
sabato 26 dicembre 2009
BUON ANNO MIEI CARI AMICI

martedì 24 novembre 2009
dopo un anno di blog....

.............e così sono arrivata a superare un anno di qualcosa, io, l'incostanza in persona, colei che dovrebbe iscriversi a yoga da 3 mesi, che semina passioni per strada, a volte a discapito del portafogli, colei che se non l'avesse fermata una lettera di contestazione disciplinare, avrebbe aperto altri mille blog. Invece in un anno sono cambiate molte cose e questo blog ne conterrà per sempre le prove, i miei alti e bassi, i miei problemi, i miei sogni.
Ed in un anno ho finalmente assimilato il concetto di "selezione". Selezione nelle amicizie, nel tempo libero, negli hobby.
Giunti a questo punto devo ammette di non aver più tempo da dedicare alla scrittura, almeno non fino a quando avrò finito quello per cui mi sono assentata in quest'ultimo periodo, per cui non condivido più con voi i miei deliri come di consueto, per cui non controllo più i commenti del blog (ragion per la quale ho dovuto mettere un buttafuori chiamato capchka o qualcosa del genere all'entrata della pagina commenti.... :D )....
Il progetto che sto portando avanti significa molto per me, realizzare un sogno, o meglio seguire la propria inclinazione. Con molta dedizione e molti sacrifici credetemi.
E' per questo motivo che chiunque volesse continuarmi a leggere (fatelo vi pregoooo) potrà farlo qui, nel mio nuovo angolino di web, pronta a dar sfogo alle mie paure, alle mie gioie e a descrivere le mie sensazioni e i miei obiettivi raggiunti durante questo viaggio chiamato ALBUM che dovrebbe terminarsi, se tutto va bene (maschietti toccatevi le palle per me) a Maggio 2010.
Grazie per avermi letta, e per continuare a farmi visita...
domenica 8 novembre 2009
domenica 25 ottobre 2009
ITALIANS DO IT BETTER

venerdì 23 ottobre 2009
Apologies
OK, detto ciò, per farmi perdonare, sto per accontentare molti di voi che durante la pubblicità dell'Enel, sebbene infastiditi dall'azienda pubblicizzata in sé, vi chiedete di chi sia quella voce che riesce ad accarezzarvi l'anima. Io non ho resistito e da due giorni ho questo deliziosissimo brano nel mio stereo....
(Far Far di Yael Naim, 2007)
giovedì 22 ottobre 2009
Un foto è per sempre



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le prime tre foto sono state scattate dalla sottoscritta al Central Park (Manhattan) in marzo 2008
l'ultima foto è un ritaglio di una foto scattata da Fabiana Appicciafuoco, photographer
martedì 20 ottobre 2009
Giudice di me stessa

