
domenica 25 ottobre 2009
ITALIANS DO IT BETTER

venerdì 23 ottobre 2009
Apologies
OK, detto ciò, per farmi perdonare, sto per accontentare molti di voi che durante la pubblicità dell'Enel, sebbene infastiditi dall'azienda pubblicizzata in sé, vi chiedete di chi sia quella voce che riesce ad accarezzarvi l'anima. Io non ho resistito e da due giorni ho questo deliziosissimo brano nel mio stereo....
(Far Far di Yael Naim, 2007)
giovedì 22 ottobre 2009
Un foto è per sempre



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le prime tre foto sono state scattate dalla sottoscritta al Central Park (Manhattan) in marzo 2008
l'ultima foto è un ritaglio di una foto scattata da Fabiana Appicciafuoco, photographer
martedì 20 ottobre 2009
Giudice di me stessa

Quanto vivremmo meglio se fossimo capaci di non farci colpire dai giudizi altrui? Se fossimo davvero in grado di farci attraversare da pareri negativi o da falsi preconcetti senza soffirne minimamente. Saremmo davvero uomini felici.
Invece, volente o nolente, il giudizio altrui ci colpisce, a volte molto, a volte quel minimo che basta ad infastidire il tuo ego.
Mi rendo conto che spesso dopo aver pubblicato un post, penso all’immagine di me che viene proiettata dalle parole appena scritte. Cerco di mettermi nella testa del lettore ed è lì che vengono fuori solo le possibili venature negative emanate dai miei racconti.
In uno dei post precedenti ad esempio mi rendo conto di aver dato l’impressione di essere una di quelle donne che vogliono un figlio per riempire un vuoto, per puro egoismo, per avere un giocattolino in più con cui giocare.
In realtà non è affatto così, desidero un figlio per portare avanti le mie ideologie e quelle del mio uomo e per vedere materializzarsi le nostre personalità in un esserino in carne ed ossa, ma il lettore mi conosce solo attaverso le mie parole e mi rendo conto aimé che ciò irrita la mia autostima. E così ci sono notti in cui mi giro e mi rigiro nel letto pensando ad un post da scrivere per rivalutare la mia immagine, in quel momento vengono fuori pensieri filosofici stupefacenti, riesco ad esprimere ragionamenti sull’essere umano che in genere mi riesce difficile concretizzare a parole. La mattina dopo non ho che un vago ricordo della nottata insonne ma non è rimasto nulla di quel poco di intelligente che le mie sinapsi erano riuscite ad elaborare.
Questo rispecchia un po’ ciò che succede nel mio tram-tram quotidiano. Sono consapevole del mio valore ma ho l’impressione che la gente intorno a me, al lavoro in special modo, non possa o non voglia vederlo.
Più volte arrivo alla conclusione che in realtà io non sia una persona speciale, che io sia tutto sommato stupida senza sapere di esserlo e che una stupida che non sa di essere stupida è davvero molto stupida.
La domanda che sorge spontanea è: come possiamo esser sicuri di conoscere le nostre qualità se non siamo in grado di esprimerle? O meglio ancora, com’è possibile che pur esprimendole siano pochi a notarle?
Il giudizio che gli altri hanno di te è un fardello pesante, e a volte capisco perché continuo a voler rimanere nel buio, con la mia musica, con la mia scrittura, con il mio bel corpo, non per timidezza, non per ideologia, ma per paura.
Eppure ho un uomo, degli amici, una famiglia pronta a farmi sentire la persona più in gamba del mondo e a sottolineare ad ogni occasione quanto io sia speciale.
Ma il loro supporto non basta mai, anzi, a volte mi rendo conto di quanta poca importanza dia alle loro parole e al loro giudizio. Proprio perché certa del loro amore incondizionato.
Da dove arriva la nostra insicurezza e perché è così difficile fare in modo che il mondo ci guardi con i nostri occhi?
E soprattutto, la percezione che abbiamo di noi stessi, è reale? E per quale motivo diamo così tanto importanza agli altri? Alla fine moriamo soli. E menomale! ci mancherebbe solo che anche passati oltre la linea di confine, il giudizio degli altri ci rendesse la morte impossibile! E' forse questo il punto? è forse il riflesso che scorgiamo negli occhi degli sconosciuti a tenerci in vita?
Io non credo esistano persone realmente immuni ai giudizi degli altri. Quelli che dicono "io me ne frego di quel che pensa la gente di me" tentano di giocarsi la carta dell'auto-convinzione ma forse sono quelli che ne escono fuori meno illesi.
Io dal canto mio tiro fuori i denti, mi incazzo, sto male, mi metto in discussione. E ne esco fuori più combattiva di prima, e se alla fine avevano ragione gli altri, almeno non sarò stata ad angosciarmi nelle mie sensazioni. E quindi creo, vado avanti, cerco una soluzione. Perché una soluzione c'è sempre.
Venerdì ho un colloquio importante. Me la sto facendo sotto.
sabato 17 ottobre 2009
la nostra via di fuga
lunedì 12 ottobre 2009
paura e delirio a.....

