dio, al destino, ai miei genitori, alla vita.
E dire che solo quattro anni fa di questi tempi era solo un mio amico, conosciuto da poco, misterioso, introverso, non particolarmente bello ma dagli occhi più ombrosi e ipnotizzanti che abbia mai incrociato.
E dire che la nostra decisione di sposarci presa dopo soli sei mesi che stavamo insieme è stato il più grande rischio che abbia mai preso nella mia vita. Non oso immaginare per un ragazzo di soli 22 anni quanto drammaticamente folle possa essere stato il chiedere la mia mano. Se mia figlia dovesse venire da me e dopo soli sei mesi di convivenza con un ragazzo mi esprimesse la loro intenzione di sposarsi, direi che è follia pura. Eppure noi l’abbiamo fatto, senza mai aver un briciolo di paura, il sentimento che abbiamo nutrito da subito l’uno per l’altra ha formato una lastra protettiva fra noi e i dubbi, fra noi e la razionalità, fra noi e la voce della gente, fra noi e l’immagine pessimistica di un futuro difficile da giovane coppia sposata. Difficile per le rinunce che avremmo dovuto accettare, difficile per i litigi che avremmo dovuto superare, difficile per la noia che avrebbe fatto di tutto per allontanarci l’uno dall’altra ma che ancora oggi è ben distante da casa nostra, depistata per almeno altri 60 anni.
Non ho voglia di usare termini quali “anime gemelle”, “amore eterno”, “due metà della stessa mela” ecc ecc.
Mi limito a descrivere la favola che sto vivendo, una favola che rende tutte le eltre poco interessanti, una favola talmente tangibile e viva da vedermi del tutto disinteressata nei confronti dei romanzi, delle storie d’amore sul grande schermo, dei libri che raccontanto di vampiri innamorati di morette insulse.
Mi limito ad assaporare i lunghi baci caldi e perfetti nella loro morbidezza, scambiati due secondi prima di scendere dalla macchina per salire su in ufficio, e prima di aprire il portone, girarmi e guardarlo andare via, dopo avermi sussurrato dall’altra parte del vetro, un ti amo.
Mi limito a rivivere un sogno ad occhi aperti nel constatare che dopo quattro anni ogni qualvolta mi capiti di viaggiare per lavoro, o uscire la sera per provare col mio gruppo e tornare a casa a notte già inoltrata, sento il cuore arrivarmi in gola per la voglia di entrare in casa e fiondarmi fra le sue braccia.
Mi limito a ritenermi fortunata perché fino a pochi anni fa vivevo con la triste consapevolezza di essere troppo possessiva in amore, di aver bisogno di costanti attenzioni, di chiedere ad un uomo più di quanto potesse darmi in termini di tempo, di affetto, di presenza. E quante parole sprecate inutilmente nel tentativo di spiegare che la presenza di cui necessitavo non era necessariamente fisica. Quante lacrime e fiato spezzati da singhiozzi teatrali quando una storia finiva perché non mi sentivo amata e questo mi portava ad essere sgradevole e irritante.
Mi limito ad arrendermi all’evidenza e ad affermare che ho al mio fianco una persona con le mie stesse esigenze, il mio instancabile bisogno di questo benedetto amore, un amore mieloso, un amore soavemente soffocante e aria incontaminata per i nostri respiri.
Mi rendo conto di quanto possa essere ridicola e banale una persona innamorata. Di quanta semplicità e ingenuità trasmettano le parole di un essere umano innamorato. Eppure ogni volta che penso a lui, mi trasformo in un’ebete che al telefono finisce le parole in –ini, perché un semplice suffisso -ino non è abbastanza zuccherato.
Eppure amare è un rischio. Abbandonarsi ad un’altra persona è un rischio. Rendersi conto che dopo solo pochi anni si è vittime di una dipendenza cronica è un rischio. Me ne rendo conto le volte in cui, come stanotte, mi si presenta davanti una realtà parallela che mi vede vivere senza di lui e sentirne una mancanza insopportabile.
Ma è il più bel rischio che mi si sia mai dato di correre. Inutile che incubi e serpenti velenosi cerchino di portarmi verso la pazzia, i loro tentativi di farmi vivere nella costante paura di perderlo sono vani. Non riusciranno ad iniettarmi il siero della paranoia, dell’ansia, della ricerca disperata di un talismano contro le sciagure. Sono inciampata una volta per caso in una frase di De André,

IO MI DICO è STATO MEGLIO LASCIARCI CHE NON ESSERCI MAI INCONTRATI

l’ho amata da subito e tuttora voglio convincermi che è così che dovrebbe essere. Mi dico che se nonostante la sua fragilità, De André sia riuscito a pronunciare una frase del genere, allora ce la posso fare anch’io. Ma non nascondo il mio dubbio quando mi chiedo se ne fosse realmente del tutto convinto.