Quanto vivremmo meglio se fossimo capaci di non farci colpire dai giudizi altrui? Se fossimo davvero in grado di farci attraversare da pareri negativi o da falsi preconcetti senza soffirne minimamente. Saremmo davvero uomini felici.
Invece, volente o nolente, il giudizio altrui ci colpisce, a volte molto, a volte quel minimo che basta ad infastidire il tuo ego.
Mi rendo conto che spesso dopo aver pubblicato un post, penso all’immagine di me che viene proiettata dalle parole appena scritte. Cerco di mettermi nella testa del lettore ed è lì che vengono fuori solo le possibili venature negative emanate dai miei racconti.
In uno dei post precedenti ad esempio mi rendo conto di aver dato l’impressione di essere una di quelle donne che vogliono un figlio per riempire un vuoto, per puro egoismo, per avere un giocattolino in più con cui giocare.
In realtà non è affatto così, desidero un figlio per portare avanti le mie ideologie e quelle del mio uomo e per vedere materializzarsi le nostre personalità in un esserino in carne ed ossa, ma il lettore mi conosce solo attaverso le mie parole e mi rendo conto aimé che ciò irrita la mia autostima. E così ci sono notti in cui mi giro e mi rigiro nel letto pensando ad un post da scrivere per rivalutare la mia immagine, in quel momento vengono fuori pensieri filosofici stupefacenti, riesco ad esprimere ragionamenti sull’essere umano che in genere mi riesce difficile concretizzare a parole. La mattina dopo non ho che un vago ricordo della nottata insonne ma non è rimasto nulla di quel poco di intelligente che le mie sinapsi erano riuscite ad elaborare.
Questo rispecchia un po’ ciò che succede nel mio tram-tram quotidiano. Sono consapevole del mio valore ma ho l’impressione che la gente intorno a me, al lavoro in special modo, non possa o non voglia vederlo.
Più volte arrivo alla conclusione che in realtà io non sia una persona speciale, che io sia tutto sommato stupida senza sapere di esserlo e che una stupida che non sa di essere stupida è davvero molto stupida.
La domanda che sorge spontanea è: come possiamo esser sicuri di conoscere le nostre qualità se non siamo in grado di esprimerle? O meglio ancora, com’è possibile che pur esprimendole siano pochi a notarle?
Il giudizio che gli altri hanno di te è un fardello pesante, e a volte capisco perché continuo a voler rimanere nel buio, con la mia musica, con la mia scrittura, con il mio bel corpo, non per timidezza, non per ideologia, ma per paura.
Eppure ho un uomo, degli amici, una famiglia pronta a farmi sentire la persona più in gamba del mondo e a sottolineare ad ogni occasione quanto io sia speciale.
Ma il loro supporto non basta mai, anzi, a volte mi rendo conto di quanta poca importanza dia alle loro parole e al loro giudizio. Proprio perché certa del loro amore incondizionato.
Da dove arriva la nostra insicurezza e perché è così difficile fare in modo che il mondo ci guardi con i nostri occhi?
E soprattutto, la percezione che abbiamo di noi stessi, è reale? E per quale motivo diamo così tanto importanza agli altri? Alla fine moriamo soli. E menomale! ci mancherebbe solo che anche passati oltre la linea di confine, il giudizio degli altri ci rendesse la morte impossibile! E' forse questo il punto? è forse il riflesso che scorgiamo negli occhi degli sconosciuti a tenerci in vita?
Io non credo esistano persone realmente immuni ai giudizi degli altri. Quelli che dicono "io me ne frego di quel che pensa la gente di me" tentano di giocarsi la carta dell'auto-convinzione ma forse sono quelli che ne escono fuori meno illesi.
Io dal canto mio tiro fuori i denti, mi incazzo, sto male, mi metto in discussione. E ne esco fuori più combattiva di prima, e se alla fine avevano ragione gli altri, almeno non sarò stata ad angosciarmi nelle mie sensazioni. E quindi creo, vado avanti, cerco una soluzione. Perché una soluzione c'è sempre.
Venerdì ho un colloquio importante. Me la sto facendo sotto.
sabato 17 ottobre 2009
la nostra via di fuga
lunedì 12 ottobre 2009
paura e delirio a.....

sabato 10 ottobre 2009
la scommessa del sabato

venerdì 9 ottobre 2009
Attacchi di panico e co.