sabato 10 ottobre 2009
la scommessa del sabato

venerdì 9 ottobre 2009
Attacchi di panico e co.

lunedì 5 ottobre 2009
pillole di saggezza maschile

venerdì 2 ottobre 2009
giovedì 1 ottobre 2009
Risparmio si, risparmio no

Ho sempre pensato che risparmiare sulla spesa fosse una delle ultime cose che avrei fatto in vita mia. Piuttosto faccio attenzione a non sprecare, perché buttare il cibo a me non è mai piaciuto, ma guardare che i biscotti da mettere nel carrello siano quelli più economici, no! Eppure, in periodi di magra come questi, dove in poco meno di un mese ti vedrai portar via 1600 euro di assicurazione + 700 euro di condominio + 400 euro di tagliando senza contare il fatto che questo periodo combacia perfettamente con l’uscita dell’album di tuo marito il quale dovrà pagare grafico, fotografo e quant’altro, non resta altra alternativa. Ok, hai appena fatto un acquisto su laredoute.it di 120 euro, ma potevi rinunciare ad anticipare lo shopping invernale per non rimanere senza leggins pesanti effetto denim nei periodi più freddi?
Quindi, dicevo, inizi ad autoconvincerti che i prodotti con il marchio coop siano i più controllati, abbiano una qualità garantita e il prezzo più conveniente che ti permetterà di recuperare i 120 euro spesi ad insaputa di tuo marito.
Vai contro i tuoi principi morali e accetti di piegarti ai prezzi stracciati di Liddle, anche se mentre riempi il carrello di detersivi e prodotti per casa, non riesci a non pensare alla lettera che quel ragazzo scrisse a Beppe Grillo raccontandogli la sua orribile esperienza come impiegato disumanamente sfruttato, in uno dei punti vendita del suddetto supermarket.
Ringrazi tua nonna per averti convinta dopo anni e anni di implorazioni a spendere quei miseri 10 euro per la carta coop. E adesso grazie a quella carta coop hai uno sconto del 10% da spendere entro la fine del mese.
“Amore ma oggi è già il 30!!! Dobbiamo sfruttare lo sconto!!”
E quindi ti dirigi verso il supermercato incriminato di cui sei socia al 0.0000000010% ed inizi a fare acquisti manco avessero annunciato la terza guerra mondiale.
“No, amore, non possiamo prendere i prodotti in offerta, non applicano lo sconto”
“come no? E perché? Che stronzata è?”
“amore è così e basta, ok che la coop sei tu (possessore della carta soci) e quindi io ma non mi hanno mai interpellata per chiedermi se potessero andarmi bene queste regole! preferisci risparmiare con il mega sconto o con i prodotti in offerta?”
…
Dopo aver colloquiato animatamente con tuo marito, inizi ad essere presa da una sorta di euforizia natalìa, ovvero un'euforia natalizia in periodi non natalizi, e a riempire il carrello in maniera del tutto illogica. Unico scopo: spendere il più possibile per recuperare il maggior risparmio possibile.
Pensi a tua madre che da due mesi, ogni volta che viene a casa tua, ti fa notare che ti manca un secchio per il mocio del terrazzo e che la scopa ha il manico rotto. Ti fermi davanti al reparto casalinghi e scruti con attenzione pentole, tazze, servizi di piatti, posate stile moderno…. Tuo marito intanto si è caricato venti casse d’acqua sulla schiena e vaga a quattro zampe per l’ipercoop in cerca di sua moglie col carrello. Quando ti trova lì, ti corre incontro col fare di un cane ringhioso e tirandoti la maglietta coi denti ti trascina via dall’angolo casalingo.
Tu guardi tuo marito con occhi irresistibili e gli sussurri “amore, sai quanti bei piatti afrodisiaci posso cucinare con questo wok? Hai presente quelle pietanze che si mangiano con le mani? Io imbocco te e tu imbocchi me”…..e lui cede, anzi abbocca.
Arrivi alla cassa che non riesci a fare il conto delle buste che ti servono. Ne afferri uno strato spesso
Finalmente quaranta minuti dopo, sei riuscita ad impacchettare tutto, hai anche chiesto in prestito un muletto ai magazzinieri per facilitare il trasferimento della tua spesa verso la tua macchina. Lo scontrino lungo
Paghiamo, svuotiamo i carrelli e il muletto nel portabagagli, saliamo in macchina, ci guardiamo, prendo il mio cellulare, faccio il conto del miserissimo risparmio che ci ha fruttato questa scorta triennale di cibo e articoli vari. Alzo la testa verso di lui e lo imploro:
“dimmi che le venti confezioni di acqua che hai preso non erano in offerta!”
.......