Quindi sì amore mio, mi lascio trascinare sempre di più verso questo magico sentimento, senza paure, senza timore di quanto doloroso possa essere l’atterraggio…..


Ma se il mio è un incubo premonitore e mi tradisci con la “gatta nera”, andrò contro i miei principi e non esiterò ad usare il fucile di mio padre.




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L'immagine usata per questo post è di Johann Heinrich Fussli
L'incubo (1781), olio su tela, 127 x 102 cmDetroit USA, Institute of the Arts

martedì 9 dicembre 2008

La mia vita come in un film...hai presente Manuale d'amore 2?

Pubblicato da Micha Soul alle martedì, dicembre 09, 2008 1 commenti

Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che la mia vita rasentasse la perfezione. Bhè...perfezione, dipende un pò da quali standard si prendono in considerazione certo. Sono la ragazza della porta accanto, non una Beyoncé Knowles o una Gwen Stefani. Ma ciò che appartiene alla mia umile vita da anticonformista convinta è tutto ciò per cui respiro aria a pieni polmoni. Un bel lavoro grazie al quale ho passeggiato per le vie di diverse città tra le più modaiole e mondane quali NY e Hong Kong (ma poi già il fatto d’avere un lavoro fisso con i tempi che corrono mi fa entrare nel gruppo delle - come si dice qui a Bologna- BUSONE); un compagno di vita che amo da impazzire, un hobby che mi porta in giro per l’Italia e con il quale godo di una fettina di notorietà e stima (considerando poi che condivido questa passione con mio marito...); un fratello che amo e che abita a 3 chilometri da me con la sua mogliettina (che si dia il caso è anche la mia migliore amica) e con la mia adorata nipotona di due anni; due genitori che, anche se vaganti per il mondo da single affermati e goderecci della vida loca, sono sani e (a detta loro) vicini con il cuore e con la mente. I miei due nonni materni che mi hanno cresciuta e che reputo importanti quanto i miei genitori, ancora in vita, sani e più dolci che mai. Una bella casa, una bella macchina (a metano, perché siamo due ambientalisti convinti!)…..si ecco, c’era qualcosa che puzzava in tutta questa perfezione. Io non ci credo alle favole, non credo alla vita come nei film, anche perché sennò che noia... giusto??
Così, in questo quadretto semi-perfetto, dicevo, ci viene la fantastica idea di provare ad avere un figlio. Siamo dell’idea che i figli vadano messi al mondo e cresciuti da giovani, soprattutto se come nel nostro caso, ci siamo sposati giovani. Soprattutto se, come nel nostro caso, abbiamo una stabilità economica, abbiamo tanta voglia di sentir urlare e piangere e ridere e litigare e cambiare i pannolini perché hanno fatto la cacca (ecco qui scatterebbe il "tesooooro, aiuto!!), ridere delle loro cadute, dei loro primi versi che vogliono essere parole, quando c'è la voglia di stringere tra le braccia dei piccoli mini-ME e mini-LUI e di subire quel disordine da parco giochi in casa, abbiamo anche comprato una monovolume pronta ad accoglierne 7 di figli!!
Ma, come diceva il buon Alessandro Aleotti alias J-Ax “la vita non è un film”. No. Non lo è...
...e dopo vari accertamenti di routine ed esami pre-concezionali, scopriamo che la nostra coppia ha qualche piccolo problema a concepire, diciamo che abbiamo 50 possibilità su 100, sì, una cosa del genere....senza entrare nello specifico posso garantire che entrambi abbiamo la stessa percentuale di incidenza su questo dato. Questo vuol dire che se una coppia normale riesce a concepire nell’arco di un anno massimo, noi potremmo mettercene anche 2, 3, 4, 5….........
I pareri dei vari professori (e ce ne sarebbero da raccontare di aneddoti a questo proposito!) sono discordanti: c’è chi dice che basta aver pazienza, c’è chi dice che con degli esami come i nostri (ho detto NOSTRI, non miei, né SUOI, in poche parole ci siamo trovati!!) è meglio ricorrere all’inseminazione assistita, c’è che dice che dipende da quanto siamo pronti ad aspettare.
Bhè, non è un segreto che la pazienza non è la nostra più grande virtù. Infatti, in un primo momento abbiamo deciso di aspettare ma ci siamo visti travolti da un vortice di ansie, di rapporti mirati (che tristezza), di gambe all’aria e cuscini sotto le chiappe, di computerini, stick e conteggi stressanti. Fino a quando un giorno, di comune accordo, abbiamo deciso che “meglio ricevere un aiutino dalla medicina piuttosto che essere vittime della triste realtà di chi non può più fare sesso come, quando, e dove gli pare!”
E quindi eccoci instradati verso questo lungo e tortuoso cammino. Ad oggi abbiamo avuto un solo colloquio all’ospedale Malpighi di Bologna dove ci sono stati prescritti esami quali mappa genetica, ripetizione di esami ormonali, pap-test, SPG, SPC, SMHGFT, GTDTSDFUDDSTUS e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo deciso che ci affideremo al pubblico perché di spendere 3.000 euro in un centro privato senza avere una garanzia di successo, proprio non ci va giù.
Va bene volere un figlio, va bene approfittare della scienza e della possibilità di procreare anche per chi come noi potrebbe metterci più tempo o addirittura non riuscirci proprio, ma piuttosto che buttare via tutti quei soldi, aspettiamo e ci affidiamo ai tempi e alle trafile della sanità pubblica senza dimenticare che una mano può sempre darcela madre natura! E poi insomma, i soldi al momento non mancano, sopravviviamo (mio marito è tirchio) ma non ci chiamiamo mica Brad Pitt e Angelina Jolie!!
Prossimo colloquio fissato per Marzo. In quella sede, sapremo cosa ci aspetterà. Ho, aimé, già letto tanto, troppo a riguardo della PMA (procreazione medicalmente assistita), tanto che la dottoressa al primo colloquio era letteralmente allibita per il mio linguaggio medico usato: ISCI, IUI, Fivet, stimolazione eccettera eccetera. Per cui, sono già preparata ad imbottirmi di ormoni, a farmi bucare ovunque e a fare avanti-indietro da casa all’ospedale (distanza da percorrere: 20 km andata e ritorno) e dover cercare scuse per giustificare le mie assenze e certificati medici al lavoro. Ma che volete che sia? Un piccolo sacrificio per un grande dono! Nel frattempo almeno…..si tromba per bene!!!!!
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L'immagine rappresenta un dipinto di Salvador Dalì: "SOGNO CAUSATO DAL VOLO DI UN'APE ATTORNO AD UNA MELAGRANA UN ATTIMO PRIMA DEL RISVEGLIO"