lunedì 5 ottobre 2009
pillole di saggezza maschile

venerdì 2 ottobre 2009
giovedì 1 ottobre 2009
Risparmio si, risparmio no

Ho sempre pensato che risparmiare sulla spesa fosse una delle ultime cose che avrei fatto in vita mia. Piuttosto faccio attenzione a non sprecare, perché buttare il cibo a me non è mai piaciuto, ma guardare che i biscotti da mettere nel carrello siano quelli più economici, no! Eppure, in periodi di magra come questi, dove in poco meno di un mese ti vedrai portar via 1600 euro di assicurazione + 700 euro di condominio + 400 euro di tagliando senza contare il fatto che questo periodo combacia perfettamente con l’uscita dell’album di tuo marito il quale dovrà pagare grafico, fotografo e quant’altro, non resta altra alternativa. Ok, hai appena fatto un acquisto su laredoute.it di 120 euro, ma potevi rinunciare ad anticipare lo shopping invernale per non rimanere senza leggins pesanti effetto denim nei periodi più freddi?
Quindi, dicevo, inizi ad autoconvincerti che i prodotti con il marchio coop siano i più controllati, abbiano una qualità garantita e il prezzo più conveniente che ti permetterà di recuperare i 120 euro spesi ad insaputa di tuo marito.
Vai contro i tuoi principi morali e accetti di piegarti ai prezzi stracciati di Liddle, anche se mentre riempi il carrello di detersivi e prodotti per casa, non riesci a non pensare alla lettera che quel ragazzo scrisse a Beppe Grillo raccontandogli la sua orribile esperienza come impiegato disumanamente sfruttato, in uno dei punti vendita del suddetto supermarket.
Ringrazi tua nonna per averti convinta dopo anni e anni di implorazioni a spendere quei miseri 10 euro per la carta coop. E adesso grazie a quella carta coop hai uno sconto del 10% da spendere entro la fine del mese.
“Amore ma oggi è già il 30!!! Dobbiamo sfruttare lo sconto!!”
E quindi ti dirigi verso il supermercato incriminato di cui sei socia al 0.0000000010% ed inizi a fare acquisti manco avessero annunciato la terza guerra mondiale.
“No, amore, non possiamo prendere i prodotti in offerta, non applicano lo sconto”
“come no? E perché? Che stronzata è?”
“amore è così e basta, ok che la coop sei tu (possessore della carta soci) e quindi io ma non mi hanno mai interpellata per chiedermi se potessero andarmi bene queste regole! preferisci risparmiare con il mega sconto o con i prodotti in offerta?”
…
Dopo aver colloquiato animatamente con tuo marito, inizi ad essere presa da una sorta di euforizia natalìa, ovvero un'euforia natalizia in periodi non natalizi, e a riempire il carrello in maniera del tutto illogica. Unico scopo: spendere il più possibile per recuperare il maggior risparmio possibile.
Pensi a tua madre che da due mesi, ogni volta che viene a casa tua, ti fa notare che ti manca un secchio per il mocio del terrazzo e che la scopa ha il manico rotto. Ti fermi davanti al reparto casalinghi e scruti con attenzione pentole, tazze, servizi di piatti, posate stile moderno…. Tuo marito intanto si è caricato venti casse d’acqua sulla schiena e vaga a quattro zampe per l’ipercoop in cerca di sua moglie col carrello. Quando ti trova lì, ti corre incontro col fare di un cane ringhioso e tirandoti la maglietta coi denti ti trascina via dall’angolo casalingo.
Tu guardi tuo marito con occhi irresistibili e gli sussurri “amore, sai quanti bei piatti afrodisiaci posso cucinare con questo wok? Hai presente quelle pietanze che si mangiano con le mani? Io imbocco te e tu imbocchi me”…..e lui cede, anzi abbocca.
Arrivi alla cassa che non riesci a fare il conto delle buste che ti servono. Ne afferri uno strato spesso
Finalmente quaranta minuti dopo, sei riuscita ad impacchettare tutto, hai anche chiesto in prestito un muletto ai magazzinieri per facilitare il trasferimento della tua spesa verso la tua macchina. Lo scontrino lungo
Paghiamo, svuotiamo i carrelli e il muletto nel portabagagli, saliamo in macchina, ci guardiamo, prendo il mio cellulare, faccio il conto del miserissimo risparmio che ci ha fruttato questa scorta triennale di cibo e articoli vari. Alzo la testa verso di lui e lo imploro:
“dimmi che le venti confezioni di acqua che hai preso non erano in offerta!”
.......
mercoledì 30 settembre 2009
a.a.a. cercasi coraggio

Ed alcune volte parto con il giusto entusiasmo, con la giusta carica di convinzione. Poi però, a metà dell'opera mi fermo. E mi deprimo.
Così succede con il mio lavoro, che odio e che amo, che amo e che odio, che dico di amare per non pensare a quanto stupida posso essere io che, laureata e con molte capacità, da 4 anni lavoro per la stessa azienda che mi sottopaga. E ancor più scema mi sento quando penso che due anni fa avrei trovato lavoro facilmente e non ho agguantato l'opportunità, oggi invece mi tocca tener duro fino alla fine di questa crisi che sta facendo perdere il lavoro a troppe persone.
E mi considero un'idiota quando penso che queste otto ore vengono sottratte dalla mia vita, che in queste ore potrei camminare per le foreste dell'Amazzonia, ammirare i templi Maya, nuotare nell'oceano Indiano...ed invece posso solo scoprire questi posti attraverso la mia immaginazione, sognando ad occhi aperti.
Sognare.
Sognare di viaggiare, sognare di vivere con la mia musica, con i miei racconti, conoscere culture diverse, avere una bella casa e tanti figli che corrono felici in giardino. Lavorare da casa ed occuparmi di loro, oltre che di me stessa e di mio marito.
Invece sono qui. Scrivo su questo blog durante la misera ora di pranzo dopo aver svuotato il contenuto del contenitore di plastica dove aspettava di essere inforchettata la mia pasta scotta. Sfogo le mie frustrazioni. Meglio così che con la cattiveria verso altre persone. D'altra parte sono buona, troppo buona e mi faccio mettere i piedi in testa da chiunque. Mille volte mi immagino mentre porto la mia lettera di dimissioni al mio responsabile e nel mio immaginario godo nel vederlo dispiaciuto. Ma ad un tratto mi sveglia dal sogno lo squillo del telefono sulla mia destra, rispondo e mi fiondo nel suo ufficio pronta a farmi sotterrare dal lavoro, provando anche un minimo di simpatia quando cerca di essere divertente, e non riuscendo a dire di no al suo modo eccessivamente amichevole di chiedermi favori. Un ottimo stratega il mio responsabile, che ha ben capito i miei punti deboli e li sfutta senza pietà.
Ma arriverà quel giorno. Arriverà quel giorno in cui con la mia musica riuscirò a viverci, in cui pubblicheranno qualcosa di mio, in cui riuscirò finalmente a rimenere incinta e in cui con gioia immensa poserò sul tavolo quella lettera e due secondi dopo riuscirò a vomitare addosso ad ognuna delle persone che si sono approfittate di me, tutte le verità, le verità dolorose che non vorrebbero mai sentire.
lunedì 28 settembre 2009
Il corso prematrimoniale

In seguito lo intesi più come una rimembranza dei corsi di religione pallosi e inutili, di quelli che , specie se serali, rischiavano di farti ronfare dopo la seconda preghiera dedicata agli sposi.
Pian piano qualsiasi informazione mi arrivasse a riguardo, era sempre circondata da un pezzo di scocciatura incellofanata. Ci misi poco a capire che quel corso lì, in qualsiasi modo possibile, avrei dovuto evitarlo, semmai un giorno mi sarei voluta sposare.
Quel giorno arrivò prima ancor di capire che cosa stessi facendo e lo ammetto, fui proprio io a pressare il mio povero maritino allora ventiduenne affinché potessimo giurarci amore eterno!
La verità è che trovai quel che cercavo e potevo fermarmi lì, ma mai e poi mai avrei rinunciato alla possibilità di avere una festa tutta mia! Altro che giuramento solenne, sarei l'ipocrisia in persona se negassi che la ragione principale per cui premevo tanto era il potermi vestire da principessa senza trovarmi in mezzo ad una festa di carnevale!
Purtroppo però, non sembrava possibile trovare il modo di baipassare quel fastidiosissimo corso. Mi chiedevo come potesse un prete "istruire" una coppia destinata a sopportarsi fino alla morte! Mi chiedevo cosa c'entrasse la preghiera con la decisione di formare una famiglia, e soprattutto perché nel 2006 c'era ancora l'obbligo di frequenza.
Eppure all'epoca devo dire che il più scettico e contrario era mio marito. Agnostico, miscredente, e con un'antipatia congenita verso la chiesa, il clero, i preti e tutto ciò che facesse parte della religione cattolica. Io, per mia natura incline ai sacrifici, mi dissi che poteva essere divertente e che forse avremmo imparato qualcosa.
Il corso durava un mese, più o meno dieci "sedute". Ricordo che alla prima eravamo un pò spaesati. Non so se perché era stata una dura giornata di lavoro o se per il troppo vino bevuto a tavola, ma ricordo poco interesse nei confronti delle altre coppie e di ciò che spiegava don Andrea. Ricordo che ad un certo punto mi svegliai dal torpore e mi resi conto che la voce non era più quella del prete ma cambiava alternandosi femminile-maschile-femminile-maschile...oddio, era il mio turno! Il nostro turno! Il prete mi chiese di presentarci, e di spiegare per quale ragione ci trovavamo lì. Io risposi che per quanto strano potesse sembrare, credevo ancora nel vero amore e volevo sigillare l'unione fra me e la mia metà. Non feci alcun riferimento a Dio, e credo che il parroco avesse capito che aveva a che fare con due pecorelle smarrite.
Ad un certo punto allungò ad ognuno di noi una specie di tesina, un manuale, un libro di testo, una raccolta di pensieri, preghiere e verità che ancora non conoscevo. Insomma, un testo povero nell'aspetto, scritto su carta riciclata, ma che credetemi, conteneva una fonte inesauribile di soluzioni ai problemi di ogni coppia.
Sfogliammo qualche pagina al volo mentre gli altri recitavano la preghiera a pagina 2, e capii che quel corso tutto sommato poteva davvero rivelarsi utile.
Fu dura non tirare il pacco all'ultimo momento per la seconda seduta, don Andrea fu chiaro ed onesto quando ci informò che bastava la presenza a due corsi per ricevere l'attestato. Ci fece capire che non potevamo andare lì contro la nostra volontà, sembrava sincero quando ci disse che capiva quanto dura dovesse essere uscire di casa con 3 gradi per frequentar un corso che ci vedeva del tutto disinteressati. Fu davanti a tale onestà che decidemmo (decisi) che l’avremmo dovuto seguire. Fu lì che decisi di prendere parte ai dibattiti, di seguire con attenzione le sue parole, le letture che ci proponeva e che sentiva di voler discutere con noi. Io e mio marito mentre tornavamo a casa continuavamo a parlare dell'argomento, esprimendo la nostra opinione, la nostra posizione.
Quel libro ci stava davvero facendo capire quali difficoltà avremmo incontrato lungo il nostro matrimonio. Non proponeva soluzioni facendo riferimento alla Bibbia o al Vangelo, ma dava gli spunti giusti per riflettere, per essere consapevoli del passo che stavamo per compiere.