giovedì 4 dicembre 2008

come on baby light my fire

Pubblicato da Micha Soul alle giovedì, dicembre 04, 2008 0 commenti


L'inverno è duro da attraversare senza guardarsi indietro o senza fermarsi ad imprecare perché dall'alto ti arrivi un aiuto. Qualsiasi aiuto è il benvenuto in quei momenti, come durante la "traversata" del deserto. Vai avanti per inerzia, per sopravvivenza, ma poco a poco ti mancano le forze. Io e mio marito attraversiamo l'inverno tenendoci per mano, cercando di darci forza a vicenda. Il guaio è quando entrambi veniamo a mancarne allo stesso momento. Ma lo spirito di sopravvivenza, quel filo che dalla mente attraversa il cuore e si attacca a qualsiasi ragione pur di estrarne una qualche energia, fa sì che continuiamo la nostra rotta, superando un ostacolo dopo l'altro. E quando arriviamo al culmine della stanchezza ci sediamo, ci guardiamo negli occhi e sognamo. I sogni raccontati a poco a poco offuscano l'amara realtà e ci ricaricano di quella speranza di cui abbiamo bisogno per andare avanti. L'inverno è troppo buio per un Leone come lui: LUI ha uno spiccato senso dell'umorismo, una grandissima capacità di capire una persona e di farla aprire fino ad estrapolarne il più profondo dei suoi mali. LUI è amato da tutti, è una persona giusta, buona ma non troppo, fedele agli amici, fedele alla famiglia, fedele a se stesso. la sua positività aimé non gli è però fedele e con tanta facilità cade e soccombe alla tristezza. Si dice che i clown siano persone tristi, ancor più tristi se si pensa che nessuno riesce a farli ridere. Uno psicologo cura i mali degli altri, ma raramente riesce a curare i suoi. Lui è così.
L'inverno è troppo buio per un Acquario come me. IO sono lunatica, meteropatica, schizzofrenica, sono il tutto e il contrario di tutto. Estremamente felice quanto infelice, solare quanto solitaria, coerente quanto incoerente, consapevole quanto inconsapevole. MI piaccio da morire e allo stesso tempo mi odio. Sono una di quelle donne che pensano di conoscersi ma che si scoprono piano piano, a volte con piacere, a volte con delusione. Un IO-non-IO. Ho trovato il mio equilibrio, la mia stabilità vicino a LUI. Solo quando la mia mano viene protetta dalla sua, mi arriva quella carica positiva che annienta il NON-IO. Durante la nostra traversata desertica in pieno periodo invernale, è lui il mio sole, io la sua luce. Arriveremo a superare anche questo, e manca poco alla nostra meta.....lo sento.
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