Non avrei mai pensato di dire un giorno che il corso prematrimoniale è stato un toccasana per la il nostro matrimonio, per la nostra vita di coppia. Davanti ad ogni difficoltà cui si scontra la nostra convivenza e coabitazione, ci tornano in mente quelle parole, quelle riflessioni e riusciamo, insieme, a superarle più facilmente.
Quel parroco, Don Andrea, sembrava si fosse sposato mille volte!
Qualsiasi sia il nostro modo di reagire durante i litigi, durante i periodi neri, durante le insicurezze emotive, era già tutto descritto in quel libro. Gli errori che avremmo commesso e che commetteremo, la difficoltà di capire la differenza fra l'uomo e la donna ed accettare queste differenze per trovare il metodo di comunicazione migliore.
Tutto, Don Andrea aveva previsto tutto. E se è vero che prevenire è meglio che curare, posso dire che se finora nessun litigio con mio marito è mai durato più di un paio d'ore, se sono riuscita a mettere da parte il mio caratteraccio e il mio orgoglio da vera terrona quale sono per fare il primo passo verso la riappacificazione, e se la stessa cosa spesso e volentieri è valsa per mio marito fino al punto in cui basta uno sguardo reciproco e un sorrisino per mettere da parte la rabbia e la frustrazione che troppo spesso riversiamo sull'altro, è grazie al corso prematromoniale.
Chissà, forse perché Don Andrea vive lo stesso amore nei confronti del suo Dio e riesce quindi a applicarne le difficoltà e le soluzioni sulla vita di coppia, sarà che abbiamo avuto un culo pazzesco e fra le mani abbiamo il manuale del matrimonio felice, o semplicemente perché come è ben noto agli studenti, ripassare per un esame leggendo il testo subito prima di andare a letto sembra essere il metodo migliore per ricordare anche dettagli che in altri momenti non avremmo ricordato.
E se quando vostro marito si rifiuterà di leggere la preghierina degli sposi insieme a tutti gli altri partecipanti al corso, voi lo fulminerete e scatterà il litigio furioso in macchina, forse sarà il caso di seguire anche il corso avanzato!
venerdì 25 settembre 2009
Testosterone nostrano
Ieri facendo zapping mi sono imbattuta nei vari dibattiti sul tema che tanto sta facendo scalpore in quest'ultimo periodo: Berlusconi e le sue puttane.
Forse è per questo che gli uomini italiani sono quasi tutti pelati. Pare che una produzione troppo elevata di testosterone infastidisca il fegato con conseguente perdita di capelli chiamata alopecia.
Tornando a Berlusconi, che ha rimediato al problema con un bel trapianto, mi sento quasi di difenderlo! Sì, io donna anti-fascista, dallo spirito anarchico e ribelle, difendo quest'uomo dagli attacchi mediatici.
Perché scusate amici miei, se ad una donna date tanti soldi e tanto potere, lei ci si comprerà abiti, scarpe, libri, oggetti per casa, viaggi. Magari approfitterà di questo potere per usare qualche uomo che di sua spontanea volontà si farà spazio fra le sue lenzuola. Ma ci crederà realmente nel suo ruolo di potere e nessun altro pensiero potrà offuscarle la mente al punto di non adempiere ai suoi doveri.
E allora, vi direte voi, dovremmo accettare un comportamento tanto immorale e scandaloso da parte del nostro presidente del consiglio? certo che no, ma almeno riflettere su quanto voi siate uguali a lui, tutti inseguiti dalla brama del successo, del denaro, della fama. Per una sola cosa: la gnocca.
Girando per le strade di Berlino qualche mese fa mi sono resa conto che nessuno si girava a guardarmi. Anche quando passavano donne più simili a modelle che a donne comuni, venivano ignorate. I ragazzi tiravano dritto, assorti nei loro pensieri. Ragazzi che pensano con la mente, non con altre parti del corpo. E lì ho capito perché più vai a nord e meglio funziona la politica. Perché hanno meno testosterone.
Ecco perché in Africa ci sono solo dittatori, guerre civili, disordini.
Qui le soluzionui sono due: o meno testosterone negli uomini (vedi medicinali che ne limitano la produzione) o più donne in politica. Possibilmente brutte.
lunedì 21 settembre 2009
Segni particolari: proverbi storpiati

Ma IL mio segno particolare è la mia straordinaria capacità di storpiare i modi di dire ormai desueti e dimenticati dalla generazione presente. Non che io lo faccia di proposito, anzi! La mia riflette una vera e propria volontà di usare questo arricchimento della lingua italiana, queste immagini che tanto rendono l'idea di un concetto in modo divertente e antico...tanto antico che in alcuni casi è praticamente impossibile capirne il nesso logico con il significato finale. E non capendolo, molto spesso rimangono solo rimembranze sonore che mi tornaro in mente in alcuni contesti (sociali) ove, spinta dall'impulsività, penso bene (inconsciamente lo giuro) di farne uso.
Nonostante io ami leggere e mi ritenga interessata agli sviluppi e alle evoluzioni (e involuzioni) della lingua italiana, non sono quasi mai riuscita ad usare un proverbio o modo di dire correttamente, sbagliando spesso contesto o addirittura storpiandolo, suscitando non poco divertimento nei miei interlocutori.
E' per questo motivo che ho pensato di riproporveli, sarà dura ricordarsi tutti gli strafalcioni fatti in 32 anni di vita ma cercherò di "spremere le naringi" per proporvi quelli che hanno divertito maggiormente...non che io ne abbia mai fatto un vanto! ...così, semmai doveste un giorno sentire una donna seduta non troppo distante da voi in un pub o in un ristorante, mentre sfoggia fieramente un modo di dire tutto suo, sappiate che si tratta molto probabilmente della sottoscritta!
Ecco a voi i "proverbi-plugs":
- "tanto va la gatta al LARGO che ci lascia lo zampino" (d'altra parte si sa, i gatti non sanno nuotare, ergo, se vanno troppo al largo, ci lasciano la pelle, ma trattandosi di gatti, si usa dire lo zampino).....
- "è come cercare un uovo in un pagliaio!" (fusione di due locuzioni quali "il pelo nell'uovo e un ago in un pagliaio")
- "vorrei lanciare una lancia a favore di..." (forse ho esagerato con robin hood da piccola)
- "altro che ti mancano poche diottrie, sembrano due tappi di bottiglia le tue lenti!" (effettivamente, rende più l'idea....)
- "rischiar non nuoce" (no, ma non sono pessimista eh)
- "era meglio un uovo ieri che una gallina domani" (e oggi si digiuna)
- "guarda!! ho i peli a fior di pelle" (.....)
- "fare i conti senza l'ostia" (l'ho sempre detto che catechismo è diseducativo!)
- "costa Lire di Dio" (ho scoperto solo pochi anni fa che si tratta invece dell'IRA di Dio)
- "è inutile che ti appoggi sugli specchi!" (un pò di confusione nella mia testolina ha creato questa fusione fra "appoggiarsi sugli allori - che poi la versione corretta è dormire sugli allori - e arrampicarsi sugli specchi)
- " sei uno scarica birilli"
- "il vino vecchio fa buon brodo" (ero ubriaca quella sera)
- "a caval donato, non si guarda in bocca" (tutto corretto, sembrerebbe, ma mi soo sempre chesta perché il cavallo del proverbio si dovesse chiamar per forza Donato)
- chi l'ha dura la vince " (sono giustificata dal fatto che in quel periodo frequentavo amici fiorentini....)
Se dovessero venirmene altri in mente, non mancherò di aggiornare la lista. Non invento nulla, ho gente che può testimoniare. E non ne sto facendo un vanto! perché in realtà io amo i proverbi! Sono loro che non amano me!